Port Charlotte 10y Heavily Peated

Scheda Iniziale :

Distilleria: Bruichladdich

Imbottigliamento: OB, Port Charlotte, Heavily Peated, 2008 – 2018

Gradazione: 50 %

Prezzo: circa 60 €

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Mentre eravamo al WhiskyRevolution Festival di Castelfranco, ci siamo imbattuti nel nuovo Port Charlotte Heavily Peated. Parliamo della versione torbata di Bruichladdich, già solo per questo la nostra bottiglia è meritevole di attenzioni. Per i nerd del whisky, qua viaggiamo spediti verso le 40ppm, mica bruscolini! E’ il primo rilascio OB con l’età dichiarata in etichetta e per l’occasione hanno rinnovato il design delle bottiglie,  decisamente originale e che balza subito all’occhio: sarà bella? Sarà brutta? A noi poco importa, versiamo e andiamo a vedere com’è il contenuto!
Un grazie al caro Diego di WhiskyItaly per il gentilissimo campione!

Colore: giallo pallido

Naso: ok, siamo su Islay, bello oleoso e con un’evidente brezza marina. Pochi secondi dopo fa capolino un copertone di torba, quasi alla Ardbeg. E’ presente della frutta che stempera come il lime, l’ananas e una grattata di buccia di cedro. Ossigenandosi diventa più dolce, pur restando grasso, quindi andiamo con una crema pasticcera al limone e della vaniglia. Che sia chiaro però, il tutto resta comunque avvolto da fumo e dalla torba.

Gusto: oleoso, eppure al contempo fresco e limonoso. Il mare è presente con sale e alghe e da bravo isolano ci porta anche tanto fumo e catrame. Pepe verde? Resta una nota dolce, tipo succo d’ananas. Semplice, lineare, senza sbavature.

Finale: medio lungo con erba, zenzero e albicocca acerba. Resta un leggerissimo sentore di plastica e cenere.

Abbinamento: un erborinato stagionato. Giusto per variare, vi consigliamo di provare il nostro Port Charlotte con un cabrales spagnolo.

Commento finale: stabilito che noi lo avremmo preferito paradossalmente con meno torba, sempre a nostro avviso risulta comunque migliore di altri suoi pari entry level di Islay (oddio a quasi il doppio del prezzo però!). Non complessissimo, ma se è la torba quello che state cercando, beh, qua potreste trovare facilmente il Nirvana. Noi invece concordiamo con quei diversamente alcolizzati dei Facili, e quindi il voto sarà…

Voto: 8,5



Tasting notes
:

Color: pale yellow.

Nose: ok, we’re on Islay, nice oily and with a clear sea breeze. A few seconds later it appears a tire of peat, almost Ardbeg’s style. There are some fruits which soften the situation such as lime, pineapple and a scratch of cedar peel. Oxygenating it becomes sweeter, while remaining fat; after that we have custard with lemon and vanilla. Just to be clear, the whole thing is wrapped in peat and smoke.

Mouth: oily, yet fresh, with hints of lemon. The sea is present with salt e seaweeds and, since it’s a good islander, it also brings us a lot of pepper and tar. Green pepper? It remains a sweet note, like pineapple juice. Simple, linear, without smudges.

Finish: medium-long, with grass, ginger and unripe apricot. Aslight hint of plastic and ash remains.

Food Pairing: a blue cheese, a Spanish cabrales for example!

Comment: we would prefer it with less peat, but it’s better than many of his entry-level peers of Islay (but at twice the price!). Not very complex, but it’s well done: if you love peat, this is a “Nirvana” for you!

Score: 8,5

 

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Port Charlotte 2008 HSC

 

Scheda Iniziale :

Distilleria: Bruichladdich

Imbottigliamento: Port Charlotte , 2008-2015,  High Spirits Collection for Giorgio D’Ambrosio, ex-bourbon

Gradazione: 46 %

Prezzo: circa € 100

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In attesa del resoconto dell’ultima degustazione con “Valinch & Mallet” quale idea migliore del bere un bel whisky per combattere l’attesa? Fruga fruga fruga ed ecco che salta fuori un interessantissimo Port Charlotte: vediamo di che si tratta!
Oltre al mostro Octomore, a Bruichladdich producono un altro distillato torbato, ma più elegante, ovvero il Port Charlotte qui presente. Ideato dal leggendario Jim McEwan, è prodotto solo con orzo scozzese, con una torbatura che si attesta sui 40ppm e viene lasciato maturare nell’omonimo villagio su Islay situato vicino alla distilleria.
Già questo bastarebbe per farci salivare, ma andiamo oltre.
La bottiglia di oggi è stata imbottigliata da High Spirits Collection, marchio di proprietà di Nadi Fiori, per conto di Giorgio D’Ambrosio, Franco Dilillo e lo stesso Fiori. Parliamo di tre pionieri del whisky in Italia, le cui facce statuarie, presenti sull’etichetta, sono state stampate volta per volta a colori per indicare a chi dei tre fosse stato dedicato l’imbottigliamento. Il quarto personaggio fotografato con la cravatta è nientepocodimenoche lo stesso Jim di cui sopra.
Memori poi di un clamoroso Port Charlotte 5y ex-sherry sempre  selezionato dal trio, non possiamo non essere più che curiosi nel versarlo!
Un enorme grazie a Giorgio D’A. e a Riccardo per averci dato la possibilità di provarlo.  E andiamo!

Colore: oro pallido.

Naso:  inizia con un bel connubio fra torba e  vino bianco, ci pare sauvignon, ma potremmo aver scritto una cavolata eh!  Abbiamo poi una sensazione di fumo che esce da un limonaia (what?!). Il lato vegetale in ogni caso si conferma quando, oltre all’ acqua di mare, appaiono un bel pò di alghe. In ogni caso siamo davanti ad una torba “pulita”, ha solo una punta dei toni di gomma di altri colleghi isolani. Con l’ossigenazione il fumo cresce e sempre nel “campo erbaceo” c’è della buccia di kiwi. Quando il naso diventa assuefatto, il profilo complessivo diventa paradossalmente molto leggero, nonostante i ppm di torba da Port Charlotte. Ohoooo!

Gusto: ce l’aspettavamo oleoso e un po’ pesante, invece è tutto il contrario, è freschissimo, con una punta leggermente dolce che ricorda lo start fruit. Ritorna il kiwi, acerbo a questo giro, oliva verde, fumo e ancora acqua di mare. Spezie sulla lingua come peperoncino e wasabi. C’è una punta di malto, probabilmente data dalla gioventù del distillato, ma assolutamente nulla di fastidioso.

Finale: lungo, con sale e tanto tanto fumo, senza essere invasivo, risultando veramente elegante. Resta in bocca una punta di pompelmo rosa.

Abbinamento: è banale, ovviamente, indicare un piatto di frutti di mare, ma quanto ci starebbe bene !? Si sente il mare, diamogli il mare, per Nettuno!

Commento finale: Senza avere chissà quale complessità, possiede però una gradevolezza di bevuta che pochi “6 anni” possono vantare! Noi poi adoriamo i whisky costieri e qua ci sentiamo decisamente a casa. Purtroppo non raggiunge i picchi assurdi del 5y sherry, ma resta comunque tanta roba, quindi…

Voto: 8,6

 

Octomore 4.2 Comus

Scheda Iniziale :

Distilleria: Bruichladdich

Imbottigliamento: Octomore 5y 4.2 Comus

Gradazione: 61%

Prezzo: circa 350 euro

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Ragazzi che caldo! Per raffreddarci ci concediamo un bel whisky fresco, leggero, praticamente da aperit….no ahimè, oggi tocca ad uno dei whisky più torbati in circolazione, il famoso Octomore! Sopravviveremo?
Parliamo di torba e ovviamente siamo su Islay, presso la distilleria Bruichladdich. La nostra nel suo core range possiede 3 linee di imbottigliamento:
– Bruichladdich a zero torbatura
– Port Charlotte a elevata torbatura (40 ppm), paragonabile per intenderci ad un Laphroig o ad un Ardbeg
– Octomore, la cui torba può tranquillamente superare i 200 ppm (!!).
La selezione di oggi è una delle versioni più leggere, da soli 167ppm, un 5 anni denominata Comus. Creatura nata dalla mente del mitico Jim McEwan, prende il nome dal figlio di Bacco e Circe, scelta non casuale in quanto il whisky è stato sottoposto ad un finish in botti di Chateau d’Yquem.
Un enorme grazie a Alessandro P. per il, non sa quanto, gradito sample.
Torba e sauternes, abbiamo già l’acquolina, versiamo subito!

Colore: giallo paglierino.

Naso: il pungente dell’alcool si avverte leggermente, ma viene poi subito coperto giusto giusto da un “po’” di torba, stile gommista: un bel copertone sporco d’olio, che potete trovare dal vostro meccanico per intenderci. Possiede un lato salino, marino con alghe. Ecco poi il profumo che ha la legna umida dopo che ha finito di bruciare.
Mescolando il tutto, concedeteci la sinestesia, possiamo dire che, se esistesse un odore piccante, beh, questo lo è!
Accanto a questo lato dirty  però c’è un’anima mielosa, vellutata e vinosa. Ci facciamo un bel viaggetto ai tropici con ananas disdratato, mango e polpa di pesca noce. Come condimento finale una bella spolveratina di curcuma, cannella e zafferano.
Ossigenandosi aumenta il lato vegetale, sembrerebbe quasi linfa.

Gusto: mostra un lato dolce in bocca che dura solo un istante. Poi è tutta un’ esplosione, una piccante onda di sale, pepe e peperoncino: sì, decisamente pungente! La giovinezza del malto un po’ si sente, ma non è nulla di grave. Se il profilo si limitasse solo a questo però potrebbe dare fastidio, ma no panic! Ecco che ritorna in aiuto alle nostre papille la dolcezza del finish. Si ripropone la pesca del naso (sciroppata?), frutto della passione e ananas rosso. Appena deglutito c’è dell’uva moscata, è un lampo, ma molto evidente (per noi eh!). Una punta di menta dona freschezza al tutto. Abbiamo quindi una doppia anima, coerente col naso.
L’aggiunta di acqua ne aumenta la salinità, siamo in casa dei distillatori di Port Charlotte dopotutto. Un corpo avvolgente!

Finale: lungo e torbato. Resta una sensazione oleosa in bocca come dopo una abbuffata di noci (!). Si avverte ancora il sale del palato, ma in maniera più tenue.

Abbinamento: starebbe bene, anzi benissimo, con un risotto ai frutti di mare, ma il nostro consiglio è di berlo come whisky da meditazione. In ogni caso l’importante è averne nel bicchiere!

Commento finale: una eleganza e una delicatezza che non ti aspetti. Come sapete, non siamo dei fan dei finish in vino, ma il sauternes è sempre per noi una felice eccezione.
Temevamo un prodotto troppo costruito, per feticisti della torba. E’ anche questo, chiaramente, ma è un grande whisky, punto. Se Jim McEwan ci ha messo la faccia, qualcosa vorrà dire no ?
Peccato per il prezzo, limitiamoci a dire un po’ “costruito”, perchè è veramente molto molto buono! Guardiamo questo difetto chiudendo mezzo occhio e lo premiamo con un bel:

Voto: 9,0