Ardbeg Grooves

Scheda Iniziale :

Distilleria: Ardbeg

Imbottigliamento: Grooves, “The Ultimate”serie, ex-wine casks, NAS, 2018

Gradazione: 46 %

Prezzo: circa € 140

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Oggi ci troviamo a sbevazz…analizzare l’ultimo rilascio in serie limitata di Ardbeg, il whisky che è sulla bocca di tutti, il whisky che America e Corea del Nord si contendono: il Grooves! Prima di asssaggiarlo, facciamo un po’ di cultura-gossip!
Per groove, letteralmente solco, si intende in musica una serie ritmica che si ripete ciclicamente: andava molto di moda a cavallo fra gli anni 60/70 soprattutto nella black music e, in tempi più moderni, nella disco-music. D’altro canto proprio negli anni 60 si utilizzava il verbo “to groove” con il significato di “divertirsi intensamente”. Considerando poi la festa stile hippie che si è svolta a Milano settimana scorsa proprio per presentare questo Ardbeg, beh, possiamo dire che di richiami agli anni dei figli dei fiori non ne manchino proprio.
In realtà ci sarebbe un’altra spiegazione dietro alla scelta del nome.
Bill Lumsden, l’uomo che sta dietro a Glenmorangie e ad Ardbeg, ci dice che i barili di vino che hanno usato per Grooves provenivano dalla Brown Forman. Questo gruppo sta dietro al Jack Daniel’s Sinatra Select, che è un whisky fatto con botti dove sono state incise delle serie di rigide scanalature, “grooves”, fatte all’interno della doga, dopo la carbonizzazione. Il whisky entra così a contatto sia con la quercia carbonizzata che con la parte di legno “fresco”, aumentando così la propria complessità. Certo, non c’è nessuna prova scritta che questo Ardbeg sia maturato in questo tipo di barili, però i dubbi sono leciti!
Tornando a noi, questo whisky avrebbe potuto commuovere Joe Cocker, noto amante dell’alcool, se l’avesse avuto con sè al concerto di Woodstock? Versiamo e scopriamolo!

Colore: sauvignon.

Naso: vinoso (colpo di scena), con uva bianca, ciliegia limona e pasta di zucchero. Questo lato dolce evolve poi con la torba: siamo ad Ardbeg, per Giove pluvio! C’è anche un lato grasso con olio di semi, e…popcorn?! Probabilmente non dovremmo scrivere tasting notes quando abbiamo fame!
Il fumo isolano tranquilli che arriva, quasi come di plastica bruciata, ma per sentirlo dovete lasciare ossigenare il whisky, in quanto il lato zuccherino resta sempre persistente. Per noi romanticoni un pochetto di salmastro non manca, accompagnato da un odore di carbonella, giusto per restare in tema con l’estate. Il bicchiere vuoto profuma di pesca gialla!

Gusto: piccante, inizia con una zolletta di zucchero, forse troppo intensa, seguita però dai dogmi di Ardbeg quali fumo, limone e pepe. Un ananas acerbo e la carambola fanno la loro parte per quello che riguarda la frutta. C’è per finire un lato orientalleggiante che ci ricorda non tanto il curry, forse la miscela tikka, dal gusto più pieno, ma l’è i stess! Forse cuoio?

Finale: medio e fumoso. E ok. Peccato per una punta di amaro abbastanza persistente.

Commento finale: di sapore saremmo anche potuti andare d’accordo, ma quel finale ci ha bloccati un po’. Facciamo chiarezza, e chi ci legge lo sa bene: noi non siamo amanti degli invecchiamenti in vino, quindi è facile che sia solo un problema nostro. Anzi, a conferma, persone decisamente più preparate di noi lo hanno gradito maggiormente! In ogni caso, ci piacerebbe assaggiare la Committee Release, dal grado alcolico più elevato e quindi più dolce, per fare un confronto. Il voto non tiene conto del prezzo a cui lo si trova fuori, altrimenti…a buon intenditore poche parole.

Voto: 7,9



Tasting notes
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Nose: white grapes, cherry, starfruit and sugar paste. Peat, as the time passes burnt plastic smoke appears, brackish sea and charcoal for barbecue!

Mouth: spicy. A typical Ardbeg with lemon, pepper and smoke. We add a strong-flavoured sugar cube, pineapple and a spicy tikka mixture.

Finish: medium and smoky. Too bad: there is a bit of bitterness.

Comments: we do not like “ex-wine” whiskey, so the score reflects only our taste that does not represent the objective characteristics of whiskey. In fact we know that others loved it much more than us. It should be tasted in any case!

Score: 7,9

 

 

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Ardbeg Twenty Something

Scheda Iniziale :

Distilleria: Ardbeg

Imbottigliamento: OB 2017, 23y, ex-bourbon e ex-oloroso casks

Gradazione: 46,3 %

Prezzo: circa € 750

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Oh oh oh (risata natalizia)! Siamo arrivati all’ultima recensione prima delle mai abbastanza meritate vacanze invernali. Potevamo fare un articolo sui best buy per i regali di Natale, ma abbiamo preferito parlarvi di un signor whisky, un whisky per le occasioni importanti, un whisky che potete comprare e poi condividere con noi insomma. Che bella idea, vero? Per l’occasione abbiamo puntato un Ardbeg di 23 anni, venti e qualcosa per gli amici, imbottigliato dalla distilleria stessa e da poco giunto da noi in Italia.
Si saranno fatti perdonare dopo tanti Nas imbottigliati dalla Maison (il polemico uso del francese è voluto) dalla qualità altalenante? Scopriamolo assieme.

Colore: giallo ramato

Naso: che intensità! Un potpourri di ossimori (e questa come ci è uscita?!): c’è un copertone potente ma elegante, un odore di capocchia di fiammero accesa ma non pungente, è dolce eppure salato e così via! Veramente ingrigante. Siamo ad Ardbeg, quindi la salsedine come scritto prima non può mancare, se poi è amalgamata a tanta frutta come pesca gialla, papaya, mango e ciliegia bianca, non possiamo che rimanerne affascinati. Più in lontananza c’è una bella scarpa in pelle appena lucidata. Dandogli tempo, viene fuori un  fumo potentissimo (it’s over 9000!) e un po’ di catramino! Deformazione professionale di chi scrive: forse anche del disinfettante, non forte come quello di un Laphoraig comunque. Il lato sherry come si vede dalla descrizione ci pare in ogni caso quello più timido.

Gusto: morbido e rotondo, avvolge tutta la bocca con una rotazione di sapori che sembra non finire mai! C’è una torba sapientemente cesellata dall’età, nulla di fastidioso come certi Nas per intenderci, poi tanto lime, un dolce legno e una secchiata di  spezie con cardamomo, pepe e sale. Non manca neanche  un gradevole fumo: un po’ di “zozzo” ci piace sempre! Sarà poi forse il periodo natalizio, ma ci sembra anche di sentire della cioccolata in tazza. Per concludere, appare anche una gradevole nota balsamica che rinfresca, stile Brrrancamenta (no, scherziamo, tranquilli!). In ogni caso, come scritto più in alto, immaginate tutto questo che continua turbinare nella vostra bocca. Goduria!

Finale: lungo, con un bel fumo dolce, tipo la bancarella di incensi che c’era fuori dall’università. Forse anche dell’ananas caramellato troppo, diciamo pure mezzo bruciacchiato. Un po’ di “dirty” comunque non manca, con dell’asfalto bagnato. Ah però!

Abbinamento: godetevelo a fine pasto, è un whisky da meditazione, da lasciare nel bicchiere per centellinarlo con tutta la calma che merita.

Commento finale: la ragazzo è intelligente, ma negli anni passati non si applicava più come una volta. A questo giro si è fatta perdonare. Vedi, cara Ardbeg, che se ti impegni lo tiri fuori il coniglio dal cappello? Brava brava! Peccato che, per ricompensare il tuo sforzo, hai stabilito probabimente un nuovo record per il prezzo, ma sono ahimè le leggi del mercato. Facciamo una nostra personalissima e constestabilissima media fra la goduta di bevuta (che è tanta, chiariamoci) e il prezzo, scriviamo il voto e…buon Natale a tutti !!!

Voto: 8,9



Tasting notes
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Nose: Oh oh oh ! Tire, match head and salt mixed with yellow peach, mango and white cherry. Shoe polish and medicinal. By oxygenating, a lot of smoke and a bit of tar: Ardbeg-style.
Mouth:  a vortex of lime, sweet wood, soft peat refined by the passage of time. Chocolate in a cup and a balsamic tip. Saltiness with pepper and cardamom. Very good!
Finish: medium-long, with incense, roasted pineapple and wet asphalt.
Comments: really good, many nuances well integrated. Complex and charming, too bad about the price, but it’s business after all !

Score: 8,9

 

 

 

Ardbeg Chieftain’s serie 1996-2016

Scheda Iniziale :

Distilleria: Ardbeg

Imbottigliamento: 1996-2016 Ian Macleod for Chieftain’s serie

Gradazione:  46,5 %

Prezzo: circa €340

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Reduci dal Milano Whisky Festival, siamo tornati a casa belli felici e carichi di samples, di cui una era stata riempita con un bell’Ardbeg single cask di ben 21 stagioni fa.
Autore della selezione è un certo Ian Macleod. Questo signore, oltre che produttore di blend, imbottigliatore di single cask,  è anche il proprietario  di alcune distillerie tra cui la Glengoyne.
Inizialmente Macleod era nemico giurato dei whisky torbati. A seguito dell’evoluzione del mercato e spinto dal bisogno di soldi (pecunia non olet), si è riscoperto come un grande selezionatore di prodotti a base di torba. Non possiamo non citare infatti il blend Smokehead, disponibile sul mercato con varie età di invecchiamento, un vero must per gli amanti del fumo e copertone. A volte la sorte è veramente ironica!
Detto questo, all’urlo de “ne resterà soltanto uno” (cit.), versiamo nel bicchiere!

Colore: oro chiaro.

Naso: sommando Macleod ad Ardbeg ti aspetti un torbatone e invece! Nulla di troppo forte o chiassoso come in taluni whisky moderni.
La torba è fumosa e vegetale, quasi da erba macerata. Ci sono poi degli odori tipici del sottobosco dopo la pioggia, di humus insomma: D’Annunzio ci fa una pippa! A ricordarci sempre che siamo su Islay, ecco del medicinale che ricorda certi vecchi Laphoraig.
A braccetto con questi elementi c’è il lato “pasticcioso” con gocce di limone, biscotto al burro e vaniglia. Con una ulteriore ossigenazione ecco qua la torta della nonna! Ve la ricordate? E’ quell’impasto con ripieno di crema pasticcera e i pinoli in superficie.
Ribadiamo comunque: è un profilo sempre equilibrato e mai sgraziato.

Gusto: ha un attacco dolce e al contempo oleoso. Una torba bagnata, minerale e fumosa si presenta alla festa assieme a del peperoncino rosso di Cayenna. Per fortuna, nonostante i 21 anni di età, mancano quelle borsate di legno tipiche degli OB recenti. Al loro posto però abbiamo della frutta tropicale, come lichi e guava. In deglutizione c’è una punta quasi di frizzante, acqua tonica-style. Oddio, ci sembra di sentire una punta di calce, ma magari è solo il cantiere che hanno aperto qui vicino eh!
Non molto complesso, ma fatto bene, un tipico vecchio Ardbeg!

Finale: lungo. Si ripropone il limone a braccetto con torba e fumo. Molto dopo appare una decisa nota salata.

Abbinamento: ostriche gratinate e limone! Se dobbiamo spendere, che spesa sia!

Commento finale: veramente un ottimo prodotto, classe di altri tempi. Costa molto meno del quasi coetaneo OB uscito in questi giorni, è single cask, è buono, è un Ardbeg vecchia scuola, cosa volete di più ? Ah sì, si beve molto volentieri!

Voto: 8,8

 

Ardbeg Uigeadail 2014

Scheda Iniziale :

Distilleria: Ardbeg

Imbottigliamento:  Uigeadail 

Gradazione: 54,2%

Prezzo: circa 75 euro

ardbeg-uigeadail

Ardbeg è una distilleria dell’isola di Islay famosa per i suoi whisky estremamente torbati. Fondata nel lontano 1815, ha attraversato molte difficoltà prima di arrivare così come la conosciamo ai giorni nostri. Ha avuto più proprietari ed è stata costretta a interrompere la sua produzione due volte, andando vicino alla chiusura definitiva. Per nostra fortuna nel 1997 è stata rilevata dal colosso Moet Hennessy che ha subito mostrato di avere le idee chiare: valorizzare i prodotti del passato e lanciare un nuovo core range. E i risultati sono arrivati in pochi anni, anche grazie ad un marketing molto aggressivo. Ardeg Ten, Corryvreckan, Airigh Nam Beist e Uigeadail sono solo alcuni dei loro imbottigliamenti più riusciti e famosi. Oggi parleremo proprio di quest’ultimo.
Uigeadail (si pronuncia ‘Oog-a-dal’) è un termine gaelico che significa “luogo oscuro e misterioso” ed è il nome del lago che fornisce l’acqua utilizzata dalla distilleria. E’ un vatted di vari ardbeg di età non dichiarata, provenienti da botti ex-bourbon ed ex-sherry, e non filtrato a freddo. Corre voce che i whisky più “vecchi” che compongono la versione presa in esame oggi risalgano al massimo a 15 anni fa, ma prometto di informarmi meglio.

p.s.Quest’anno la distilleria per festeggiare i 200 anni di attività ha lanciato un nuovo imbottigliamento, Perpetuum, che sarà oggetto di un nostro prossimo tasting.

Colore: oro scuro

Naso: alcool dove sei finito? Si parte subito con la torba catramosa, fenolica e salmastra tipica Ardbeg, fumo a mille che poi via via si attenua virando verso il dolce. Abbiamo così bastoncini di incenso e un cedro che sembra abbia riposato nella cenere del caminetto, poi…tutti in pasticceria! Torta di cioccolato e spezie, una Christmas cake per intenderci, dove predominano lo zenzero e la cannella, vaniglia e crema pasticcera al limone. In retrolfazione una appetitosa nota di rosmarino.

Gusto: che corpo! Potenza e morbidezza, mano di ferro in guanto di velluto. L’utilizzo di botti sherry ne ha arrotondato notevolmente il palato, donando al distillato una pericolosa bevibilità! La torba si sente, certo, ma poi parte una sinfonia tropicale con banana cotta e papaya con limone, (mai provato? fatelo!). Cioccolato fondente al 55%. Sarebbe già perfetto così, ma aggiungiamoci un pò di acqua:  aumentano lo iodio e la frutta ed appare un gradevolissimo sapore di liquirizia.

Finale: lungo e fumoso, con pepe e scorza di arancia con il mallo (è la parte bianca appena sotto la buccia).

Abbinamento: in realtà una ricetta veloce veloce. Marinare per 15 minuti  circa dei gamberi con Uigedail e sale di Guerande. Una volta passato il tempo, cuoceteli in un sugo di pomodoro carote e sedano. Una volta pronti, mettete da parte i gamberi. A parte scottate dei pomodorini tagliati a metà conditi anche loro con Uigedail. Scolate delle linguine al dente e fatele saltare nel sugo assieme ai pomodorini. Impiattate e “decorate” coi gamberi . Dato che siamo in argomento ricordo che Ardbeg è uno dei posti dove si mangia meglio su Islay.

Commento finale:  nel 2009 Jim Murray nella sua “The Whisky Bible”  lo aveva insignito del premio “miglior whisky” al mondo. Certo nell’imbottigliamento preso in esame c’erano ancora Ardbeg distillati negli anni 70, ora non più, ma possiamo consolarci tranquillamente: l’edizione di quest’anno merita veramente. Complessità e goduria a mille e  non c’è più la nota eccessiva di legno rispetto allo scorso anno. In alto i calici !

Voto:  91