Ledaig 13y “SMoS”

Scheda Iniziale :

Distilleria: Tobermory

Imbottigliamento: Ledaig, Elixir Distillers, serie “The Single Malts of Scotland”, 2005 – 2019, 13y, ex-Sherry Butt.

Gradazione: 57,3 %

Prezzo: circa € 100

ledaia

In preda al coronavirus siamo costretti a rifugiarci onde evitare il contagio, ma niente panico! Come sapete, siamo persone responsabili e, siccome il coronavirus è sensibile all’alcool, abbiamo deciso di prendere due piccioni con una fava e di dedicare la nostra attenzione ad un simpatico Ledaig. Imbottigliato da Elixir distiller, creatura di proprietà di “The Whisky Exchange“, si presenta bello sherroso, fiero dei suoi 13 anni in botti sherry. Partiamo subito a disinfettarci a bere! Certo, dato il clima che si respira, sarebbe stato più adatto un Laphroaig con i suoi inquietanti sentori di ospedale, ma questo abbiamo e questo versiamo, quindi dobbiamo “accontentarci”. Che problemi, eh?

N.B. Magari del whisky non ve ne frega niente (cattivi!), ma date un occhio all’abbinamento, spaziale!

Colore: ambra scura.

Naso: sotto una coltre di fumo pazzesca, possiamo trovare per fortuna un animo gentile. Avremmo voluto scrivere questo, ma la realtà è ben diversa. Tutto ciò che di sporco, di chimico in un whisky vi possa venire in mente, beh qua probabilmente lo troverete.    Alga fermentata, solvente, sigaro, ceralacca, terra bagnata, incenso…ce n’è per tutti i gusti.  Ad avere comunque la parte del leone è una potentissima sensazione di carbonella da barbecue. Anche la crema all’arancia, tipica di molto sherry, qua sembra bruciata! Si salva per dell’uvetta, ma è la classica eccezione che conferma la regola. Il bacino della Ruhr è servito!

Gusto: in un corpo leggermente oleoso navigano sentori di arancia e di numerose spezie, in primis pepe e chiodi di garofano. Il fumo del naso ritorna potente e ricorda certe foglie umide di tabacco e cuoio bruciato. Costine con datteri appiccicosi e albicocche su una griglia a carbone. Cuoio e tè nero arrivano in extremis un attimo prima che del cherosene in deglutizione sigilli il tutto.

Finale: medio lungo, ripropone i sentori di arancia assieme alla miscela cinese  “cinque spezie” e ancora a del fumo. Quest’ultimo, come avrete notato, non manca mai!

Abbinamento: se siete pigri questo Ledaig si sposa alla perfezione con un buon speck. Se invece non sapete cosa fare la domenica, armatevi di barbecue e pazienza per preparare il piatto d’eccellenza del BBQ texano, il brisket!

brisk
C’è solo un piccolo problema, come si fa? Potevamo linkarvi una ricetta qualsiasi, ma oggi vogliamo viziarvi. Abbiamo chiesto un aiuto al team di grigliatori “I Porci Scomodi”, campioni italiani di barbecue in Italia e vincitori di vari premi all’estero.
Oggi abbiamo degli autentici VIP su queste pagine, ergo, siete in più che ottime mani!
QUA trovate anche la loro pagina Facebook così potrete anche vedere foto di loro creazioni.
Un’anticipazione: il Ledaig verrà utilizzato non solo come accompagnamento finale, ma anche come ingrediente. Detto questo, passo la parola ad Angelo, l’esperto di brisket dei P.S. Let’s go!



Ingredienti:
punta di petto di manzo, chiedete al vostro macellaio che ci siano entrambi i muscoli (il flat ed il point)

INJECTION
1l brodo di manzo
4 bustine di the earl gray 
1cup whisky torbato (usate pure il nostro Ledaig)
200g burro
sale
RUB
1/4 cup paprika affumicata
3 tbsp zucchero muscovado
2 tbsp sale
2 tbsp aglio in polvere
1 tbsp pepe nero macinato
1 tsp pepe aromatico (Tasmania, Sichuan o altro)
1 tbsp cipolla in polvere disidratata
1 tbsp caffè macinato per moka
1 tsp cannella in polvere
1 tsp cacao amaro in polvere
1 tsp cumino

 

Intro

Il brisket è un taglio americano composto da due muscoli posizionati con fibre perpendicolari tra loro e di conseguenza al termine della cottura può essere tagliato solo in due modi: separando i due muscoli e tagliandoli opportunamente contro-fibra oppure fare un taglio a 45° per avere la fetta intera.
La ricetta prevede di ricreare degli aromi in cottura che vadano poi a ricordare i sentori del whisky nel brisket a partire dal rub fino all’injection. 

1) Per prima cosa bisogna trimmare la carne ovvero ripulire dall’eccesso di grasso il brisket lasciandone una sottile parte. Non rimuovere completamente invece la parte che unisce i due muscoli. Importante usare un coltello affilato per non rovinare la carne.

2) Scaldare il brodo ed inserire tutti gli ingredienti fino allo scioglimento del burro. Non è importante che vada ad ebollizione, ma deve rimanere in infusione il te. Una volta sceso un po’ di temperatura, ma ancora caldo, iniettare il liquido all’interno del brisket. Tenere un pò di injection per la fase successiva di foil.

3) Oliare la carne e cospargerla del RUB precedentemente preparato come da ricetta e bilanciato con sale e pepe. Il RUB deve risultare molto salato.

4) Accendere il BBQ in modalità indiretta ad una temperatura di 110° inserire dei chunk di legno preferibilmente un blend di Hickory, Pecan e Mesquite. Se non riuscite a trovarli tutti va bene ugualmente, ma se possibile non sostituiteli con altri legni. 

5) Cuocere per 2 ore assicurandosi che il fumo sia abbondante e continuo e che si crei una superficie dura e asciutta, detta bark. 

6) Monitorare la temperatura per le successive 6h e quando vedrete che la temperatura smetterà di salire, rimuovere il brisket dal BBQ e avvolgetelo il più stretto possibile con della carta alluminio di buona resistenza, aggiungendo un pò della injection rimasta. rimettere sul BBQ. Fare questa operazione velocemente e se il vostro alluminio non è molto resistente fate anche un paio di giri di sicurezza.

7) Misurare con una sonda che la temperatura della carne torni a risalire e quando la carne raggiungerà la temperatura tra 94-97° toglierla dal BBQ. Per capire se è pronta pungere la carne sena aprire l’alluminio con la punta del termometro che deve scendere come nel burro. 

8) Aprire il brisket, togliere i succhi, farlo asciugare per qualche minuto a BBQ aperto e richiuderlo. 

9) Passare i succhi in un pentolino ed aggiungerli ad una salsa BBQ a vostra scelta (magari meglio se già a base Whisky) con un ulteriore mezzo bicchiere di whisky e farlo addensare. 

10) Mettere a riposare il Brisket per 1h e al temine tagliarlo a fette di 1 cm (circa lo spessore di una matita) e servirlo caldo. Il Brisket è preferibile consumarlo appena fatto perchè la sua consistenza deve essere umida. Servirlo con la salsa al whisky dei suoi succhi calda. 

Commento finale: avete a casa una ragazza votata alla filosofia “Green” e volete stupirla? E’ la vostra occasione. Prendete un vecchio Bowmore, glielo fate bere, la guardate negli occhi mentre lo beve e le dite: “questo era il nostro mondo anni fa”. Dopo di che, versatele questo Ledaig sussurandole con le lacrime agli occhi: ” ma noi esseri umani lo abbiamo ridotto così”. Se non si commuove pensando che siete l’uomo giusto per lei, cambiate ragazza (soprattutto se non beve!).
Seriamente, è veramente sporchissimo e questa cosa dividerà la platea. Noi cercheremo di restare equilibrati nel giudizio, ma tenete conto: se siete degli inguaribili zozzoni alzate di parecchi punti l’asticella, se cercate classe ed eleganza fuggite a gambe levate! Claro, no?

Voto: 8,7

Ok noi per oggi abbiamo dato. Un aggiornamento: siamo rimpolpando la selezione di whisky nei nuovi locali della Dolce Mente s.r.l per offrirvi qualcosa al di fuori dei soliti noti e ci stiamo preparando per una nuova degustazione, coronavirus permettendo. Stay tuned!
Prima di andare, un grosso saluti a tutti gli amici dei “Porci Scomodi”, in particolar modo a Meso e Angelo che ci hanno aiutato nella stesura dell’articolo!

A presto, Davide & Sebastiano

 

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Springbank Local Barley 2019

Scheda Iniziale :

Distilleria: Springbank

Imbottigliamento: OB, Local Barley, 2009 – 2019, 10 y, casks 77% Bourbon, 20% Sherry, 3% Port

Gradazione: 56,2 %

Prezzo: circa € 130

spring

Ci sono distillerie che ogni anno ci propinano millemila edizioni “limitate” e, diciamolo chiaramente, dalla dubbiosa bontà. Ce ne sono altre invece che sono per il  “poche ma buone” e fra queste è impossibile non citare Springbank con il loro mitico Local barley!
Ma guarda che caso, è proprio la bottiglia di oggi. Ah, il Karma!
Prima di addentrarci nel bicchiere, scopriamo cosa ha di particolare. Springbank è un po’ una mosca bianca nel panorama scozzese, dal metodo di distillazione, al maltaggio a pavimento e così via. Non contenti, si sono comprati un bell’orticello dove, oltre a poter dar sfogo al proprio pollice verde, si sono messi a coltivare una vecchia varietà d’orzo, la Bere.
Un nome un destino. E’ caratterizzato da una bassa resa produttiva, ma da una alta resa aromatica e questa è una dote fondamentale quando si parla di vini, calvados ecc ecc.
Bien, ma il signor Bere saprà dare un input in più al nostro whisky? Scopriamolo insieme!

Aggiornamento: quest’anno hanno usato la varietà “Optic”. Grazie a Simone per la segnalazione!

Colore: giallo oro.

Naso: l’alcool non si sente, e già qua partiamo bene! Caramella all’orzo, pietra focaia, fumo…uva sultanina in lontananza come se fosse un bisbiglio, alcool non pervenuto, gambo di sedano…Dopo che ha respirato, appare della frutta rossa, coerentemente col tipo di botti utilizzate, con una curiosa marmellata di fragole salata. No, mai provata, ma l’idea è quella eh! Chiude con un bel porto di mare sporco con tutta la sua marinità e ferrosità (what?).

Gusto: attirati dal naso, stiamo già drizzando le antenne e non veniamo assolutamente delusi. Dal corpo oleoso, si viene subito colpiti da una dolcezza avvolgente, maltosa con polpa di carambola che però dura pochi attimi. Si è poi travolti da un lato speziatissimo, dove a farla da padrona sono macinate di sale affumicato e pepe nero. Ritorna la frutta con una bella pesca bianca seguita da un lato dirty, praticamente inchiostroso.

Finale: lungo, non intenso, piuttosto delicato, ma di una persistenza che non ti lascia mai (semi cit.). Fruttoso e fumoso, con punte di inchiostro e mallo della noce. Resta un leggero salato in bocca di campbeltownia memoria.

Abbinamento: un sigaro sarebbe perfetto,  ma non fumando non sapremmo quale tipo  consigliarvi di preciso! Se qualche vizioso lettore potesse aiutarci, correggeremo questo post all’istante. Col cibo non è facile, fra dolce, salato, fumo, c’è un bell’intreccio…pensa e ripensa…ce l’abbiamo: lumache di mare!

Aggiornamento parte 2: Le Pipe del Teo (cliccami tutto) è venuto in nostro aiuto per la scelta del sigaro. Vi postiamo pari pari il suo parere! 
“Per descrizione ti consiglierei un Toscano XXL Blend 3, ahimè oramai quasi introvabile.
L’abbinamento è per similitudine, si basa sulla sapidità, la note di mallo di noce e inchiostro.
Per gli amanti della pipa suggerisco un abbinamento per contrasto con un bel Virginia Perique, l’ideale sarebbe il compianto Deluxe Navy rolls di Dunhill, si può provare la sua nuova versione di Peterson.”

Grazie mille, Pipe!

Commento finale: stabilito che tutto ciò che sentiamo in un whisky appartiene ad una sfera assolutamente soggettiva, giusto per darvi un’idea in confronto col classico Springbank 10y base, qua abbiamo meno “fumo e pere”, ma “più pandoro e malto”. Molto didattico, aiuta a capire cosa può fare l’utilizzo di un orzo diverso. Un ringraziamento a Davide C. che in un mix di follia, alcolismo e generosità ha aperto questa bottiglia donandocene un sample!

Voto: 9 strameritato

 

 

Glenlivet & Cioccolato

Dopo una lunga pausa dovuta a motivi di salute, ma soprattutto di lavoro, rieccoci qua a scrivere su queste pagine. Natale è decisamente passato, mangiare l’abbiamo fatto, ora torniamo a dedicarci al bere. Giusto per restare in tema di coccole e vizi, vi raccontiamo come è andato l’evento Glenlivet che si è tenuto nella cornice del Milano Whisky Festival a novembre scorso.

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Qui di seguito il comunicato stampa ufficiale dell’agenzia Otto, che ci aveva invitato a partecipare a questa degustazione.

Dalle valli scozzesi dove nasce l’esclusivo single malt Scotch whisky The Glenlivet all’arte
sopraffina del cioccolato dei Maître Chocolatier di T’A MILANO .L’abbinamento più amato dagli estimatori del whisky trova una nuova dimensione.
In occasione del Whisky Festival, sabato 9 novembre dalle 17.00, The Glenlivet e T’a Milano danno appuntamento al VERTICAL CHOCO-WHISKY LAB. Alain Winchester, Master Distiller di The Glenlivet e il Maître Chocolatier di T’a Milano Stefano Bottelli duellano in una doppia verticale – di whisky e di praline – per un intreccio di sapori e consistenze.
Durante il laboratorio si possono degustare The Glenlivet 12 anni, The Glenlivet 15 anni e The Glenlivet Nadurra First Fill in abbinamento con le praline dedicate. Stefano Bottelli svela inoltre i segreti del cioccolato mostrando la genesi di una pralina al whisky.

I WHISKY DELLA VERTICALE

• Maturato in tradizionali botti di quercia, The Glenlivet 12 anni si distingue al naso per i toni fruttati. Al palato stupiscono note di ananas mentre il retrogusto di crema, nocciole e marzapane si rivela morbido e persistente.
The Glenlivet 15 anni ha sentori di burro e crema al naso; frutta, noce e cannella
conquistano il palato lasciando un retrogusto di frutti, nocciole tostate e mandorle.
• Al naso, The Glenlivet Nadurra First Fill è un medley di frutti, uvetta e albicocca con note di cannella e liquirizia. Avvolge il palato con toni morbidi e cremosi di frutta e marmellata di arance e sentori di cioccolato fondente. Il finish dolce e persistente si distingue per toni secchi e leggermente piccanti.
Un incontro, quello tra The Glenlivet e T’a Milano che esalta un saper fare di altissimo livello e l’attenzione a ogni minimo dettaglio al servizio del sapore. A celebrare la collaborazione la Special Edition di Natale. Come in uno scrigno prezioso, un
cassetto nascosto svela 12 praline di cioccolato fondente 55% Grand Cru, amaro al punto giusto con lievi tocchi dolci, ricoperti da rutilanti riflessi ramati, che racchiudono un
sorprendente cuore, morbido, goloso, avvolgente, pensato per esaltare le note fruttate e i sentori di ananas, marzapane e nocciola di The Glenlivet 12 anni, un single malt Scotch whisky di grande personalità e carattere.

Dopo aver trovato su mail questo invito, insomma, eravamo con la bava alla bocca professionalmente molto interessati e volevamo assolutamente parteciparvi. Purtroppo io e Davide eravamo impossibilitati a muoverci, rispettivamente al banco di Beija Flor e nel nuovo megalaboratorio della pasticceria…come fare?! Decidiamo di comune accordo di mandare Gaia, una ragazza che ci aiuta ogni tanto a scrivere le note di degustazione: siamo salvi! Lasciamo a lei le impressioni.

Scheda Iniziale :

Distilleria: Glenlivet

Imbottigliamento: 12y OB

Gradazione: 40 %

Prezzo: € 40

glen12

Colore: giallo paglierino.

Naso: vellutato, fruttato e floreale. A dare del “pepe” ecco della liquirizia, accompagnatoa ad una sensazione leggermente metallica (qualcuno parla addirittura di piatti usciti dalla lavastoviglie!). Resta comunque protagonista la morbidezza, con profumi di ananas panettone e caramella mou .

Gusto: leggero in bocca, complice la gradazione un po’ bassa, ma grazie a questo scivola via veloce. Molto dolce, con un pizzico di cumino: si sente della frutta simile al naso con aggiunta di melone e pera. Sapido sulla punta della lingua e leggermente amaricante (tannini di cioccolato) in deglutizione.

Finale
: delicato, resta il sapore dolce e delicato di un ananas leggermente acerbo. Sensazioni di peonia! Poco persistente.

Abbinamento: la prima delle praline con all’interno il 25 % dello stesso whisky. Il cioccolato esalta le note fruttate, smorzando quelle dolci e di caramella mou.

Commento finale: un dram di facile bevuta, va bene per iniziare a conoscere Glenlivet o fare i primi passi nel mondo dei whisky non torbati. I single cask della distilleria sono però su un altro pianeta, che sia chiaro.

Voto: 7,9


 

Scheda Iniziale :

Distilleria: Glenlivet

Imbottigliamento: 15y, OB, serie French Oak Reserve, New French Limousin Casks

Gradazione: 40 %

Prezzo: € 65

glen15

Colore: ambra.

Naso: miele e uva che vanno a braccetto con una delicata vaniglia. E’ un po’ chiuso, diamogli il tempo di aprirsi. Il naso viene reso più complesso dal tipo di legno utilizzato (leggerete tutto nel commento finale) e infatti dopo ossigenazione troviamo ciliegia, pompelmo, agrumi. Speziato (cannella), rilascia un profumo di quercia appena tagliata. Uva rossa!

Gusto: più oleoso rispetto al 12. Tanta quercia con punte speziate  di peperoncino, noce moscata e chiodi di garofano. Ad un secondo assaggio risaltano le note più agrumose e…dello zucchero di canna. Il legno si fa sentire come anche delle foglie di tabacco

Finale
: persistente, si sente della fava di cioccolato e una raschiatina di pepe rosa.

Abbinamento: la nostra mitica pralina questa volta aromatizzata con il suddetto Glenlivet 15y.  Speziatissima in principio, poi con dolci ricordi di crema di nocciola. A mio avviso la più riuscita delle tre.

Commento finale: sono state utilizzate per un finish delle botti di rovere del Limousin. E’ una varietà che cresce poco distante dalla regione del Cognac e presenta una porosità grossolana, che va ad influenzare l’astringenza del whisky. E infatti il risultato finale è un prodotto interessante per studiare l’influenza di questo tipo di legno nel whisky. Come sopra, se avesse avuto qualche graduccio alcolico in più…

Voto: 8,3


 

Scheda Iniziale :

Distilleria: Glenlivet

Imbottigliamento: NAS, OB, 1st Fill American White Oak Casks

Gradazione: 59,8 %

Prezzo: circa € 65

glennadurra

Colore: dorato

Naso: molto dolce, dovuto alla gradazione alcolica elevata e al tipo di botti utilizzate. Cioccolato al latte a cui si aggiungono note di banana cocco e vaniglia (la botte) e di fiori. Agrumi sempre presenti. Giusto per restare in tema, dopo appare del pancake alla banana, che fa molto America. Potere della suggestione! L’aggiunta di acqua smorza il pungente dell’ alcool e aumenta il pancake.

Gusto: alcool presente, ma essendo ormai alla terza bottiglia risulta solo leggermente fastidioso. La banana, assieme alla vaniglia, è molto forte e questa sensazione ci dicono sia dovuta alla botte americana utilizzata. Ancora una punta agrumata, oseremmo dire pompelmo. L’aggiunta di acqua lo rende più delicato, virando dal pompelmo al lime con una spolveratina di pepe rosa.

Finale: medio lungo con aromi di pepe, noci sbriciolate e una decisa spremuta di arancia.

Abbinamento: una nuova pralina aromatizzata ovviamente al Nadurra che esalta l’agrumato e il pepe del whisky e stempera il dolce della botte.

Commento finale: qua grazie alla botte “superbourbon” predominano i sentori dolci. Fate attenzione a preparare prima il palato con un altro whisky altrimenti l’alcool si fa sentire un po’ troppo. Molto gradevole comunque!

Voto: 8,4


 

Ora tiriamo le somme: la masterclass è stata divertente e golosamente interessante! C’è stata inizialmente una parte teorica dove è stato spiegato cosa sono esattamente le fave di cacao. Ve lo riportiamo che un po’ di botanica non fa mai male.
Partiamo dalla pianta “Theobroma cacao” che produce dei frutti detti cabosse. All’interno di essi potete trovare, immersi in un polpa giallognola, dai 20 agli ottanta semi: ecco, sono le nostre fave di cacao. Ma come le trattiamo? Simple!
Vengono portate a fermentazione in casse di plastica o legno per poi essere lasciate a riposare  nelle serre, per evitare che vengano danneggiate dall’acqua. Dopo un eventuale essicamento, abbiamo la spremitura per separare la parte grassa (che diverrà il famoso burro di cacao). La parte restante verrà torrefatta e infine macinata per ottenere la polvere di cacao!
Finita la parte teorica, abbiamo potuto vedere gli chocolatier di T’a Milano all’opera, che ci hanno fatto vedere dal vivo come si forma una pralina di cioccolato.
Una nota personale di chi ha partecipato e a cui noi teniamo tantissimo: sono state utilizzate delle ottime materie prime, forse era scontato, ma è sempre un piacere notarlo!
La scelta dei whisky da parte di Glenlivet è stata estremamente didattica in quanto ha concesso ai partecipanti di valutare come vari tipi di legno possano influenzare la percezione del distillato e quindi l’impatto gustativo finale con del cioccolato.
A tal proposito, gli abbinamenti sono stati congeniali, riuscendo a valorizzare al contempo il distillato e il cioccolato. La cosa non è mai facile e loro ci sono riusciti: chapeau!
Per i più voyeurs di voi, troverete sulla nostra pagina FaceBook anche le foto dell’evento.

Un grazie a Gaia per aver coperto la nostra assenza durante la masterclass, ma soprattutto a Glenlivet e a T’a Milano per questa occasione.
Ok, noi vi salutiamo e vi aspettiamo per la prossima recensione e…spoiler…sarà una di quelle bottiglie da bere assolutamente!

A presto Davide & Sebastiano

 

 

Chichibu “Whisky Show London” 2016

Scheda Iniziale :

Distilleria: Chichibu

Imbottigliamento: OB, 2009 – 2016, 7y, per “Whisky Show London” 2016

Gradazione: 61,4 %

Prezzo: circa € 1800

chcihi

In queste settimane è tutto un susseguirsi di grandi festival whiskosi in giro per l’Europa e abbiamo cercato nella nostra “libreria” un qualcosa di adatto per restare in tema. Stavamo per arrenderci, quando ecco saltar fuori un Chichibu imbottigliato per il “Whisky London Show” del 2016.
Chichibu sorge presso l’omonima cittadina, a nord ovest di Tokyo, dove un clima …er….decisamente caldo-umido offre condizioni di maturazione del nostro distillato estremamente differenti da quelle scozzesi.
Nata nel 2004 dalle ceneri della leggendaria distilleria Hanyu, grazie al grandissimo lavoro del suo fondatore Ichiro Akuto, in pochi anni è diventata un “must have & try” per ogni appassionato bevitore che si rispetti. Soprattuto i single cask, nonostante la giovane età, mostrano una complessità fuori dal comune e raggiungono praticamente sempre delle quotazioni da capogiro.
Oggi berremo uno di questi, quindi non possiamo proprio lamentarci! Kanpai!

P.S. Sì, ci meritiamo tante frustate sulla schiena per essercelo dimenticato chiuso solo soletto in casa.

Colore: giallo paglierino

Naso: ok, l’impatto alcolico c’è. Posiamo il bicchiere e aspettiamo che si apra. Beh, l’attesa viene ripagata con un profilo decisamente originale e accattivante. Succoso, ricorda una spremuta di mandarino coperta da una coltre di fumo. Diradandosi (che poesia!), ci lascia il profumo di una bella bistecca caramellata, accompagnata da una glassa al miele. Forse abbiamo usato troppo il nostro barbecue in questi giorni…
A seguire, abbiamo una più canonica pesca gialla, seguita da un lato vegetale che ci ricorda il sedano e il peperone rosso. La banalità non è di casa a Chichibu. Come se non bastasse, il bicchiere vuoto sa di fumo e ancora sedano!

Gusto: beh, non c’è da stupirsi che anche qua l’alcool picchi un po’. In bocca comunque risulta grasso, oleoso e carnoso, con una bella grattata di pepe. E’ piacevolissimo notare come in tutto ciò risalti la dolcezza del malto. Davvero buono! Ci pare di sentire anche della torba  molto vegetale, elegante e cesellata. Poi magari la torba questo whisky l’ha vista solo in sogno, e noi ci siamo sbagliati! Quindi, se qualcuno avesse informazioni in merito, siamo qua tutt’orecchie. In deglutizione sentiamo un’astringenza che ci ricorda un agrume, tipo cedro acerbo.

Finale
: medio, con note di buccia di lime grattuggiata, crema pasticcera al limone e ancora fumo.

Abbinamento: un coniglio alle albicocche, condito con sale affumicato salish, esalterà alla grande il nostro Chichibu. Se possiamo autofarci un appunto, è una combinazione che un giapponese non proverà praticamente mai, in quanto non mangiano questo tipo di carne. Amen!

Commento finale: un profilo veramente atipico rispetto agli scozzesi, soprattuto nel naso e nel finale, ma con una personalità da vendere. Si sente che è giovane, soprattuto per il palato dove l’alcool si fa sentire, eppure avremmo scommesso su una età di circa 10-12 anni, non certo 7. Come detto sopra, diamo quindi una sorta di penalità per un naso e un palato inizialmente pungenti. Per il prezzo, eh, che dire? R.I.P.  Sommando tutto, diamo un bel…

Voto: 8,8

 

Tomatin 18y OB

Scheda Iniziale :

Distilleria: Tomatin

Imbottigliamento: OB, 18y, ex Oak Casks + Oloroso Sherry Butt Finish

Gradazione: 46 %

Prezzo: circa € 75

tomatin.jpg

L’estate sta finendo e cogliamo l’occasione per raccontarvi di un whisky che ci ha tenuto compagnia mentre eravamo dispersi fra le montagne del Trentino! Cosa intendiamo? Lo scoprirete nella sezione “abbinamenti”. Per ora, limitiamoci a presentarvi il nostro protagonista di oggi, ovvero il Tomatin 18 anni ufficialissimo di distilleria.
Come ci spiegava Scott Fraser, brand ambassador del marchio, l’invecchiamento del 18y è decisamente curioso. Una parte del nostro whisky matura circa 15 anni e mezzo in botti Refill Hogsheads e altrettanti in botti di Oloroso Sherry. Una volta trascorso questo tempo, le due parti vengono miscelate e lasciate a riposare per 2 anni e mezzo ancora in Oloroso Sherry. Spesso l’invecchiamento di questo whisky viene identificato solo come un finish in sherry, ma come avete visto è abbastanza limitativo, per cui ci tenevamo a precisarlo!
Bien, vi abbiamo annoiato abbastanza, andiamo ad assaggiarlo.

Colore: oro antico.

Naso: note di sherry e di pelliccia accopagnate da una bella macedonia di frutta gialla, prugna e pesca in primis. Dopo di che, via di dolcezze con miele mille fiori, uva rossa, uvetta sultanina e cioccolato fondente. C’è una parte minerale che ci riporta alla mente…la capocchia dei fiammiferi (un modo aulico per dire indicare una punta di zolfo, insomma!).

Gusto: rotondo e avvolgente, ma senza essere pesante o peggio “mappazzone” (rischio riscontrabile con alcuni first fill sherry), risultando infatti al contempo fresco ed elegante. Si avverte una nota leggermente speziata, pepe e tabacco, e una nota  amaricante, da mandorle tostate. Buccia di arancia e tanta marmellata di rabarbaro!

Finale
: medio, con uva cardinale e ancora buccia di arancia. Chiudiamo il tutto con sentori di plum cake bruciacchiato che ci piacciono tanto.

Abbinamento: eccoci qua. Avevamo chiesto tempo fa al nostro voluminoso Scott con che cosa consigliasse di bere questo Tomatin. La sua risposta è arrivata istantaneamente: bistecca di cervo! Mentre eravamo in Trentino abbiamo avuto più di una occasione per abbinarlo…e ragazzi…che bontà! Provare per credere. Il motivo d’altro canto è semplice: non essendo un 18y “only sherry” ha un corpo più beverino, che lo rende assolutamente perfetto ad ogni assaggio per pulire la bocca e valorizzare un piatto saporito, ma al contempo semplice come una bistecca di cervo.

Commento finale: a noi è piaciuto molto. Un whisky con un tipo di invecchiamento evidentemente studiato a tavolino che ha dato degli ottimi risultati. Considerando il prezzo veramente basso nel mercato attuale per un 18 anni e gli abbinamenti fantastici cui può dare origine, lo premiamo con un…

Voto: 8,6

 

 

Kilkerran Heavily Peated

Scheda Iniziale :

Distilleria: Glengyle

Imbottigliamento: “Kilkerran Heavily Peated”, Peat in Progess Batch 1, 2016 – 2019, 55%, Ex-Bourbon e 45% Ex-Sherry

Gradazione: 59,3 %

Prezzo: circa 70 €

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Se vi ricordate bene, ad Aprile vi abbiamo portato alla pasticceria DolceMente di Varese un’anteprima mondiale da provare, il Kilkerran Heavily Peated. Bevuto e ribevuto, oggi possiamo darvene una succosa recensione. Siatene felici!
Nato per far fronte alle richieste di mercato che predilige i whisky torbati, il nostro arriva nei nostri bicchieri carico con addirittura 84 ppm di torba. What? Ma che commercialata è? No, tranquilli, vi pare che di colpo a Kilkerran si dimentichino come si distilla?
Giusto prima di iniziare, questa bottiglia rappresenta la prima della serie “Peat in Progess”, analogalmente alla “Work in Progress” di qualche anno fa. Non si sa ancora dopo quanti anni verrà imbottigliata la versione finita e a quanti gradi, possiamo darvi informazioni solo sulla bottiglia di oggi, è un 3 anni a gradazione piena. “Oddio, ma sarà sgraziatissima!” direte voi, “andate avanti a leggere” diciamo noi.

Colore: oro.

Naso: un insieme di mare e terra sorprendente. Abbiamo un lato carnoso, che varia da una bistecca ben condita fino al maiale al limone, in cui si riflette (poesia!) un lato marino e vegetale, dato dal sale marino e dalla torba. Avvolgente e appetitoso, col tempo rilascia sensazioni di crema al burro e spruzzate di torta di mele. L’ alcool al naso è molto leggero con prugne sotto spirito e papaya. Ritornano le sensazioni carnose di cui sopra con del brodo di pollo. Pronti per la megacastroneria settimanale? Profuma di torta della nonna…alle olive! Tornando più seri, annusando il bicchiere ormai vuoto compare la sabbia bagnata di kilkerraniana memoria che ci piace tanto!

Gusto: qua l’alcool si sente, fuori discussione, ma non così tanto come sarebbe lecito aspettarsi. All’inizio ha una dolcezza che ci ricorda l’albicocca, per poi virare decisamente su sapori salati, quasi da pesce in crosta. Speziato, potente eppure vellutato, possiede infatti una struttura oleosa con note di olive in salamoia. Ci pare di sentire anche una leggera sensazione canforata. Un particolare non di poco conto: non è sgraziato come ci si potrebbe aspettare da un “tre anni”, anzi! Cercando di spiegarci meglio, non è ovviamente molto complesso data la gioventù, ma…si può dire che ha un profilo estremamente coerente?

Finale
: medio  lungo, torbato e salato!

Abbinamento: durante la serata di cui sopra volevamo accompagnarlo ad un dolce alternativo, ma non era facile: l’alta gradazione era un problema e andava assolutamente mitigata. Da qui l’idea di una variazione strutturale della tarte tatin accompagnata a crema di mascarpone. In più la mela avrebbe aiutato tantissimo ad esaltare la nota torbata del whisky. E direi che l’obiettivo è stato raggiunto a giudicare dai commenti dei presenti. Troverete le foto sulla nostra pagina Facebook.

Commento finale: 3 anni? Veramente? Se è questo l’inizio, chissà cosa ci aspetta quando sarà “pronto”: rischia di diventare uno dei migliori OB in circolazione, a nostro modestissimo avviso. Spesso capita che nei whisky giovani la torba sia aggressiva e scomposta, qua è un velluto. La dimostrazione è che i ppm siano solo un numero alle volte. Ha solo un difetto, non è complessissimo, ma è giustificato dalla estrema giovinezza.

Voto: 8,7

 

Speyside 22y “Valinch & Mallet”

Scheda Iniziale :

Distilleria: Speyside

Imbottigliamento: “Valinch & Mallet”, 1996 – 2018, 22y, ex-sherry Hogshead

Gradazione: 54,8 %

Prezzo: circa 170 €

speyside

Oggi vi parleremo della distilleria sicuramente più rappresentiva dell’intero Speyside: Speyside! Esattamente, si chiama così e noi abbiamo vinto il premio per l’intro più originale del 2019. Vedremo di farci perdonare portandovi, come esempio del lavoro di questa distilleria, una bottiglia che ci ha “leggermente” colpito: una 22enne rossa sherry, imbottigliata dai nostri amici della Valinch & Mallet. (A proposito, il 5 aprile vi ricordiamo che avremo una degustazione con loro presso le mura della pasticceria, non mancate, mi raccomando!)

Colore: ambra scura.

Naso: pieno e appetitoso. Si è subito catturati da un profumo di albiccoche disidratate sotto spirito, caramello, fumo e miele castagno. C’è una leggerissima componente acetica e di canfora, ma assolutamente non fastidiosa. Leggiamo di marmellata di fragole nelle note ufficiali e concordiamo pienamente!

Gusto: l’attacco sa di cola (Luca?…ok, questa era per pochi), seguito da un’esplosione di spezie e da un’arancia bionda meravigliosa. A stemperare ulteriormente, oltre alle spezie di cui sopra, c’è una bella tazza di caffè, tanto fumo e una sensazione astringente di sciroppo di tamarindo. Carne caramellata e  forse una punta di Kiwi chiudono il tutto. E’ un whisky che “scalda” parecchio.

Finale
: lunghissimo, con sensazioni di bacca di vaniglia e fichi brucciacchiati. Leggermente mentolato!

Abbinamento: in origine avevamo optato per dei  fichi secchi intinti nel cioccolato, complice il finale di cui sopra. Poi mentre eravamo in pasticceria ci è casualmente capitata una fetta di Sacher sottomano e il risultato era pazzesco! Da consumare con (zero) moderazione!

Commento finale: a noi è piaciuto veramente molto. Siamo di fronte ad una distilleria minore che ha prodotto un whisky ex-sherry che non ha nulla da invidiare a quelli di altre distillerie ben più blasonate (Glendronach e Aberlour in primis). Nonsosecisiamospiegati. Complesso e al contempo facile da bere, peccato non averne ancora! E quindi via col votone…

Voto: 9,0



Tasting notes
:

Color: dark amber.

Nose: full and appetizing. There is a scent of dried apricots in alcohol, caramel, smoke and chestnut honey. In the official notes we read about “strawberry jam” and it’s true! We have also found a dirty side, with acid acetic and camphor, but absolutely not annoying.

Mouth: cola, followed by an explosion of spices and a wonderful blonde orange. Wow, there’s a nice cup of espresso, lots of smoke and an astringent tamarind syrup tip. Caramelized meat and kiwi complete the profile. It’s a whisky that “warms up” a lot.

Finish: very long, with vanilla and burnt figs. Slightly mentholated!

Food Pairing: dried figs and chocolate. But this Speyside combined with a Sacher cake was crazy!

Comment: we really enjoyed it. We have a minor distillery that has produced an ex-sherry whisky, that has nothing to envy to those of other more famous distilleries (Glendronach and Aberlour in the first place). Complex, but easy to drink!

Score: 9,0