Springbank 11y “Local Barley” 2017

Scheda Iniziale :

Distilleria: Springbank

Imbottigliamento: “Local Barley”,  2006 – 2017, ex – bourbon

Gradazione: 53,1 %

Prezzo: circa € 170

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Prima recensione dell’anno, evviva evviva! Scusate il periodo di silenzio, ma, nonostante l’uso smodato di superalcolici, ci siamo beccati un’influenza coi fiocchi.
Ora che siamo guariti, abbiamo bisogno di tirarci su e direi che aiutarci con il Local Barley di Springbank sia la scelta giusta. Parliamo di una produzione limitata della distilleria, circa 9000 bottiglie, dove è stato utilizzato un orzo proveniente dalla piccola e cara fattoria di proprietà, la Aros Farm. Tutto qui? Sì, esattamente, ma non è poca cosa. Spieghiamoci: l’orzo in questione appartiene alla varietà “Bere”, la più antica presente in Europa, dotata sì di una bassa resa alcolica, ma anche di un’alta resa aromatica (sostanzialmente il contrario degli orzi attuali). Viene data giustamente molta importanza a questo fatto nel mondo del vino con le uve, perchè non farlo anche nel whisky? Per fortuna, ci sono delle distillerie che, avendo i mezzi per farlo,  la pensano così e tornano un po’ al passato : vediamo cosa ci ha portato nel bicchiere.

Colore: giallo oro.

Naso: appare subito la dolcezza di una bella pera, seguita da un leggero profumo di apple pie con aggiunta di pesche. Diventa poi minerale, evviva Campletown, con cenere bagnata e olio. C’è poi un odore di porto di mare salmastro che noi personalmente adoriamo. Per darvi un’idea, non è pungente o sporco come un Ledaig, risulta meno ferroso e  più equilibrato. Ossigenandosi, ecco della banana con noce moscata e un po’ di finocchietto. Corona il tutto una bella crema pasticcera: viva il bourbon!

Gusto: ad un attacco salino (diciamo pure che sembra di leccare una lastra di sale) ehm..segue una vellutata frutta dolce con pesca e pera con una cucchiaiata di miele. Un lato piccante stempera il profilo rendendolo pericolosamente beverino. C’è una puntina di torba e un discreto fumo, dopotutto parliamo sempre di uno Springbank. Il tutto risulta meravigliosamente fuso insieme.

Finale: medio,  con ancora sale e frutta gialla.  “Mamma mia”, quanto è sapido, ci sembra di sentire anche una baguette francese. Chiude il tutto un leggero fumo di plastica bruciata… sì, ci piace !

Abbinamento: una bella colazione all’inglese, sopratutto al momento del bacon! Ovviamente, non vi stiamo dicendo di iniziare la giornata con un distillato eh, è un blog rispettabile questo!

Commento finale:  la dolcezza con cui ci ha accolto ci ricorda , la spariamo, quella del vecchio Springbank “a pera”. Ci piace pensare che questo aspetto sia dovuto all’orzo locale…chissà! In ogni caso, la differenza rispetto al 10y OB c’è e eccome in virtù di una maggiore dolcezza e un corpo più pieno (al di là delle botti utilizzate chiaramente). Poi quando un orzo si chiama “Bere” cosa può andare storto?

Voto: 8,9

P.S. Stiamo organizzando la prossima degustazione con un imbottigliatore indipendente: chi sarà mai ?



Tasting notes
:

Nose: yellow fruit with pear and peach. Oil, smoke from Campletown and wet ash followed by banana, nutmeg and fennel.
Mouth: sweet malt, with peach, honey and pear. Slightly spicy with a hint of peat and smoke. Wonderfully amalgamated.
Finish: medium, with yellow fruit, salt and a light smoke of burnt plastic. Baguette!
Comments: God Save the Local Barley “Drink”. It has nearly the elegance of old whiskey.

Score: 8,9

 

 

 

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Springbank 12yo 2015

Scheda Iniziale :

Distilleria: Springbank

Imbottigliamento:  12 anni

Gradazione: 53,8%

Prezzo: circa 60 euro

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Di Springbank abbiamo già parlato in una precedente recensione (QUI), quindi passiamo direttamente ad analizzare la bottiglia di oggi!
Abbiamo un 12 anni a gradazione piena maturato per il 60% in botti hogshead first fill sherry e per il 40% rimanente in botti  refill sherry. Un invecchianento quindi diverso rispetto al 10y classico.

Colore: ambrato.

Naso: decisamente etilico, ricorda la frutta rossa sotto spirito con una spruzzata di zenzero. Marmellata di arance rosse. Poco fumoso rispetto al 10y. E’ comunque un profilo chiuso, dando l’impressione come se ci fosse una gabbia a trattenerlo. Con acqua: come volevasi dimostrare! Diventa subito più fresco con l’arancia che gira verso lo yuzu giapponese, poi ecco che emerge il fumo “springbankkoso”, con le sue note sporche da paraffina e solvente, mai fastidioso comunque! Tantissima mandorla e poi un appetitoso (è il caso di dirlo) sentore di arrosto caramellato con chiodi di garofano.

Gusto: quasi allappa, è molto dolce all’inizio poi ancora arancia, questa volta amara. Pizzica notevolmente: infatti, Serge Valentin per l’imbottigliamento del 2014 parla di wasabi e siamo decisamente d’accordo! Con acqua: si nota subito la mancanza delle pere che si sentivano nel 10y. Caldo e avvolgente, inizia con un bell’ananas dolce, poi chinotto e zenzero. Ehi c’è anche la crème caramel! Oltre alla torba, ecco del tè (sembra la varietà cinese Pu’er). Pomodoro verde non maturo. Per finire, tanta liquirizia e per noi ,che la adoriamo, è una manna dal cielo!

Finale: medio, leggerissimamente aspro senza dare alcun fastidio. E’ molto speziato e fumoso, ricorda una zolfatara. Ancora arance.

Abbinamento: gustatelo quando fa freddo con un classicissimo zampone con le lenticchie. Lo abbiamo provato praticamente in contemporanea sotto le feste natalizie con una nostra amica (ciao Dani!) e anche lei ve lo può confermare: vi scalderà lo stomaco e il cuore! In fondo, siamo dei romantici.

Commento finale: fantastico! Come facciamo a non consigliarvelo? Gli spigoli della torba del 10Y vengono limati da una più lunga maturazione nello sherry e le note positive vengono da questa esaltate. Una di quelle bottiglie che non devono mai mancare in casa. L’aggiunta di acqua gli permette di esprimere tutto il suo potenziale. Un difetto? La non facile reperibilità!

Voto: 9,1

Springbank 10y 2015

Scheda Iniziale :

Distilleria: Springbank

Imbottigliamento:  10 anni

Gradazione: 46%

Prezzo: circa 45 euro

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Eccoci al secondo whisky della serata “Whisky e panettone 2015”, lo Springbank 10y!
Springbank è stata fondata nel 1828, nella penisola di Campbeltown, dalla famiglia Mitchell, che ne è rimasta fino ad oggi proprietaria. Siamo di fronte ad una delle poche distillerie rimaste, che, nel corso dei decenni, ha mantenuto sempre alti gli standard qualitativi, diventando così anche un baluardo della tradizione del whisky.
Adesso vi raccontiamo un aneddoto che rappresenta molto bene questo concetto.
Torniamo indietro nel tempo a cavallo del 19° secolo in Scozia: in questo periodo storico sono numerose le distillerie che lavorano a Campbeltown, circa 30. In verità, il distillato prodotto non gode di buona fama, soprattutto presso gli stessi scozzesi. La torba della penisola ha delle note sporche, solforose, di solvente veramente molto intense che, non venendo gestite bene, ne pregiudicano il successo. Il problema si poteva aggirare in due maniere: o migliorando le tecniche di produzione del whisky o rivolgendosi ad un altro mercato, quello americano. Gli USA si dimostrano ottimi clienti per le distillerie di Campbeltown, risolvendo così il problema delle scarse vendite in Scozia.
Come però sappiamo il Proibizionismo era alle porte e infatti nel 1920 vengono banditi in America gli alcolici.
Le distillerie di Campbeltown, per non fallire, tentano di tornare al mercato interno, ma non ottengono risultato e tutte chiudono in breve la loro attività. Tutte tranne una, una distilleria che aveva sempre preso la strada della qualità, in barba, è il caso di dire, ai facili guadagni americani. Inutile dire di chi parliamo vero ?
A tutt’oggi, a Springbank viene sempre effettuato il maltaggio dell’orzo,  in modo tale da evitare quello industriale dando così un’impronta personale al distillato. In più tutti i suoi whisky sono imbottigliati senza aggiunta di coloranti e non sono filtrati a freddo.
La versione “10y” di oggi è il frutto di due distillazioni e mezza, la cui miscela è il risultato di un equilibrio fra invecchiamenti in botti ex-bourbon ed ex-sherry.

Colore: giallo oro

Naso: ecco subito le note sporche di cui si parlava prima, un fumo di fiammifero spento e solvente per unghie per la precisione con una spruzzatina di acqua ragia. Potrebbe essere fastidioso, invece è intrigante. Per i maligni: no, non ci piace sniffare colla! Poi dopo una coltre di sabbia bagnata ecco delle note agrumate, un leggero cedro reso un po’ pungente da un cetriolino bagnato. Ci pare di cogliere della genziana! Sicuramente aprendosi c’è tantissima pera! In lontananza profumi di salina.

Gusto: ha un attacco “datteroso”, dolce in verità,maltato, con polpa di pera e pesca. Ti sorprende quasi dopo un naso simile! La torba comunque si sente, non si può nascondere. Abbiamo letto in giro di sentori di olio di lino, ma, non avendolo ancora provato (provvederemo,sigh! ), non possiamo condividere. Di certo ha una anima oleosa, a noi ricorda più i pinoli. Ehi, cannella!

Finale: un turbine infinito di fumo e pera, wow! Miele di castagno a cui segue una punta di amaro di china davvero equilibrato: non da fastidio e fa venire voglia di risentire il dolce iniziale del whisky.

Abbinamento: lo abbiamo accompagnato nel corso della degustazione ad un panettone al cioccolato. Cioccolato con la torba e gli aromi di pera è un matrimonio, potremmo dire, quasi scontato no ?

Commento finale: un whisky “old school”, un fascino di altri tempi. A quel prezzo difficile (impossibile?)  trovare una tale complessità di profumi e sapori. Ci piace immaginare che questo sia il whisky con cui si scaldavano i marinai durante i freddi inverni scozzesi e forse è così!

Voto: 9,0