Mars Maltage “Cosmo”

Scheda Iniziale :

Distilleria: Shinshu Mars

Imbottigliamento: OB, Blended Malt, 2015, serie “Cosmo”

Gradazione: 43 %

Prezzo: circa € 70

mars

In questo periodo in cui è discretamente rognoso fare viaggi all’estero, proviamo almeno virtualmente a dirigerci con la mente (e il bicchiere!) verso il Giappone. Andremo a bere un whisky proveniente dalla Mars Distillery. Fondata nel 1985, è rimasta chiusa dal 1992 al 2011, ed è di proprietà del produttore di shōchū Hombo. Curiosità per gli appassionati di numeri: situata ad 800 m s.l.m  nei pressi del villaggio di Miyada (prefettura di Nagano), è la distilleria più in “alta quota” del Giappone. A tal proposito, è motivo  di orgoglio l’utilizzo di una fonte di acqua pura di montagna, filtrata dal granito.
La bottiglia di oggi è un bel mix di whisky scozzesi  e giovani whisky distillati da Mars. Purtroppo, secondo la legislazione giappa, questo blend può essere definito “whisky giapponese”. Non approviamo, ma così è. Strano poi, essendo ben nota la precisione nipponica, ma pecunia non olet. Amen, vedremo per il futuro.
Comunque Mars di recente sta sfornando più che ottimi whisky single malt e single cask. Sapranno confermarsi anche con il “Cosmo”? Assaggiamo!

Colore: arancia.

Naso: si viene subito colpiti da una morbidezza, che ci ricorda vaschette di crema frangipane e di crema pasticcera alla vaniglia. Partiamo bene!
Prosegue poi sempre sui binari della dolcezza, con marshmallow e caramello. Il percorso è tracciato e lo segue costantemente anche quando dalla pasticceria ci si sposta sui fiori: una bella siepe di gelsomino (poi magari è la siepe del vicino eh).  Un po’ di pietra pomice stempera il tutto.
Il bicchiere vuoto profuma di miele d’acacia!

Gusto: estremamente coerente col naso, ma purtroppo non molto complesso in realtà. Cremoso e maltoso, con ancora frangipane e fetta di arancia, zenzero candito  e banana con noce moscata (what?). Corpo molto leggero, nonostante le numerose spezie, presenti per l’appunto in misura soft.

Finale: molto corto, leggermente speziato e tanninico (molto probabilmente nel blend c’è dello sherry), con rimandi di erba appena tagliata.

Abbinamento:  una fetta di taleggio di capra (grazie Nick).

Commento finale: non ci ha entusiasmato molto. Ad un naso molto accattivante purtroppo seguono un gusto e un finale in realtà un po’ anonimi. Anche il prezzo, aggravato dalla parziale giapponesità del prodotto, risulta poco friendly. Probabilmente in miscelazione darà molte soddisfazioni, ma dando noi pareri al prodotto liscio, gli appioppiamo…

Voto: 7,5



Tasting notes

Color: orange

Nose: this whisky will strike you with a smoothness that will remember the frangipani cream and vanilla crème patissière. A really good start!
It will continue on the smoothness track with both mashmallow and caramel. The way is now traced and it will constantly follow it also when from patisserie we move on the flowers: a nice jasmine hedge full of flowers (but maybe it’s only the hedge of the neighbour). Some pumice stone is going to temper it in the final…

Mouth: totally consistent with the nose but, unfortunately, not really complex. Creamy and malted, again with frangipani cream and orange, candied ginger and banana with nutmeg (really?). In spite of all the spices it is slight in the mouth.

Finish: really short, with a trace of spices and tannic (probably there is some sherry in the blend) with a return of trimmed grass (maybe always the same neighbour as before?)

Match with: a slice of goat taleggio (thanks Nick!)

Comments: we are not thrilled by this whisky. Starts with a charming nose but the mouth and the finish are quite featureless. Also the price, worsen from the partial japanese origin of the product, turns out not to be totally friendly. Maybe if blended it is going to give a lot of satisfaction, but giving us opinions only on the straight whisky the overall score is…

Score: 7.5

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Glenlivet “Autumn 2018”

Scheda Iniziale :

Distilleria: Glenlivet

Imbottigliamento: Signatory Vintage, Single Cask Seasons – 2018 Autumn, 11y, 2007 – 2018, first fill sherry

Gradazione: 50,7 %

Prezzo: circa € 70

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Oggi volevamo festeggiare l’arrivo imminente dell’estate con un whisky adatto per l’occasione. Sì, questa era l’idea originale, ma mancando totalmente l’atmosfera,  abbiamo preferito optare per qualcosa di più… meteorologicamente adatto? Versiamo così nei nostri bicchieri un Glenlivet della serie “Seasons” per il mercato tedesco, lo “Autumn” in sherry per la precisione. Sono selezioni provenienti dalle capienti cantine di Signatory, che escono sul mercato quattro volte l’anno cercando di riflettere con i loro aromi lo spirito (scusate il gioco di parole) delle stagioni. A nostro modesto parere negli anni passati le release per l’inverno erano veramente interessanti, come sarà andata con questa? Vediam!

Colore: ambra chiaro.

Naso: estremamente morbido e goloso, dove la parte del leone la fa uno strano mix di  arancia, caramello e alchechengio. Un bel cucchiaio di miele mille fiori non manca e tanto per restare in tema dolciosità, ecco l’ovetto di cioccolato della Kinder! Pronti per la castroneria? Pane fresco appena sfornato!

Gusto: mieloso, seguito da una carellata di peperoncini gialli e rossi, risulta discretamente pungente. E infatti è speziatissimo, con chiodi di garofano, ginepro e cannella. Al secondo assaggio vira decisamente sull’uva e sulla frutta rossa, oseremmo dire ribes. Caramella alla liquirizia e prugne sotto spirito!

Finale: medio, con pesca e ancora peperoncino. Tanto peperoncino! C’è una punta di fumo, per poi mostrare della cicoria e della radice di liquirizia.

Abbinamento: parlando di autunno, possiamo dire che l’abbinamento con le caldarroste sia perfetto!

Commento finale: l’idea di marketing è veramente accattivante come anche l’estetica. Guardando il contentuto, il whisky richiama molto l’autunno con il suo colore e il suo profilo aromatico, soprattutto grazie ad un mix di uva e spezie. Ecco, a nostro avviso in bocca spinge un po’ troppo sulle spezie e sull’arancia amara, insomma ci risulta leggermente spigoloso. Eppure, nonostante questo, “it’s easy to drink”! Allora vada per un…

Voto: 8,4

E anche questa è andata. A pensarci un attimo, abbiamo bevuto un po’ troppi sherry in questo periodo. Promettiamo di cambiare  per la prossima volta!

A presto, Davide e Sebastiano

P.S. Un grazie a Lilla, Vale e Vero per questa degustazione!

 

 

Speyside Region Malt 2001 by “Sansibar”

Scheda Iniziale :

Distilleria: Speyside Region Malt

Imbottigliamento: Sansibar, Finest Whisky Berlin, 18y, 2001- 2019

Gradazione: 45,6 %

Prezzo: circa € 70

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Torniamo a bere e a festeggiare la fine del lockdown, sempre ovviamente mantenendo le distanze! Come promesso, andremo a saccheggiare qualche imbottigliamento esclusivo per il mercato tedesco. Oggi è il turno di un misteriosissimo malto della regione dello Speyside maturato in sherry ed imbottigliato dal germanico selezionatore Sansibar. Voci di popolo vogliono che sia un Glenfarclas. In effetti, il fatto che il whisky che berremo sia il frutto dell’unione di più botti sorelle, pratica abbastanza usuale per i Glenfarclas tedeschi, è una piccola conferma che le “voci” abbiano detto il vero. Assaggiamo per controllare!

AGGIORNAMENTO! Mi è arrivata una correzione da un canale quasi ufficiale: si tratta di un Glenrothes, non di un Glenfarclas! Grazie mr. D!  

Colore: ambra

Naso: ti spara subito una svalangata di uvetta sotto spirito accompagnata da banana matura. Sapendo di dire forse un’eresia, ci ricorda quasi un rhum! Il profilo, nonostante questo input, resta pulito ed elegante. A farla da padrone è la frutta, anzi proprio una macedonia di frutta rossa (fragole, lamponi e ribes) con aggiunta di fettine di pesca noce e prugne secche. Perdonateci, è l’ora di pranzo e abbiamo fame. A dare un ulteriore guizzo di personalità, ecco un romantico sentore di erba appena tagliata e radici di liquirizia.

Gusto: mmm, che buono! E’ bello pieno, quasi denso, con ancora tanta uvetta cui si aggiungono pesca e albicocche. L’apporto dello sherry è evidente (ma dai!?), ma senza coprire il distillato. Ecco che salta fuori lo zolfo seguito da una punta di fumo. Ci pare di sentire anche la piccantezza di un peperoncino giallo, in ogni caso tutti questi sapori sono meravigliosamente in armonia!

Finale: lungo, di gomma gommosa, con un pazzesco retrogusto di salamella leggermente caramellata: astenersi vegetariani! Una degna conclusione.

Abbinamento: fegato con le cipolle. Pericolosamente fantastico!

Commento finale: allora, siamo davanti ad un Glenfarclas maggiorenne a 70 sacchi in vendita. Ok, non è un single cask, ma un mariage (oggi usiamo il francese) di più botti. Ora però guardatevi allo specchio e chiedetevi: “sono un collezionista o un vergognoso svuota-bottiglie”? Se non siete corsi a comprarvelo subito, sapete a che categoria appartenete. Un rapporto qualità prezzo oseremmo dire vergognoso, quindi spariamo alto!

Voto: 9,2

Perfetto, bere abbiamo bevuto e pure bene! Speriamo vada così bene anche la prossima. #stayTuned

A presto, Davide e Sebastiano

 

Online Whisky Show

Ragazzi, vi riportiamo una bellissima, e ahimè quanto mai necessaria, iniziativa co-organizzata dai ragazzi del Milano Whisky Festival e dai colleghi di WhiskyFacile.
Non commentiamo ulteriormente per non annoiarvi e vi riportiamo paro paro il comunicato stampa ufficiale, dategli un occhio…e soprattutto un bicchiere!

 

Immagine 

Online Whisky Show:
arriva
la degustazione a casa propria


Tempi senza dubbio unici, quelli che stiamo vivendo: poco ma sicuro. Abbiamo, tuttavia, imparato a trovare nuovi modi, nuove strategie per stare insieme, per non perdere la socialità che, al momento, è invece giustamente preclusa.

Ecco allora Online Whisky Show: un progetto che nasce dalla collaborazione tra il team del Milano Whisky Festival e WhiskyFacile.com per continuare a coltivare insieme la passione per il whisky.

Chi ama degustare whisky di qualità ha ora la possibilità di continuare a farlo, rimanendo a casa e godendo, contemporaneamente, di tutti i benefici di una vera e propria degustazione.

Milano Whisky Festival e WhiskyFacile.com hanno infatti creato una modalità efficace e veloce per soddisfare gli appassionati di tastings e spirits: è sufficiente visitare il sito www.whiskyfestival.it, controllare gli appuntamenti in calendario, iscriversi (sempre tramite il sito) e attendere a casa propria il kit con i sample per la degustazione.

Dopodichè ci si collega tutti simultaneamente tramite la piattaforma Zoom et voilà…il gioco -pardon! – la degustazione è servita.

Gli appuntamenti hanno cadenza settimanale e vedono sempre la presenza di Andrea Giannone e Giuseppe Gervasio Dolci del Milano Whisky Festival e di Giacomo Bombana e Jacopo Grosser di WhiskyFacile.com.

Per informazioni:
Roberta Riva
Ufficio Stampa Milano Whisky Festival
Tel. 02-91082945 Cell. 346-8548236
MAIL: ufficiostampa@whiskyfestival.it

 


Per i più pigrotti di voi, abbiamo riportato il calendario dei prossimi eventi a cui potrete partecipare, non avete più scuse!

Degustazione On-Line “Tour of Speyside”Martedì 5 Maggio 2020 – h. 21:00
Degustazione On-Line “Wilson & Morgan”Martedì 12 maggio 2020 – h. 21:00
Degustazione On-Line “Sherry Casks”Martedì 19 Maggio 2020 – h. 21:00
Degustazione On-Line “Iconic Whisky”Martedì 26 Maggio 2020 – h. 21:00
Degustazione On-Line “Duncan Taylor”Giovedì 4 Giugno 2020 – h. 21:00
Degustazione On-Line “Bruichladdich Distillery”Martedì 9 Giugno 2020 – h. 21:00
Degustazione On-Line “Inverhouse Distillers”Martedì 16 Giugno 2020 – h. 21:00
Degustazione On-Line “Glen Moray Distillery”Martedì 23 Giugno 2020 – h. 21:00

Bien, ragazzi, noi ringraziamo robeerta per il materiale e MWF e WF per il lavoro congiunto e vi auguriamo delle buone  bevute!

A presto, Davide e Sebastiano

 

Balblair 8y “Cadenhead”

Scheda Iniziale :

Distilleria: Balblair

Imbottigliamento: Cadenhead, Small Batch, 8y, 2011-2019, ex refill Sherry Butt, Finish 2 fresh Sherry Hogsheads

Gradazione: 57,8 %

Prezzo: circa € 70

blablair

Ci sono tante distillerie “minori” (?) di cui noi siamo feticisti e fra queste adoriamo Blablair, fra l’altro già recensita sulle nostre pagine. Ragione per cui, come si siamo trovati davanti a questa bottiglia durante il Whisky Revolution Festival di Castelfranco, siamo stati subito tentati d’assaggiarla. Solo per poter meglio consigliare il pubblico, ovviamente. L’unica cosa che ci aveva messo sul chi vive era la dicitura riportata dietro:
sostanzialmente quello che stavamo per bere derivava da un puncheon smezzato in due fresh sherry hogshead nel 2017 e rimesse insieme nel 2019. E per di più siamo davanti ad un whisky giovane. Insomma, il sospetto di giochi col legno per correggere un prodotto non felice c’è tutto. Mah, Cadenhead ha conquistato la nostra fiducia a seguito di ottimi imbottigliamenti, versiamo e vediamo un po’.

SPOILER: ce ne siamo comprate tre di bottiglie…

Colore: oro giallo.

Naso: si parte con un succoso mosto d’uva in maniera prepotente, unito a del pane alle uvette (malto giovane e sherry, ma dai?), frutti di bosco, soprattutto more, legno di ciliegio, e tanta, tanta marmellata di fragole! Un profilo dunque succoso, eppure non è uno “zoccolone”, anzi, è molto equilibrato, elegante e senza spigoli. A chiudere il tutto abbiamo un po’ di sana pasticceria e quindi via di nocciola tostata e pasta alle mandorle. A dare brio e freschezza c’è una punta di mostarda. Anche per via del colore, ci sentiamo di dire che non siamo davanti davanti a una botte ex Pedro Ximenez. Oloroso? Forse più probabilmente Fino, o un mix di queste ultime? Chi lo sa!

Gusto: frutti di bosco e frutta bianca,  pesca per la precisione. Uh, anche foglie di tabacco e delle buonissime caramelle toffee. Maltoso e avvolgente, eppure frizzante (zenzero candito?). Conferma in ogni caso di non essere uno “sherrone” anche in bocca. Ci fa tornare indietro con la memoria: mesi fa in Alsazia avevamo mangiato un ottimo pan di spezie, “si può dire?”, non troppo condito.

Finale
: medio. Si sentono numerose spezie e, nel gruppo, la parte del leone è riservata al pepe nero e ai chiodi di garofano. Una punta di arancia seguita da fresca sensazione di balsamico. Anche qua tabacco!

Abbinamento: andiamo sull’esotico alternativo? Una nostra amica giapponese ci ha preparato dei mochi ripieni di marmellata di azuki e in un momento di lucida follia lo abbiamo mangiato con il nostro Balblair: il risultato è stato sorprendente! Il riso stemperava l’alcool e la marmellata ha esaltato in maniera pazzesca la frutta rossa del Blablair. Provatelo!

Commento finale: ci dobbiamo rimangiare tutto quello scritto nell’introduzione. Quando vediamo un whisky giovane su cui sono stati fatti molti “giochi di botte” siamo sempre guardinghi e qua invece ci siamo trovati davanti un giovanissimo fuoriclasse. Una facilità di bevuta imbarazzante. Ah però!

Voto: 8,8

Una piccola anticipazione: al prossimo giro faremo una capatina in Germania, vediamo cosa salterà fuori!

A presto, Davide e Sebastiano

 

Islay 12y “North Star Spirits”

Scheda Iniziale :

Distilleria: Non dichiarata

Imbottigliamento: North Star Spirits, Cask Series 003, 12y, 2005 – 2017, ex refill Hogshead

Gradazione: 52,3 %

Prezzo: circa € 120

laph

“Siamo alla fine del XX secolo. Il mondo intero è sconvolto dalle esplosioni atomiche. Sulla faccia della terra gli oceani erano scomparsi e le pianure avevano l’aspetto di desolati deserti. Tuttavia la razza umana era sopravvissuta”. Nacque così l’imbottigliatore indipendente North Star, il Salvatore che guiderà noi poveri assetati nel cielo dei distillati scozzesi.
Se non avete colto la splendida, delirante ed attualissima *tocchiamoci citazione in periodo Covid-19, siete cortesemente pregati di fare una ricerca su Google e solo allora potrete proseguire la lettura.
Lettura che ci porterà a introdurre una nuova distilleria per il nostro blog: Laphroaig. Sì, non li abbiamo mai recensiti per tutta una serie di motivi,  è vero, facciamo ammenda e iniziamo da ora. Ma come possiamo affermare di aver davanti effettivamente un Laphroaig, in quanto la bottiglia riporta solo un generico Islay? Andremo a sviscerare la questione da qui a breve. Nel frattempo, versiamo!

Colore: giallo chiaro

Naso: ok, siamo decisamente su Islay. Appena versato ci troviamo davanti un bel mix di torba stile copertone, mare e olio con una spruzzatina di limone. Forse Ardbeg? Maybe!
Aprendosi non sembrerebbe molto sporco con sale, alghe macerate e aringa affumicata. Restiamo sempre col dubbio! Aspettiamo ancora ed ecco gomma vulcanica e fette di pane bruciacchiate: ok dobbiamo rimangiarci tutto sul distillato pulito? Ebbene sì, infatti a seguire ecco un mix di disinfettante e cerotti che zitto zitto salta fuori: ehi, Laphroaig! Assaggiandolo avremo ulteriori conferme…o smentite ovviamente! Il lato fruttato a chiudere è presente, ma molto tenue con della confettura di albicocche, buttiamola lì!

Gusto: ad un attacco dolce segue immediatamente una sensazione salata, definiamola pure, importante. Sale marino per la precisione. Fumo che se ne va a braccetto con tintura di iodio e, giusto per restare in tema “ospedaliero”, sembra di leccare una garza di tessuto non tessuto (neghiamo di averlo fatto, in assenza di testimoni). Anche queste sensazioni sono un marchio di fabbrica del nostro amico Laph. Balsamico appena dopo la deglutizione, tipo caramella per la tosse, e ci lascia con del piccante da pepe nero. Per non farsi mancare nulla, un bel sacco di carbonella. Olè!

Finale
: lungo con betadine a manetta, iodopovidone per gli amici, clenil aerosol e naftalina! C’è molto fumo “chimico”, non quindi di legna bruciata, quanto più di plastica.

Abbinamento:  caviale e via di insulti (meritati) alle nostre povere persone. Sicuramente non era il whisky perfetto, siamo d’accordo, ma il burro stemperava lo sporco del Laphroaig esaltandone le noti dolci, balsamiche e marine. Quindi, seppur litigarello, il matrimonio si poteva fare.

Commento finale: odi aut amo, parafrasando i latini. In questo distillato piuttosto che le note marine e di “ospedale pulito”, comunque presenti,  prevalgono le note chimiche e sporche. E uno di noi non è molto amante di queste ultime in verità. Non stupitevi del voto quindi, è una media fra due valutazioni. Segnatevi questo: se siete dei tossici che si intrippano a sniffare plastica bruciata, siete davanti ad un must buy!

Voto:8,6

A presto, Davide & Sebastiano

p.s. un ulteriore conferma che si tratta di un Laphroaig: il prezzo. Circa 10 euro ad anno per un Islay indipendente ristringe il cerchio a poche distillerie.

p.p.s. è divertentissimo fare gli assaggi quasi alla cieca!

Glen Grant 25y “Murray McDavid”

Scheda Iniziale :

Distilleria: Glen Grant

Imbottigliamento: Murray McDavid, serie “Mission Gold – Limited Release”, 1992 – 2018, 25y, ex-Bourbon Barrel

Gradazione: 55,3 %

Prezzo: circa € 220

glen

Perdonate gli scarsi aggiornamenti alla pagina, ma, come molti di voi sapranno, chi scrive appartiene alla categoria degli operatori sanitari e quindi risulta un “po’ impegnato” ultimamente. Per fortuna la sera si ha ancora la possibilità di attaccarsi alla bottiglia staccare il cervello e guardate che bella chicchetta abbiamo pescato oggi. Un Glen Grant 25enne by McDavid maturato in bourbon. Whisky “tradizionale” invecchiato in un tipo di botte “tradizionale”: bisogna riscoprire i sapori di una volta, vero? Partiamo!

N.B. Un grazie a Fabio di Lost Dram per averci dato la possibilità di provarlo!

Colore: giallo chiaro.

Naso: non è un dolcione. Verrebbe da dire che sia stata utilizzata una botte di secondo passaggio anche a guardare il colore, ma non avendo trovato info certe a riguardo non fidatevi assolutamente! Ma quindi? Quindi molto vegetale con buccia di mela renetta e radici di zenzero a cui si aggiungono a condire una bella spolverata di sale, pepe e the nero. Solo dopo esce altra frutta (papaya e ananas acerbo) seppure in maniera delicata: non aspettatevi insomma delle sensazioni di polpa matura. Oggi siamo in vena e di “voli pindarici da manicomio” ne spariamo due in una volta. In primis, inclinando molto il bicchiere, ci pare di sentire il grasso di un gruyere. Infine, per restare in argomento, il bicchiere vuoto, oltre a tanto miele,  ci ricorda gli omogenizzati alla pera per i bambini!

Gusto: corpo secco in deglutizione, non zoccoleggia e risulta pungente per una leggera punta di alcool. Fa la difficile questa ragazza, ma quando entrate in sintonia…wow! Qua la frutta spinge parecchio ed è coerente col naso, quindi ananas e papaya, a cui si aggiungono pesca e una grattatina di cocco. Anche tanta pera! Sottigliezze da pasticceria: la frutta nella nostra immaginazione è anche stata caramellata (forse anche troppo per una punta di fumo) con dello zucchero demerara.

Finale: di lunghezza media, con un ritorno di fumo che resta leggero, eppure chiaramente avvertibile. Ancora pera con l’aggiunta di caramello salato. Fame!

Abbinamento: noi lo abbiamo usato…ehm ci vergogniamo a dirlo…per innaffiare un haggis durante una cena fra amici e bevendolo poi in accompagnamento #ciaoPoveri. Non mandateci troppo a quel paese, per favore, anche se meritato.

Commento finale: nel caso servisse ricordarlo, Glen Grant è una delle distillerie più sottovalutate da chi inizia ad approcciarsi al mondo dei whisky. E’ vero, sforna il classico 5 anni destinato alla grande distribuzione (pecunia non olet!), ma è tranquillamente capace, grazie agli imbottigliatori indipendenti, di offrirci degli autentici fuoriclasse. Qua infatti abbiamo eleganza, finezza e complessità su altissimi livelli. Un whisky oldstyle, forse non per tutti, ma di cui noi ci siamo innamorati! Tant’è che buchiamo la barriera del 9!

Voto: 9,1

Grande whisky, veramente. Può aiutare anche la quarantena: doppia dose e passa il nervoso!
A tal proposito di giorni a casa, ragazzi, tenete duro! Dateci retta: #stateAcasa #beveteBene! Parafrasando un proverbio scozzese, la quarantena di oggi sono le uscite di domani. Ci mancano le serate con voi, assolutamente  però ricordate che queste rinunce, come tantissime altre, sono un favore che possiamo fare agli altri e a noi stessi.

A presto Davide & Sebastiano