Ben Nevis 18y “Whisky Club”

Scheda Iniziale :

Distilleria: Ben Nevis

Imbottigliamento: Whisky Club Italia, 1997-2015, 2^ refill ex-sherry

Gradazione: 53,4 %

Prezzo: circa 110 €

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E’ arrivato un attimo di fresco qua dove noi scriviamo, quindi ne dobbiamo approfittare e cosa ci beviamo di bello? Nell’armadio per le samples spunta fuori felice un Ben Nevis che ci aveva fatto avere il Claudione nazionale del Whisky Club Italia. Proviamolo subito senza indugiare!

Colore: giallo dorato

Naso: terroso, anzi decisamente argilloso, con note di mosto, sembra di essere in un vigneto! A tal proposito, per restare sempre in campagna, c’è un gradevole profumo di fieno caldo. In maniera molto delicata ci pare di sentire anche dei ribes rossi. Lasciamo respirare il distillato e appaiono delle note di vino passito, con pesca gialla e zafferano, e fragole acerbe . Per concludere la nostra bella gita bucolica, ecco un profumo di melario e foglie di the nero ben sminuzzate. Ha i crismi tipici di Ben Nevis ben armonizzati fra loro, molto bene!

Gusto: quando abbiamo aperto il campione ci è venuto un dubbio: ma l’etichetta è giusta? Il colore è così chiaro! Telefonata di corsa a Claudio chiedendo se fosse veramente un ex sherry. Risposta : certo, è un 2^ refill ! Beh, lo assaggiamolo e…Ehi, è vero! Denso e mieloso, va giù molto bene, mostrando subito il lato terroso del naso. Brodo di pollo? Sicuramente anche dell’ arancia leggermente amara. C’è della malta, non è sgradevole la cosa paradossalmente , anzi è piacevolmente interessante. Sono sensazioni molto differenti, eppure ben amalgamate fra di loro.
Tranquilli comunque, il dolce del miele (millefiori e tarassaco) resta l’aspetto predominante del profilo. Il lato sporco è come il sale nella pastafrolla, ci vuole per evitare un prodotto stucchevole. Con un tocco di acqua, tornano le fragole dell’olfatto con l’aggiunta di peperoncino verde.  Giusto per la cronaca, noi, da alcolizzati quali siamo, piace di più a gradazione piena.

Finale: medio, piccante con pepe bianco e zenzero . Ci pare poi di sentire una punta di fresco mentolata e scorza.

Abbinamento: SPOILER! Whiskyclub a settembre metterà le mani su un formaggio di capra maturato in grotta: questo Ben Nevis potrebbe essere un’idea per goderselo al meglio! Vedremo comunque cosa diranno i padroni di casa del Whisky Club, stay tuned!

Commento finale: troviamo sempre molto interessanti i refill di secondo passaggio. In questi casi la botte non va a coprire il distillato, anzi lo “intacca” solo leggermente , facendolo maturare e mantenendone il suo sapore originario. In questo caso poi siamo davanti non solo ad un Ben Nevis molto didattico, ma anche ad un più che buon whisky. Strizzando l’occhio anche ad un prezzo interessante per una bottiglia maggiorenne, premiamo il tutto con un bel…

Voto: 8,7

 

 

 

 

 

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Glendronach 2004 for Beija Flor & Whiskyclub Italia

Scheda Iniziale :

Distilleria: Glendronach

Imbottigliamento:  2004-2016, ex-sherry cask PX  for Beija flor & WhiskyClub Italia

Gradazione:  51,1%

Prezzo: circa €95

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Che bello! Questo tempaccio è adatto per aprire un bel Glendronach, quindi approfittiamone e scaldiamo così nostri cuori e le nostre anime (quanta poesia per un blog!). Di questa distilleria vi abbiamo già parlato, quindi analizziamo direttamente la bottiglia.
Più di 51 gradi, 12 anni in PX e 432 bottiglie prodotte dalla botte n° 6343, e chi prima arriva meglio alloggia, ma chi sono i colpevoli di questa selezione? Abbiamo l’importatore diretto per il mercato italiano di Glendronach, alias Beija Flor di Maurizio Cagnolati, e il Whiskyclub Italia di Claudio Riva. Con queste referenze cosa potrà mai andare storto ? Stappiamo!

Colore: arancione scuro

Naso: la gradazione di botte si fa subito sentire, dando potenza e vigore al profilo. Inizialmente, parte con delle ciliegie sotto spirito, buccia di arance e marmellata di fragole. Ha un piacevole lato orientaleggiante, con pepe nero e cannella, quasi da pan di spezie. Ossigenandosi, ecco poi delle note calde, con pelliccia e crema al cioccolato a farla da padrone. Quest’ultima, e forse sarà il fanciullino che rugge dentro di noi, ci pare poi   evolvere in polvere di cioccolato, anzi, in Nesquik (?!).

Gusto: rotondo, caldo e avvolgente. Spesso gli imbottigliamenti ex-sherry peccano per la presenza di troppe spezie in bocca, che allappano in maniera fastidiosa. Qua è tutto il contrario, il whisky va giù che è una meraviglia. Ancora arancia e cacao, ma ricorda più la versione da pasticceria metà candito e metà cioccolato. Uvette a bagno nel rhum a braccetto con sensazioni di malto maltoso. Datteri e fichi secchi, una bontà!

Finale:  molto lungo, con  punte di pepe e cioccolato amaro.

Abbinamento:  abbiate fede, miscredenti! Una tartina di pane con del gorgonzola stagionato e un pezzo di cioccolato fondente 90% darà un risultato clamoroso !

Commento finale:  riprendendo l’incipit di cui sopra, non è andato storto nulla di nulla. Abbiamo un signor Dronach dotato di una facilità di bevuta imbarazzante, ai limiti dell’illegalità. Complimenti ai selezionatori. Col freddo, davanti al caminetto o a tavola con gli amici, è una bottiglia da non farsi mancare . Grazie a Claudio per averci dato l’occasione di provarlo!

Voto: 8,8

Arran 12y “Whiskyclub Italia”

Scheda Iniziale :

Distilleria: Arran

Imbottigliamento: bourbon cask 909/2001 per “Whiskyclub Italia”

Gradazione: 55,4%

Prezzo:  € 72

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Eccoci qua con la recensione di uno degli imbottigliamenti della serata con “Whiskyclub Italia”, un Arran 12y.
Arran sorge sull’omonima simpatica isoletta che si trova a sud ovest della Scozia. Non immaginatevela come un posto freddo, stile Highlands. Arran è dotata di un clima mite, godendo dei benefici della corrente del Golfo, al punto che ci potete trovare delle palme! Ci piace pensare, e probabilmente è così, che tutto ciò si rifletta nel carattere del whisky che oggi andremo ad assaggiare.
Questa microdistilleria è stata fondata nel 1993 da Harold Currie, ex manager della Chivas Brother. Durante i lavori di costruzione c’è stata una piccola pausa forzata dovuta a delle aquile reali che avevano deciso di nidificare proprio nel cantiere. Ancora oggi possono essere viste dal cortile della distilleria. Aquile golose!
La struttura è stata eretta strizzando l’occhio ad un design tradizionale, con i tipici muri bianchi e i tetti a pagoda. Ma per i whisky? Andiamo dai classici imbottigliamenti ex bourbon e sherry  fino a quelli più moderni, con finish in calvados o amarone ad esempio, sia peated che unpeated. Insomma ce n’è per tutti i gusti!
I primi Arran erano, come dire, decisamente anonimi, ma dopo i sette anni  di invecchiamento il legno ha “cominciato a lavorare bene” , donando al whisky il profilo che oggi si apprezza in tutto il mondo.
Ma la bottiglia di oggi come sarà? Sniffiamo!

Colore: giallo chiaro.

Naso: abbiamo subito una buccia di pesca gialla e della carambola che evolvono rapidamente in una frolla con crema pasticcera, molto carica di vaniglia (qualcuno ha detto bourbon?). Il lato tropicale sale, portandoci della frutta più polposa, sì ci piace polposa. Una volta in un hotel avevamo provato del guava con succo di pera e della papaya con limone: ecco possiamo dire che questa connubio di frutta rappresenta molto bene, a nostro avviso, il profilo aromatico di questo distillato. Spirito e una leggera e lontana nota di malto completano il tutto. Al naso quindi possiamo dire,senza paura, che siamo davanti ad un “dolcione”.

Gusto: e qua ci sorprende. Ci aspettavamo un qualcosa sulla stessa linea del naso, e invece…E’ vero, il corpo appare subito pieno e dolce con mela rossa e biscotto, ma poi si notano subito una acidità e una speziatura molto intriganti! Limone, dragoncello e coriandolo gli donano infatti una bevibilità pericolosa. C’è della cotognata e, tenendo il distillato in bocca e facendolo “roteare”, ecco del caramello salato: buono!

Finale: persistente e cremoso, con pesca gialla e pepe che avviluppano la lingua. Mostarda?

Abbinamento: assolutamente un grande formaggio erborinato, leggermente aspro e piccante. Una favola.

Commento finale: è un whisky che ha spaccato i giudizi alla nostra degustazione con Whiksyclub: si andava da chi non lo apprezzava particolarmente a chi lo riteneva il migliore della serata. Noi ci piazziamo fra questi ultimi, intrigati dal contrasto naso-bocca , e quindi…

Voto: 8,6

 

 

Degustazione con “WhiskyClub Italia”

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Ad aprile la pasticceria DolceMente è onorata di potervi proporre una degustazione di whisky guidata dai fondatori del Whiskyclub Italia, che condivideranno con noi 3 delle loro selezioni.

Nel dettaglio avremo:

– in apertuta un Longmorn 21y 50% solista

– a seguire Arran 12y 55,4% accompagnato da un formaggio selezione Guffanti di Arona

– per concludere un Kilchoman 5y 60,8% con plumcake alla crema di cioccolato millesimato Porcelana Valrhona

Cercate di non mancare: Claudio e Davide sono personaggi che ogni appassionato, di whisky e non, deve avere la possibilità di ascoltare!

Abbiamo organizzato due serate ciascuna con 17 posti disponibili
– venerdì 15 aprile ore 21.00
– venerdì 22 aprile ore 21.00

Costo della partecipazione: 24€ con possibilità di acquisto degli imbottigliamenti.
Scrivete gentilmente a quale serata vorrete partecipare.

A presto Davide&Seba
www.dolcementewhisky.com

Balblair “Whisky Club Italia” vintage 1997

Scheda Iniziale :

Distilleria: Balblair

Imbottigliamento: 1997- 2015 18y single cask per  “Whisky Club Italia”

Gradazione: 57,6 %

Prezzo: € 149

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Oggi ci spostiamo nelle Highlands settentrionali, nella zona del villaggio di Edderton, dove sorge la distilleria Balblair, una delle più antiche di tutta la Scozia.
L’area era conosciuta come ” la parocchia delle torbe”, vista la prolifica distillazione di whisky e l’abbondanza di torba nel sottosuolo circostante. Dopo questa premessa possiamo quindi immaginare che a Balblair si produca un distillato…invece no, non è torbato! Sono degli spiritosoni questi scozzesi, in tutti i sensi! Ora torniamo seri, per favore!
Balblair venne fondata nel 1790 da John Ross e rimase di proprietà della sua famiglia fino al 1894, quando fu acquistata da Alexander Cowan che ricostruì la distilleria nella sede attuale a pochi passi di quella vecchia, potendo così sfruttare meglio la nuova ferrovia che passava ad Edderton.
Altro passaggio di proprietà nel 1950 con Robert James “Bertie” Cumming. Sotto la sua guida, Balblair aumentò la produzione di distillato e divenne un componente importante di alcuni blend come il Bell e il White & Mackay. Nel 1970 Balblair passò alla Allied Distillers e infine, nel 1996, alla Inver House Distillers Ltd , filiale di proprietà della Pacific Spirits.
Balblair è solo in tempi recenti che si è conquistata le attenzioni del pubblico, grazie ad un marketing che ha saputo colpire nel segno.
Innanzitutto, è stato migliorato il packaging, con il rinnovo del logo e l’utilizzo di una bottiglia dalla forma inusuale e decorata con dei motivi ripresi dalla Clach Biorach, una stele di pietra intagliata che si trova proprio nel villaggio di Edderton.
Infine la loro gamma dal 2007 è basata sui vintage,le annate dei vini, un caso mi pare unico nel mondo dei whisky, mossa che ha saputo dare una ulteriore aria di prestigio al prodotto, “aiutata” anche dal conseguente aumento di prezzo degli imbottigliamenti. 
La bottiglia presa in esame oggi è una delle ultime selezioni del Whisky Club Italia,  di cui vi avevamo già parlato qua. Il distillery manager John MacDonald di Balblair ha selezionato personalmente 15 botti per il mercato internazionale e noi italiani, grazie agli sforzi di Claudio Riva & compagni, siamo riusciti ad averne una ex- bourbon fist fill  tutta per noi! Siamo di fronte ad una gradazione piena, 57,6%, senza filtrazione a freddo e coloranti, assolutamente “nature”, come piace a noi.
E ora apriamo le danze!

Colore: ambra

Naso: subito colpisce “l’assenza” dell’alcool, siamo sicuri che la gradazione riportata in bottiglia sia giusta? Scherzi a parte, già questo fatto ci fa drizzare le antenne in positivo per la qualità del prodotto. Abbiamo subito una bella scorzetta di arancia accompagnata da uvetta e papaya. A questo profilo dolce, si accompagna poi un lato floreale molto delicato e fresco con gelsomino e giglio (un grazie alla nostra fiorista per l’aiuto!). La lunga maturazione in botte ci lascia dei sentori di legno di noce. Aprendosi, c’è del cuoio che dona un pizzico di carattere in più. Si finisce con marmellata di agrumi e della polpa di pompelmo rosa.
Con l’aggiunta di acqua, ecco comparire una caramella Alpenliebe. Sì, sappiamo che in “gergo” si parlerebbe di note toffee, ma siamo degli eterni bambinoni ahimè. Molto miele di tiglio, che rende il profilo sì più morbido, ma toglie un po’ di brio. Insomma, questo Balblair ci è piaciuto di più in purezza al naso. Sarà così anche al gusto?

Gusto: veramente sorprendente, l’alcool a 57 gradi quasi non si avverte. In ogni caso, come è lecito aspettarsi da una gradazione alcolica simile, in bocca si avverte subito una sensazione di dolcezza, molto molto gradevole. Abbiamo poi un lato quasi pungente dato da limone e spezie (paprika?) che ne esalta la freschezza. Il sapore ricorda quello di alcuni peperoncini gialli poco piccanti, che si usano nelle preparazioni per esaltare la frutta.
Veramente buono, che botte! Armonioso e “gourmand”! Anche qua l’aggiunta di acqua a nostro avviso lo rende più facile da bere coprendo, però, i tratti frizzanti che ci avevano colpito prima.

Finale: lungo, leggermente erbaceo ed emergono decisamente le note toffee rilevate al naso.

Abbinamento: delizioso da solo, da provare con un’insalata a base di finocchio, arancia e parmigiano reggiano.

Commento finale: Qualcuno dirà che è un whisky facile da bere, senza torba o iodio: vero! Ma chissene, lo scopo del whisky checché se ne dica è essere bevuto e a noi questo Balblair è piaciuto veramente parecchio e quindi…

Voto: 9,0

P.S. : un’anteprima per i nostri lettori che ormai ci fermano per strada per gli autografi! A fine aprile, terremo la nostra prossima degustazione e saranno presenti 3 selezioni del Whisky Club Italia, illustrate nientepocodimenoche da Claudio Riva! E per le date? Stay tuned!