Resoconto degustazione “Valinch & Mallet 2018”

Venerdì scorso si è conclusa la serata che abbiamo dedicato ad alcuni nuovi imbottigliamenti della Valinch: come è andata? Diremmo piuttosto bene, a giudicare dal numero dei presenti e dalla loro partecipazione. Non sono mancate poi le sorprese, come leggerete più in basso!

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Solo una nota negativa: come d’abitudine, saremmo dovuti andare a vedere nel dettaglio i vostri pareri e fare le medie matematiche dei voti che avete dato ai whisky. Purtroppo, è sparita, ahimè, la cartelletta con dentro le vostre schede (e 30 penne!). Ebbene sì. E’ un peccato doppio perchè alcune schede erano state…ehm…compilate in maniera davvero divertente! Dovessero saltare fuori, promettiamo di aggiornare l’articolo!
Per lo meno, fortunelli voi (?!),  vi beccate la nostra minirecensione con il nostro personalissimo voto. Per la serie le disgrazie non vengono mai da sole!
Partiamo subito col racconto: vi abbiamo servito un Ledaig ex-bourbon, un Ben Nevis ex-bourbon e un Glenrothes ex-sherry, il tutto commentato da Davide Romano, cofondatore della Valinch & Mallet.

Ledaig 10y bourbon cask
Naso: XXX
Gusto: XXX
Finale: XXX
Abbinamento: minicroissant con pesce spada affumicato e gocce di limone. Il fumo del pesce esaltava la torba del whisky, mentre il grasso ne tirava fuori il lato dolce: il Ledaig ne usciva pericolosamente beverino!
Minirecensione:  distilleria feticcio di chi scrive, questo whisky non si smentisce. Qua è presente in una versione magari più elegante del solito, ma sempre di Ledaig si tratta. Un mare sporco, un “cantiere giù al porto” sono forse le espressioni migliori per descriverlo. Leggermente ferroso, mostra delle note salmastre e di aringa affumicata, molto affumicata, che ci intrippano non poco. In bocca il corpo è leggero con un attacco dolce per poi evolversi magnificamente verso il salato. Nonostante lo sporco, è curiosamente floreale!  Il finale è lungo con pepe e olio, accompagnati da alga marina.
Ah, se avesse avuto qualche grado in più! D’altro canto dobbiamo dire che per molti partecipanti alla serata andava bene così: in effetti più alcolico si sarebbe rivelato molto più sporco, per alcuni estremo. Voto: 8,8

Ben Nevis 19y 1st fill heavily-charred bourbon cask
Naso: XXX
Gusto: XXX
Finale: XXX
Abbinamento: solista.
Minirecensione:  potente, potentissimo. Ma che colore ha? E’ più scuro di uno sherry! Al naso arancia gialla, Christmas Cake, vergognose quantità di baccelli di vaniglia e ciliegie sotto spirito. C’è una punta di ammoniaca! Ma è davvero bourbon? In bocca è avvolgente, potentissimo. Possiamo dirlo? E’ un Amarone versione whisky! Molto “condito”, ci ricorda la miscela 5 spezie cinesi. Tanta la frutta a fare da protagonista, sopratutto polpa di pesca noce matura e ancora le ciliegie del naso. Il finale è lungo con una arancia rossa veramente esagerata, sembra il succo dei cartoni della Bravo. Ok, il paragone non è bellissimo, ma rende l’idea! Buono! Voto: 8,7

Glenrothes 11y, 1st fill sherry cask
Naso: XXX
Gusto: XXX
Finale: XXX
Abbinamento: una monoporzione al lampone e pistacchio. Il whisky esaltava le note grezze, “terrose” del pistacchio e al contempo valorizzava la dolcezza del lampone limandone l’acidità. La panna utilizzata nella preparazione legava il tutto. A detta di molti, è stato un matrimonio “decisamente calorico”!
Minirecensione: Vi riportiamo paro paro quello che abbiamo scritto durante la degustazione al Barba. Cit.: “Evviva il vino spagnolo: dona al naso una facciata di morbidezza con uvetta, cioccolato alla menta, brownie con solo una leggera punta di solvente. In bocca è dolce, vellutato, con la frutta rossa ovviamente a farla da padrona. Resta una vaga senzazione di cedrata in bocca.”  Voto: 8,6

Per fortuna però durante le serate avevamo fatto anche una votazione preliminare ad alzata di mano e quindi possiamo lo stesso proclamare il vostro vincitore! A nostro giudizio, il migliore della serata era il Ledaig,  ma l’Alessandro Borghese che è in voi ribalta il verdetto e…rullo di tamburi…the winner is…

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Il Ben Nevis!
Veramente interessante questa cosa: durante le nostre prime degustazioni era scontato che il whisky preferito dalla platea sarebbe stato un torbato. Invece è un po’ di volte che, al contrario, a vincere sono dei profili generalmente non torbati, ma sporchi. Anche l’ultima volta il vincitore era risultato un dirty Mortlach. Ne terremo conto per le prossime serate!

Tornando a noi, la degustazione non si è conclusa qua, come sa bene chi era presente. Davide R. ci ha dato la possibilità di assaggiare non uno, ma ben due imbottigliamenti ulteriori.  Parliamo di un Glenrothes 9y bourbon che abbiamo potuto confrontare con lo  sherry di cui sopra. Molto utile dal punto di vista didattico: è stato divertente “andare oltre la coltre della botte”, per cercare di trovare  i tratti in comune dei due imbottigliamenti.
Per concludere la serata è stato aperto il Bunna di 22y già protagonista su queste pagine, una robetta da nulla insomma! Grazie ancora a Davide per aver presenziato le serate e per averci portato due “piccole” chicche extra!
A breve posteremo sulla nostra pagina Facebook le foto delle serate! Continuate a seguirci anche su Instagram mi raccomando!

Ma le prossime serate ? Come già detto, ci vedremo verso ottobre causa matrimonio del pasticcere. Vi lasciamo però un’anticipazione con un indizio difficile da decifrare : “T.C.”

A presto, Davide & Sebastiano

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Ben Nevis 18y “Whisky Club”

Scheda Iniziale :

Distilleria: Ben Nevis

Imbottigliamento: Whisky Club Italia, 1997-2015, 2^ refill ex-sherry

Gradazione: 53,4 %

Prezzo: circa 110 €

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E’ arrivato un attimo di fresco qua dove noi scriviamo, quindi ne dobbiamo approfittare e cosa ci beviamo di bello? Nell’armadio per le samples spunta fuori felice un Ben Nevis che ci aveva fatto avere il Claudione nazionale del Whisky Club Italia. Proviamolo subito senza indugiare!

Colore: giallo dorato

Naso: terroso, anzi decisamente argilloso, con note di mosto, sembra di essere in un vigneto! A tal proposito, per restare sempre in campagna, c’è un gradevole profumo di fieno caldo. In maniera molto delicata ci pare di sentire anche dei ribes rossi. Lasciamo respirare il distillato e appaiono delle note di vino passito, con pesca gialla e zafferano, e fragole acerbe . Per concludere la nostra bella gita bucolica, ecco un profumo di melario e foglie di the nero ben sminuzzate. Ha i crismi tipici di Ben Nevis ben armonizzati fra loro, molto bene!

Gusto: quando abbiamo aperto il campione ci è venuto un dubbio: ma l’etichetta è giusta? Il colore è così chiaro! Telefonata di corsa a Claudio chiedendo se fosse veramente un ex sherry. Risposta : certo, è un 2^ refill ! Beh, lo assaggiamolo e…Ehi, è vero! Denso e mieloso, va giù molto bene, mostrando subito il lato terroso del naso. Brodo di pollo? Sicuramente anche dell’ arancia leggermente amara. C’è della malta, non è sgradevole la cosa paradossalmente , anzi è piacevolmente interessante. Sono sensazioni molto differenti, eppure ben amalgamate fra di loro.
Tranquilli comunque, il dolce del miele (millefiori e tarassaco) resta l’aspetto predominante del profilo. Il lato sporco è come il sale nella pastafrolla, ci vuole per evitare un prodotto stucchevole. Con un tocco di acqua, tornano le fragole dell’olfatto con l’aggiunta di peperoncino verde.  Giusto per la cronaca, noi, da alcolizzati quali siamo, piace di più a gradazione piena.

Finale: medio, piccante con pepe bianco e zenzero . Ci pare poi di sentire una punta di fresco mentolata e scorza.

Abbinamento: SPOILER! Whiskyclub a settembre metterà le mani su un formaggio di capra maturato in grotta: questo Ben Nevis potrebbe essere un’idea per goderselo al meglio! Vedremo comunque cosa diranno i padroni di casa del Whisky Club, stay tuned!

Commento finale: troviamo sempre molto interessanti i refill di secondo passaggio. In questi casi la botte non va a coprire il distillato, anzi lo “intacca” solo leggermente , facendolo maturare e mantenendone il suo sapore originario. In questo caso poi siamo davanti non solo ad un Ben Nevis molto didattico, ma anche ad un più che buon whisky. Strizzando l’occhio anche ad un prezzo interessante per una bottiglia maggiorenne, premiamo il tutto con un bel…

Voto: 8,7

 

 

 

 

 

Ben Nevis 16yo “The Whisky Roundabout”

Scheda Iniziale :

Distilleria: Ben Nevis

Imbottigliamento:  16yo bourbon cask for “The Whisky Roundabout” , The Sport Collection

Gradazione:  57,4 %

Prezzo: circa € 95

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Siamo ad agosto, ultime bevute in attesa delle meritate (!?) ferie e dedichiamo così le nostre energie gustative ad una nuova distilleria per il sito, la Ben Nevis.
E’ stata fondata nel 1825, alle pendici della omonima montagna, dal mitico “Long John” Macdonald, a cui poi verrà dedicato un famoso blend. Fonte d’acqua della distilleria  è il fiume Allt a’Mhuilinn, il quale trae origine da due laghi della montagna, il Coira Leis e il Coira na’Ciste.
Nel 1878 viene installata una seconda distilleria, la Nevis Distillery, che verrà poi unita alla sorella nel XX secolo in seguito alla crecente domanda di whisky.
Per concludere con la storia passata, citiamo anche il fatto che per 26 anni, a partire dal 1955, la Ben Nevis è stata dotata di un alambicco di tipo Coffey, avendo di fatto così sperimentato anche la distillazione discontinua.
Siamo onesti però: il whisky tipico di Ben Nevis non era comunque ai top della qualità, piuttosto “sporco”, con punte di solvente e acetone non molto gradevoli.
Per fortuna l’acquisizione della distilleria da parte della giapponese Nikka nel 1989 porta un notevole aumento della qualità sul prodotto finale e, nel 1991, la costruzione di un centro visitatori per attirare così i turisti e diffondere meglio il marchio. Japan Marketing !
La bottiglia di oggi fa parte della collezione “The Sport Collection” dell’imbottigliatore indipendente “The Whisky Roundabout”, alias l’enoteca Cremavini di Crema. E’ un Ben Nevis a gradazione piena di 16y selezionato da Stefano Cremaschi, titolare dell’ enoteca, e Andrea Ferrari, detentore del marchio “Hidden Spirits” e già protagonista sulle nostre pagine.
Ehi, siamo davanti ad una golosa “duemila” allora, attenzione! Dopo questa nota #barelyLegal, prendiamo in mano il bicchiere!

Colore: giallo dorato

Naso: allora diciamolo subito, le note sporche di fumo e solvente ci sono, ma sono veramente in sordina. Esse quindi non costituiscono un difetto ai nostri occh…nasi, ma un valore aggiunto al distillato. E’ pur sempre un rustico abitante delle Highlands, suvvia. Sotto però  la ruvida scorza esterna c’è una dolce anima che ci aspetta!
Un caldo profumo di anice e fragole mature ci delizia il naso al primo impatto per poi virare su note di agrumi e miele. C’è poi del mentolato che aiuta a smorzare il “dolcione” iniziale donando freschezza al profilo. Ossigenandosi, ecco una bagna al maraschino. Il lato delle spezie è lasciato a mandorle secche e vaniglia. Convincente! Vediamo in bocca.

Gusto:  a gradazione piena è leggermente aggressivo se non si è abituati (bevete di più, per Diana!). Dolce ed erbaceo, ha un corpo oleoso che avvolge la bocca e persiste. Ecco, le sensazioni di questa persistenza ci ricorda la vaniglia di Tahiti che, a differenza di quella del Madagascar, resta al palato più a lungo. Si sente che la botte ha lavorato, ma senza danneggiare il distillato. Cioccolato alla menta, limetta e uva acidula completano il cerchio. Ah no, c’è della pera kaiser. Succoso!

Finale: di media lunghezza, piccante e agrumato. Attendendo qualche secondo ritorna una leggera sfumatura erbacea.

Abbinamento: lo sappiamo che siamo in estate, ma un bel arrosto cotto con acini d’ uva si sposerà benissimo con questo distillato. Certo, non è un piatto estivo, ma la prova costume è la vostra, non la nostra eheheheh.

Commento finale: un whisky al contempo “old style” e moderno. Grande bevibilità, ne vorresti ancora. Una nota personale: si sente lontano un chilometro la mano dei selezionatori! Abbiamo provato ad aggiungere un pò di acqua e…cosa dire? Si certo, si stempera così la gradazione, ma non abbiamo rilevato grandi cambiamenti sotto il profilo aromatico e gustativo, per cui a voi la scelta. Concludiamo quindi con un bel….

Voto: 8,8