Spiritual box & Five Farms by “Taste of Spirits”

Oggi ci sentiamo un po’ golosi e vogliamo fare i diversi: andremo ad analizzare dei prodotti importati in Italia da parte di Taste Of Spirits, già protagonista sulle nostre pagine per altri “giocattolini”.
Il primo prodotto fa parte di un progetto che non possiamo definire meno di interessante: sono stati creati dei cofanetti regalo, contenenti vari tipi di distillati abbinati a dei cioccolati selezionati da Mastri cioccolati per esaltarne le caratteristiche.
Non solo, è presente anche un’ anima  multimediale con un QR Code per (cit.) “ascoltare musica selezionata e percorrere al meglio il viaggio durante la degustazione”. L’idea complessiva è quantomeno affasciante, andiamo ad analizzare più nel dettaglio.

spirits

All’interno del nostro cofanetto troviamo 3 bottigliette da 20 cl l’una e un set di cioccolati e cacao di varie tipologie. Parlando di whisky, per la precisione abbiamo:

Douglas Laing – The Old Particular Auchentoshan 20 anni 1997/2017 51,5%,
Douglas Laing – The Old Particular Braeval 15y 2001 sherry Butt
Douglas Laing – The Old Particular Bowmore 15 anni 1999 48,4%.

Sì, esatto, sono dei mini imbottigliamenti fatti dalla Douglas Laing, mooolto interessante! Il prezzo si aggira circa sulle 85€. Dai, partiamo!

Auchentoshan

Naso: un gran sfoggio della pasticceria più golosa con crema alla vaniglia, arancia candita, ma soprattutto il cuore di un pandoro bello caldo.
Gusto: diametralmente opposto, secco, con melone acerbo e una nota pungente e astringente che ci ricoda il limone.
Finale: medio corto, con pepe e ancora agrumi.
Abbinamento:  è stato studiato decisamente bene. Per pareggiare i conti con un palato difficile, è stato scelto un cioccolato al latte di Java decisamente pannoso che copre perfettamente le asperità del whisky, esaltandone contemporaneamente gli elementi dolci e vanigliosi.

Per pulire la bocca erano disponibili nella confezione della granella di fave di cacao, che ha resettato la bocca in maniera sorprendente. Now, num 2!

Braeval

Naso: caldo. A elementi più morbidi come cioccolato, legno e vino si affiancano degli elementi più sporchi come terra e la crosta di un arrosticino. E’ presente un lato fruttoso che ci ricorda delle fragole glassate. Sono tutti elementi tipici dello sherry, ma è molto fine, mai invadente!
Gusto: pieno, dove aumentano le fragole, soprattutto bevendolo con il fondente di cui sotto. Cappuccino al cioccolato e un leggero fumo.
Finale: di lunghezza media, con una bella grattatina di ginepro e chiodi di garofano.
Abbinamento: un fondente 50%, blend del west africa. Leggermente salino, aiuta a tirare fuori la parte sherry del nostro Braeval.

Anche qua, per aiutarci a ripartire, abbiamo trovato delle fave di cacao intere che sono servite perfettamente allo scopo. Ora chiudiamo in bellezza!

Bowmore

Naso: predomina l’elemento fumo, con braci accese su legno bagnato, che copre la tipica frutta tropicale di bowmoriana memoria. Ossigenandosi, escono comunque del frutto della passione e della papaya. Presente l’elemento marino.
Gusto: un malto dolce, vaniglioso e  fumoso. Il cioccolato aumenta la sapidità…Ecco, ci fai ricordare della frutta salata(?!).
Finale: lungo, ancora fumo e, come sopra, mantiene al contempo un’ anima dolce e salata, con alchechengio e uva spina acerba.
Abbinamento: fondente 70% blend forastero. Generalmente non è una tipologia top di cioccolato, ma per fortuna esistono delle eccezioni, come in questo caso!

Giudizio finale: chiariamoci subito, eravamo in allarme per la possibile presenza di un “cioccolataccio” e invece le scelte sono state decisamente azzeccate e di gradevole fattura. Tolto questo timore, il cofanetto si è mostrato quindi come un’ esperienza molto istruttiva e divertente, adatta sia all’esperto consumatore sia a quello più casual. Questa doppia anima lo rende un prodotto vincente, promosso!
Fra l’altro, l’idea della musica è stata una trovata divertente e ben riuscita!

Per finire alla grande la serata, ecco a voi, rullo di tamburi, una crema al whisky prodotta in Irlanda dalla Five FarmsOk ok, adesso, parliamoci seriamente: chi scrive non può vedere le creme al whisky. Ci sono però degli elementi che ci hanno fatto subito drizzare le antenne.
Innanzitutto, il latte viene da 5 fattorie dove, grazie a dei prati pulitissimi e fertili, le mucche possono nutrirsi di ottima erba e produrre quindi un latte particolarmente nutriente. Entro poi 48 ore raggiunge lo stabilimento e qui viene addizionato di whisky irlandese distillato tre volte. Fra l’altro, data la gradazione di 17 gradi, non sono stati di certo a lesinare sull’alcool. Menzione d’onore alla confezione che ci ricorda le bottiglie di latte del primo 900.
Ok, ma quindi? E’ buona?
Spoiler sul verdetto: dioMioCosaNonè!

crema

Il prodotto è estremamente corente in ogni sua sfaccettatura.
Al naso è dolce, vaniglioso e “toffoso”. In bocca è un concentrato di crema al cocco, burro, panna e caramella mou! Presente il whisky, dolcezza e morbidezza tutte irlandesi. A
ncora panna, con una dolcezza di…panna! Il finale è, colpo di scena, lungo, dolce e pannoso. Roba da chiudere un’ arteria, pazzesco!
Noi non gli diamo un voto, ma sappiate che alla Ultimate Spirit Challenge ha preso 97 punti ed è stata premiata quindi come miglior irish cream whisky al mondo. Meritati? A voi scoprirlo, intando noi facciamo scorte…il prezzo al pubblico si aggira sulle 35€ e li vale tutti!
Un grazie a Veronica e Gaia, che si sono sacrificate spontaneamente per aiutarci in questa sessione dolciosa!
Detto questo, vi salutiamo e vi diamo appuntamento a sabato 9 novembre presso il Milano Whisky Festival!

Davide & Sebastiano

 

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Bowmore No. 1

Scheda Iniziale :

Distilleria: Bowmore

Imbottigliamento: OB, No.1

Gradazione: 40%

Prezzo: circa € 35

bowmore

Continuiamo oggi con un altro NAS di una distilleria fra le nostre preferite. Proveniente dal leggendario Vault “N.1” sotto al livello del mare, ecco qua tutto per noi l’omonimo imbottigliamento base di Bowmore. Maturato in barili ex bourbon provenienti dalla celebre distilleria americana Maker’s Mark, è facilmente reperibile a basso prezzo. Varrà comunque la spesa per il nostro portafoglio ? Andiamo a scoprirlo subito.

Colore:

Naso: subito molto dolce, grazie all’apporto della botte first fill con crema pasticcera e mandorla. Oltre a quest’ultima, ci sembra di sentire anche del marzapane, giusto per restare in tema. Avanti poi la frutta con tanta pera,  pesca gialla, ananas e una grattatina di buccia di lime. Ossigenandosi appare Bowmore in forma gentile con la sua torba,  lo iodio, e un pizzico di  fumo.

Gusto: vellutato, con ancora tanta frutta gialla. C’è un curioso lato vegetale con polpa di cetriolo salato, molto giapponese. Oleoso, ma contemporaneamente leggero: quanto avremmo voluto una diluizione minore (che è la versione politically correct del “dateci più etanolo”)! Anice?

Finale: medio corto. Ci ricorda delle pere molto tanniniche, un po’ amare,  con un lato balsamico. Restano il sale e il fumo.

Commento finale: non è fatto malissimo. Tuttavia il corpo risulta molto debole e il lato del distillato che adoriamo qua è messo in secondo piano da botti molto attive. L’allievo ha le capacità, ma qua non si applica.

Voto: 7,6


 

Tasting notes:

Nose: very sweet, thanks to the barrel first fill, with custard, almond and marzipan. Here they come the fruits, like pear, yellow peach, pineapple and lime. This Bowmore, with its elegant peat, iodine, and a pinch of smoke, is very “shy”.

Mouth: silky, soft, with lots of yellow fruit. There is a salted cucumber, very Japanese. Oily, but at the same time light in the mouth: we would have liked to have more alcohol. Anise?

Finish: medium-short, with very tannin-like pears, slightly bitter and balsamic. Still salt and smoke.

Comments: not so bad, unfortunately the whisky’s body is weak and the side of the distillate we adore here is overshadowed by very active barrels.

Score: 7,6

 

Bowmore 15y0 2000 Cadenhead’s

Scheda Iniziale :

Distilleria: Bowmore.

Imbottigliamento: 15y 2000 bourbon single cask di Cadenhead’s, Authentic Collection

Gradazione: 58,4%

Prezzo: circa 90 €

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E’ la prima recensione dell’anno e con cosa possiamo brindare? Beh, Bowmore è una delle nostre realtà preferite, quindi, spinti dalla sete, andiamo su Islay di corsa.
Parliamo di una distilleria che fa veramente parte della storia della Scozia: pensate che è stata fondata addirittura nel lontano 1779 da John Simpson ed è sopravvissuta fino ai giorni nostri. A dirla tutta, altro che sopravvissuta! Il suo malto, dopo quello di Laphroaig of course, è il più venduto di Islay.
Artefice di questo successo, oltre ovviamente ad un whisky di qualità, è il mega gruppo giapponese Suntory, proprietario di Bowmore dal 1994, che ha saputo valorizzare la produzione della distilleria, anche a livello di marketing non dimentichiamolo.
A distinguere Bowmore dalle consorelle isolane è la torbatura dei suoi whisky, non invasiva, ma fine ed elegante. Dave Broom utilizza a nostro avviso un efficacissimo paragone musicale. Se Ardbeg, Lagavulin o Laphoraig sono gli  Iron Maiden o i Metallica, Bowmore al contrario sono i Bonjovi: una band che suona hard rock, ma capace anche di bellissime e romantiche ballate. Rende bene l’idea, no ?
La bottiglia di oggi è opera del più antico imbottigliatore scozzese, la già nota Cadenhead’s. Il whisky risale al 2000 e i Bowmore distillati nel nostro millennio godono di ottima fama, sarà vero ?  Versiamo !

P.s. Scusate la lunga assenza dovuta a impegni di lavoro e di salute. Mi sono impegnato a bere, ma non a scrivere ahimè! Miserere mei!

Colore: giallo oro.

Naso: Che profumi gente! Il fumo e la torba ci sono per carità, ma sono lì “solo” come antipasto. Poi si apre e c’è una esplosione di pasticceria con frolla, biscotti al burro e mandorle e crema pasticcera, il tutto aromatizzato alla vaniglia. Nulla di troppo dolce però, veramente ben dosata! Diamogli tempo ed ecco la frutta tropicale Bowmore-style con polpa di mango e papaya a farla da padrone. Ha poi un lato fresco che ci ricorda dell’ananas (aridaje coi tropici) marinato con della menta tritata. Aringa affumicata, gnam! C’è infine una leggera nota marsalata dopo molto tempo. Il bicchiere vuoto profuma di cenere di caminetto.

Gusto: fresco, di corpo non pesante, è solo leggermente oleoso. Beh l’alcool si sente, inutile nasconderlo, ci sono delle stilettate dovute alla gradazione che lo rendono un pò pungente, ma non è nulla di così traumatico. Limone, lemon grass e tanto peperoncino. La torba è come al naso, ovvero fine e sovrastata dal lato tropicale. Ancora ananas con anice. Tutta la frutta del profilo però è decisamente “sotto sale”, con una punta di salmastro.
L’aggiunta di acqua fa virare il profilo tropicale in arancia amara. Se si regge la carica dei 58 gradi, lo preferiamo “nature”, con una (?) eccezione che sarà chiarita più avanti.

Finale: lungo e fumoso con una punta di erba bagnata. Il sale del gusto si ripropone ancora.

Abbinamento: alla cena di fine anno presso “la Vineria” di Varese lo abbiamo servito con un risotto alle ostriche e aria di pompelmo rosa. Un matrimonio perfetto che qualcuno di noi so che rimpiange ancora. Andando nel dettaglio, come Alessandro P. ci ha fatto notare, il distillato diluito con le sue note agrumate si sposa ancora meglio!

Commento finale: se amate i Bowmore, qua ve ne potete portare a casa uno buonissimissimo ad un prezzo diremmo più che accettabile. Non gli diamo 9 solo perchè l’alcool si sente abbastanza. Certo, il problema non si pone se prima avete bevuto altri whisky che vi hanno “preparato” la bocca: in tal caso la goduriosità raggiunge nuove vette!

Voto: 8,8