Scheda Iniziale :
Distilleria: Dalwhinnie
Imbottigliamento: Distiller’s Edition 1990
Gradazione: 43%
Prezzo: circa 80 euro
Dalwhinnie, il cui nome gaelico significa “punto di incontro” di pastori di pecore e bestiame, è la distilleria in attività più in alto di tutta la Scozia (a circa 300m s.l.m.) e sorge nelle Highlands del sud, fra lo Speyside e le Lowlands. Fondata nel 1898, Dalwhinnie utilizza la gelida acqua derivante dal Lochan an Doire Uaine, (dal Gaelico, significa “Lago del boschetto verde”) che si trova a 600 metri di altezza sulle Drumochter Hills.
E’ uno dei luoghi più freddi di tutta la Scozia, e ci piace pensare che qui, più che in ogni altra zona, il whisky abbia soprattutto la funzione di riscaldare le persone che vivono in questa regione.
All’epoca (e forse ancora oggi) erano previsti dei letti per gli operai bloccati dalla neve, che si accumulava anche per metri durante alcune tempeste.
Ma per quale motivo la distilleria è stata costruita proprio qui, in questa regione selvaggia e inospitale? La ragione principale è molto semplice: la vicinanza al nodo ferroviario delle Highlands e quindi la facilità di accesso ad un mercato molto più ampio di quello che la zona da sola permetterebbe. Questo ha permesso a Dalwhinnie di sopravvivere agli inizi della sua attività e in più ha portato lavoro allo stesso villaggio dove sorge.
Diventato celebre grazie alla sua inclusione nella linea dei ” Classic Malts”, Dalwhinnie ha sofferto la crisi finanziaria di questi ultimi anni e rischia di perdere, assieme a Oban, Glenkinchie e Cragganmore, il suo posto nella celebre gamma.
E’ un distillato dolce, speziato e mieloso con un finale caratteristico e molto secco, e esiste quasi esclusivamente in versioni ufficiali. Utilizzano ancora i tradizionali worm tubs.
La bottiglia presa in esame oggi è una Distiller’s Edition, distillata nel 1990 e imbottigliata nel 2007. E’ una “double matured”, avendo beneficiato di un affinamento finale in botti di Oloroso. Proviamolo!
Colore: ambrato
Naso: subito apre con note di cioccolato, ciliegia e vaniglia, risultando molto “caldo”. Successivamente si avverte una torba, ma non molto invasiva che lascia poi spazio alle spezie. Sciroppo d’acero, meglio ancora un plumcake aromatizzato all’acero. Per restare in tema di pasticceria, finiamo con una bella confettura di arance. Note di sottobosco con muschio e legno.
Gusto: molto speziato all’inizio, ricorda poi un Gran Marnier con una punta di ferroso (!!). Un deciso sapore di malto a cui poi si aggiunge uvetta, albicocca e frutta secca. Di colpo però il corpo “cade”. Non molto complesso, leggero, forse risulta un po’ piatto al palato. Non replica, quindi, quello che il naso prometteva.
Finale: secco e corto, molto particolare, da tipico Dalwhinnie. Vaniglia, limone e un accenno di tabacco.
Abbinamento: data la stagione estiva, preparate in un bicchiere una panna cotta che alternerete a strati con una composta fatta da pesche, gelatina, zucchero di canna e un goccio di succo di lime. Servitela assieme al nostro whisky versato in un bicchiere freddo.
Commento finale: forse per colpa di quel finale veramente secco, a noi non ha entusiasmato molto. Peccato, il naso prometteva bene. Un esperto di whisky inglese dice che assaggiarlo dopo il classico 15 YO è come ascoltare i Rolling Stones prima con “Satisfaction” o ” Sympathy for Mr.Devil” e poi passare a “Start me up” e secondo noi rende bene l’idea. Sono sempre i Rolling Stones, però…! Qualche punto in più in virtù della sua grande abbinabilità ai desserts.
Voto: 73