Tasting notes al “Whisky Festival Revolution”

Ci sono un Varesotto, due Milanesi e un Napoletano e vanno tutti insieme ad un festival di whisky: non è l’inizio di una barzelletta (o forse sì!?), ma di un evento che ha visto protagonisti i ragazzi di WhiskyFacile, Il Bevitore Raffinato e il sottoscritto nella cornice del Whisky Revolution Festival  a Castelfranco Veneto.
L’idea originale era di fare il primo tasting al mondo di quattro imbottigliamenti eseguito contemporaneamente da noi blogger e da tutti i partecipanti assieme, una cosa pazzesca!
Seriamente, com’è andata a finire? Lo leggerete a breve, ma sicuramente siamo partiti col piede giusto dato che i whisky alla fine sono diventati ben 5! Buona lettura.

P.S. Ringraziamo il volontario scriba Giacomo dei Facili che si è offerto di redigere le seguenti note per tutti i nostri siti.

Copper Dog (2019, OB, 40%)

Il nuovo blended malt di Diageo, attacca molto morbido ed è subito preponderante la pera Williams, a dire della sua gioventù. B ìurro e miele, brioches, vaniglia. Ripropone al palato il cereale, la pera e il miele assieme a un’acidità limonosa che dà freschezza. Finale medio corto, ma conserva una piacevolezza di bevuta. Missione compiuta!

Yoichi (OB, 45%)

Il Nas della distilleria più a Nord del Giappone arriva per secondo. Rotondo ed educato, dal pubblico suggeriscono suggestioni floreali di fiori bianchi. Torba in punta di piedi, con una leggera marinità. Dal pubblico un eroe: salsa di soia! Arriva anche un po’ di frutta: buccia di mela rossa e marmellata di albicocca, pesca e ananas matura. Al palato dimostra personalità, corpo pieno con tanta frutta gialla, un poco di torba e sapidità andante. Dicono alga e noi scriviamo come umili scrivani. Finale abbastanza lungo e viene pure proposto un abbinamento territoriale col sashimi.

Puni Aura (2019, OB, 56,2%)


2 anni in ex bourbon e 4 in botti ex Islay. Solo 393 bottiglie. Tutti concordano sulle note medicinali, cenere ma anche una dolcezza tipo caramello, butterscotch e ciliegie. Spezie; a qualcuno ricorda una grappa barricata, anche se forse costui è già ubriachissimo. Epifania di pastiera coi canditi! Dopo mezz’ora affiora zuppa inglese. Alcol ben integrato anche se al palato si fa sentire la pungenza alcolica. Piccantino sul peperoncino. Aggiungiamo acqua e si sprigiona la frutta rossa. Ancora amarene, mela rossa, mandarino.

Talisker 25 yo (2018, OB, 45,8%)

La nota tipica di pepe è smussata dal quarto di secolo, con una bella morbidezza di legno. Note pazzesche di cera, fieno. Oscilla tra la frutta e la pasticceria, una bella torta alle fragole. Prugna. Marmellate varie. In bocca il corpo è pieno e subentrano liquirizia, tabacco a testimoniare della presenza dei barili. Ancora frutta scura, burro, pasta frolla appena sporcati da un filo di torba e di brezza marina. Comunque lo spirito indomito di Talisker resiste, solo si è vestito elegante per l’occasione.

Scarabus (2019, Hunter Laing, 46%)


 

Single malt non dichiarato di Islay. Torba, torba, torba e poi arriva una nota agrumata di chinotto. Non è esente di spigoli, tra ferro e sentori di officina, di carrozzeria (what?!). Ci parla della sua gioventù, un peat monster beverino, quindi un ossimoro vivente. Zucca al forno e dattero. Il pubblico va in delirio e urla soppressa cotta con l’aceto. Al palato ha un picco di sapore ferroso, piccante, di bacon, di caramello. Poi cade placido. Un peat monster gentile, si diceva.

“Ragazzi è stato bello, è stato impegnativo, ma grazie per tutte le impressioni e gli slanci, ci avete dimostrato che i whisky e le persone che lo amano sanno essere Facili, Raffinati e Dolci!”

E dopo questo poetico saluto di Giacomo, anche noi facciamo come Baglioni (cit.)!
A presto, Sebastiano & Davide

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Whisky & Bikers

Ci è arrivato un comunicato ufficiale da parte di Smokehead, che vi riportiamo in originale qui di seguito.  Per i meno anglofoni, vi riportiamo un miniriassunto per sapere di cosa andremo a parlare.
Smokehead è un marchio della Ian Macleod Distillers ed è un misteriosissimo single malt proveniente da Islay. Voci di popolo dicono che provenga da una distilleria a sud-est dell’isola il cui nome finisce per “n”, ma non esiste nulla di ufficiale eh!
In ogn caso, l’ufficio marketing ha avuto l’originale idea di contattare Tyler Lunceford, superbo meccanico e costruttore della Ducati, per creare una moto che rispecchi il loro whisky. Non aspettatevi quindi la classica Ducati da pista, ma una versione decisamente più…”easy rider”?
La parte cool sarà che tutta la costruzione della moto verrà filmata e presentata al pubblico in vari episodi. Troverete qua sotto il trailer e la prima puntata!

SMOKEHEAD REVEAL

MOTORCYCLE COLLABORATION

 

Tyler lunceford, Smokehead 1

 

‘The Smoker’ will be a bespoke motorcycle expertly crafted by the Ducati Whisperer, Tyler Lunceford

Smokehead Islay Single Malt Whisky has teamed up with renowned global biking sensation Tyler Lunceford (known as the Ducati Whisperer of the New York tri-state), challenging him to create his boldest motorcycle ever. The project will follow the creation of a customised Ducati bike, captured through a series of episodes*.

US born, Tyler has a workshop in Brooklyn where he has customised bikes for many obsessive bikers and rock stars. He recently moved to Scotland and opened a workshop in Leith, Edinburgh and will produce a custom Ducati, inspired by vintage racing motorcycles, for Smokehead to showcase at key events. The project will run until September 2019, when the finished model, ‘The Smoker’, will be unleashed.

DOWNLOAD TRAILER: https://we.tl/t-hRUGHcPeLs

*FULL EPISODE NO. 1: https://www.smokehead.com/the-refinery

Commenting on the partnership, Tyler Lunceford, of North Motorcycle, said: “I’m excited to be involved with Smokehead. I love the idea of this brand supporting craftsmen and women, and it’s even better as I’m a huge Smokehead whisky fan.
Motorcyclists have an identity; they feel independent and different from other people. When you find something you like, such as a bold, smoky, outrageous whisky that is not for everyone, it gives you a sense of belonging when it is for you.
I’m literally building my dream bike; it will be something that’s never been seen before, something so bold, that even motorbike buffs will be blown away. It won’t be easy, but it’s a great opportunity to make something really special.”
Adding his thoughts, Iain Weir, Smokehead Brand Director, said: “We’re proud to be working with Tyler. His all-round attitude personifies Smokehead – bold, daring and independent. We can’t wait to see the bike unveiled. Just like Smokehead, motorbikes are not for everyone, but that’s okay, and that’s why this partnership works so well.”

Tyler lunceford, Smokehead 3

The Smokehead Refinery
The campaign will share stories of partnerships with the boldest of craftsmen and women that Smokehead is proud to rub shoulders with. Chapter 1 of the project was unleashed in 2018, a successful partnership with Dram & Smoke creating a series of ‘Smokehead Feasts’ for media and trade across the UK. Chapter 2 celebrates the collaboration with Tyler.

In late 2018, Smokehead released Sherry Bomb, a heavily peated Islay single malt that has been boldly blasted by sherry casks; following hot on the heels of Smokehead High Voltage, along with their louder and bolder look, which was unveiled in April.

*Smokehead encourages everyone to drink responsibly, and not to drink and ride*

Media information:
For more information, further images or for a flavour of Smokehead cocktail recipes, please contact Steely Fox:

Tim Harfield
E:Tim@steelyfox.com or Smokehead@steelyfox.com
M: 07530 438 803
T: 0131 524 6176

www.smokehead.com
f: http://www.facebook.com/smokeheadwhisky
i: http://www.instagram.com/smokeheadwhisky
#smokehead

 

NOTES TO EDITORS:

About Smokehead:

  • Smokehead is an Islay Single Malt Whisky and has been given a bold new look by Ian Macleod Distillers.
  • Originally launched in 2006, Smokehead has been labelled the wild one of Single Malt Whisky and is not for everyone.
  • Award-winning premium Scotch whisky that has an attitude-led positioning and heavily peated taste.

 

 About Ian Macleod Distillers:

  • Established in 1933, Ian Macleod Distillers is one of Scotland’s leading independent, family-owned distillers, blenders and bottlers.
  • Ian Macleod Distillers is the world’s 10th largest Scotch Whisky company, producing and selling over 15 million bottles of spirits every year.
  • Ian Macleod Distillers has built up an enviable portfolio of premium quality spirits and is proud brand proprietor of Glengoyne, Tamdhu, Rosebank and Smokehead Scotch whiskies and Edinburgh Gin to name but a few.

 

Nostro commento provocatorio: è un tentativo di battere il binomio Jack Daniel’s/Harley? Beh, per il whisky sono decisamente partiti col piede giusto, per le moto lo dirà il tempo! Quel che c’è di sicuro è la presentazione della nuova “The Smoker” (così si chiamerà la nostra due ruote) a settembre.
Noi invece ci vedremo a breve per la nuova degustazione “Kilkerran” in pasticceria!

Davide&Sebastiano

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Lagavulin 16 yo OB

Scheda Iniziale :

Distilleria: Lagavulin

Imbottigliamento: OB 2017, 16yo

Gradazione: 43 %

Prezzo: circa 55 €

laga

Oggi andremo ad aggiungere, fra le nostre tasting notes, la recensione di uno di quegli imbottigliamenti che non può mancare in un blog serio! E infatti noi la serietà non sappiamo neanche dove sia di casa, e questo spiega il ritardo nella pubblicazione. Parliamo, come avrete già visto, del Lagavulin 16yo, OB iconico della omonima distilleria, che ogni appassionato di whisky ha sicuramente bevuto più di una volta (una bottiglia intera eh, non di certo un solo dram). Una delle distillerie simbolo di Islay, saprà reggere tutta questa mare di pressione? Spoiler: ci sguazza anche!

Una piccola anticipazione: seguirà nel breve periodo l’inserimento di altri famosi OB di altre distillerie iconiche che non possono più mancare in queste pagine. Ora non cincischiamo e versiamo!

Colore: oro antico.

Naso: semplicemente ti fa immaginare di essere sul dirupo di una scogliera in Scozia. Frase banale, eppure…Fra profumi di acqua di mare, sale, ostriche e alghe è difficile non avere questa sensazione. In tutto ciò nuotano felici delle note dolci di vaniglia, pera e frutti rossi stupendamente amalgamate. Aggiungiamoci poi profumi di affumicato, di thè e di torba e il piatto, anzi il whisky, è servito.  Tanto per rimanere in tema, il bicchiere vuoto odora di aringhe.

Gusto: anche qua l’equilibrio la fa da padrone, risultando in bocca salato, ma al contempo dolce, frizzante eppure oleoso: un whisky di ossimori! Lo iodio del naso non ci lascia e va a condire sensazioni di limone e pera acerba. Ci sembra di sentire in bocca le chips di quercia  che si utilizzano nei barbecue per aromatizzare i cibi. Olive e una grattatina di pepe verde in deglutizione.

Finale: medio, erbaceo, con un fumo leggero di copertone e un tocco di lime.

Abbinamento: ostriche? Buonissimo, ma banale: andiamo un attimo fuori dagli schemi. Preparatevi un bel panino con dentro un buon wurstel, e fin qua ci siamo, giusto? Bene, armatevi di siringa e iniettate il Laga nell’insaccato. Prima che ci linciate, vi diciamo che l’idea non è nostra, l’abbiamo visto fare dagli Scozzesi in persona e non è veramente male! Ovviamente non dimentichiamoci un grande classico, uno dei marriage più riusciti: gorgonzola stagionato e Lagavulin!

Commento finale: abbiamo letto una diatriba su dei forum stranieri dove si reputavano i nuovi imbottigliamenti di Laga 16 non all’altezza dei vecchi a causa del minore utilizzo di botti sherry. Bien, forse è vero e forse no. Sicuramente siamo di fronte ad un piccolo gioiellino semplicemente fatto veramente molto bene. Torbato ma con classe, dolce ma non stucchevole, salato il giusto e così via. Come ha scritto Dave Broom, è la dimostrazione che un whisky fumoso e torbato possa far convivere al suo interno tante sfaccettature senza che vengano sovrastate dal lato dirty. E’ un whisky iconico, equilibrato e per di più di facile reperibilità…signori, cosa volete di più? Ok, noi avremmo voluto qualche grado in più #anonimaAlcolisti, ma il votone ci sta tutto!

Voto: 9,0



Tasting notes
:

Color: dark gold

Nose: with the scents of sea water, salt, oysters and algae it’s easy to see yourself being on Islay. We can sense sweet notes of vanilla, pear and red fruits, wonderfully blended . Aromas of smoked, tea and peat perfectly finish our whisky. Again sea: the empty glass smells like a barrel of herring.

Mouth: very balanced, resulting in the mouth salty, but at the same time sweet, sparkling and yet oily! The iodine of the nose is still present and there are sensations of lemon and unripe pearsIt seems to taste the oak chips, the ones used in the barbecue to flavor food. Olives and green pepper at the end.

Finish: medium, herbaceous, with a light tire smoke and a touch of lime.

Food Pairing: oysters? Very good, but perhaps trivial. Take a good sandwich, a good wurstel, and syringe the Laga into the sausage. We admit it: the idea is not totally ours, we’ve seen it done in Scotland and… the result is amazing!
Of course don’t forget a great classic, one of the most successful match: seasoned gorgonzola and Lagavulin!

Comment: it’s a well done little gem. Peaty but with a lot of class, sweet but not cloying, salty without exaggeration and so on. As Dave Broom wrote, it’s the demonstration that a smoky and peaty whisky can bring together many facets, without being overwhelmed by the dirty side. It’s an iconic, balanced and moreover easy to find whisky… Gentlemen, what more do you want? Ok, more alcohol could be always be a good answer!

Score: 9,0

 

 

South Shore Islay Malt 8Y

Scheda Iniziale :

Distilleria: XXXXXXXXX

Imbottigliamento: South Shore Islay Malt 8Y

Prezzo: circa €70

lagav

Per l’ultima recensione prima del tanto agognato Milano Whisky Festival, abbiamo scelto l’imbottigliamento più apprezzato alla nostra ultima degustazione (tranquilli, metteremo fuori risultati e foto, non l’abbiamo fatto per biechi motivi di salute, che hanno potenziato la nostra proverbiale pigrizia).
Si parla di un “generico” whisky di una “generica” distilleria del sud dell’isola. “Potrebbe” trattarsi di un LaXXXXXXn, ma non essendo scritto sull’etichetta non possiamo giurarlo, ma, ecco, dunque, coff coff, ci siamo capiti no?
Autori di questa misteriosissima selezione sono gli amici della Valinch & Mallet, di cui avevamo già bevuto un notevole Strathmill 26y. Sapranno ripetersi con questo giovincello?

Colore:vino bianco

Naso: molto delicato, torba marina non invadente, che si fonde a delle note di coriandolo molto fresche. Diamogli tempo ed ecco serviti ostrica e limone. (al MWF ci sarà uno stand dedicato: chi ha orecchie per intendere…) a cui seguono delle sensazioni di “vinoso” e di erba bagnata. Abbiamo infine una punta finale di salamino cotto, data dalla torba.
Tutto questo profilo è presente in maniera però in molto molto discreta, non ci sono elementi chiassosi fuori dal coro. La torba è old style, mai invasiva, nonostante la giovane età del distillato: da vero gentleman!

Gusto: dolce. Possiede un corpo leggero, non oleoso, anzi definiamolo pure sottile, ed elegante. E’ leggermente pungente e questa caratteristica dona carattere all’intera struttura del distillato. Salino e salmastro, senza mai eccedere, ribadiamo, un vero signore! Tenedolo in bocca a lungo, si avverte della polpa di pesca gialla. Molto beverino e piacevole, promosso!

Finale:  finalmente un finale lungo, quello che mancava ad un “certo” 8yo. Pepe torba, sale e ancora agrumi.

Abbinamento: ok, i frutti di mare sono una scelta banale, ma per questo motivo non lo dovremmo fare ?  Anche dei bei gamberi rossi di Sicilia crudi non sarebbero da buttar via vero?

Commento finale: rispetto ad un “altro 8yo”, certamente potremmo parlare di come questo sia meglio al naso o al palato. D’altro canto, in questo Islay abbiamo soprattutto quello che manca al suo “fratello”, ovvero finalmente un finale lungo e degno di nota! Con questi presupposti, e in virtù del prezzo minore,  non possiamo non premiarlo con un bel….

Voto: 8,9

Lagavulin 8y Bicentenary

Scheda Iniziale :

Distilleria: Lagavulin

Imbottigliamento:  8yo Bicentenary 1816-2016

Gradazione: 48%

Prezzo: circa € 80. N.B. il prezzo in Italia non è stato ancora comunicato, si basa sulle quotazioni all’estero. Una volta che verrà annunciato, provvederemo ad aggiornarlo.

lag

Tanti auguri a te Lagavulin, tanti auguri a teee! Quest’anno la distilleria, diciamolo pure, simbolo di Islay festeggia i suoi primi 200 anni, auguri ancora! Come prima Ardbeg e poi Laphoraig, anche Lagavulin esce con un imbottigliamento celebrativo per il suo bicentenario. Partiamo da un aneddoto: alla fine del 1880, il giornalista di whisky Alfred Barnard si recò a Lagavulin ed ebbe la fortuna di provare un 8 anni che definì”eccezionalmente fine” e indicò la distilleria come “una delle poche in grado di produrre un single malt di qualità”. Strizzando un occhio a questo episodio, Lagavulin rilancia sul mercato proprio un 8 anni per la ricorrenza. Come sarà? Una mera trovata commerciale  o qualcosa di più?

Colore: vino bianco

Naso: la definizione di “fine” dell’aneddoto di cui sopra è azzeccata. Non ha quell’attacco da brezza oleoso del 16, è più marino. Insomma, concedeteci l’eresia: il naso, per darvi una idea più precisa, sembra un “vatted” fra un Lagavulin 16yo classico e un Caol Ila 12yo.
Inizia con una torba vegetale, salmastra, quasi iodata. Ricorda a tratti gli aromi di una rete da pesca o di un’ostrica. Il pepe solletica il naso mentre appare una nota agrumata, da limone. Ossigenandosi, questo profilo marino vira sul “copertone”, ma senza risultare pesante. Anche l’agrume cambia, ci ricorda più del kumquat, il mandarino cinese. Ci sono poi delle leggerissime note di biscotto che ci ricordano che siamo davanti a un malto giovane.
In conclusione a noi il profumo di mare emoziona sempre tantissimo, quindi promosso a pieni voti.

Gusto: è molto fresco. Subito dolce e frizzante con delle evidenti note di pepe e coriandolo. Tenendolo in bocca ecco la frutta,pesca gialla e ananas, che però non sono invadenti, tutt’altro. C’è poi un agrumato che ci ricorda la Schweppes, in coerenza con il naso, che dona brillantezza e brio. Appaiono infine delle note minerali, da traminer altoatesini. Possiamo quasi dire che il palato tende al secco.
Tutto questo è circondato da una magnifica torba di “lagavulliana” memoria.

Finale: un fumo molto leggero accompagna delle note di pepe e di salmastro. Ecco, a differenza del guru Serge, noi lo abbiamo trovato piuttosto corto, ad eccezione del fumo, gradevolissimo per carità , ma poco incisivo. Lo riproveremo per controllare meglio!

Abbinamento: lo sappiamo, è banale, ma con un piatto di pesce crudo e affumicato questo giovane “Lag” può dare veramente delle grandi soddisfazioni.

Commento finale: a differenza di coff* coff*, per festeggiare il proprio bicentenario Lagavulin ha effettuato un’ottima scelta. Difficile che questa distilleria sbagli, per carità, ma è un piacere vedere che, neanche in questa occasione, hanno abbassato la guardia. Certo, qualcuno dirà che è solo un 8 anni, noi invece diciamo: che giovincello! Ah, se solo avesse avuto  un finale più intenso! Grazie a Claudio per il sample!

Voto: 8,4