Islay 12y “North Star Spirits”

Scheda Iniziale :

Distilleria: Non dichiarata

Imbottigliamento: North Star Spirits, Cask Series 003, 12y, 2005 – 2017, ex refill Hogshead

Gradazione: 52,3 %

Prezzo: circa € 120

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“Siamo alla fine del XX secolo. Il mondo intero è sconvolto dalle esplosioni atomiche. Sulla faccia della terra gli oceani erano scomparsi e le pianure avevano l’aspetto di desolati deserti. Tuttavia la razza umana era sopravvissuta”. Nacque così l’imbottigliatore indipendente North Star, il Salvatore che guiderà noi poveri assetati nel cielo dei distillati scozzesi.
Se non avete colto la splendida, delirante ed attualissima *tocchiamoci citazione in periodo Covid-19, siete cortesemente pregati di fare una ricerca su Google e solo allora potrete proseguire la lettura.
Lettura che ci porterà a introdurre una nuova distilleria per il nostro blog: Laphroaig. Sì, non li abbiamo mai recensiti per tutta una serie di motivi,  è vero, facciamo ammenda e iniziamo da ora. Ma come possiamo affermare di aver davanti effettivamente un Laphroaig, in quanto la bottiglia riporta solo un generico Islay? Andremo a sviscerare la questione da qui a breve. Nel frattempo, versiamo!

Colore: giallo chiaro

Naso: ok, siamo decisamente su Islay. Appena versato ci troviamo davanti un bel mix di torba stile copertone, mare e olio con una spruzzatina di limone. Forse Ardbeg? Maybe!
Aprendosi non sembrerebbe molto sporco con sale, alghe macerate e aringa affumicata. Restiamo sempre col dubbio! Aspettiamo ancora ed ecco gomma vulcanica e fette di pane bruciacchiate: ok dobbiamo rimangiarci tutto sul distillato pulito? Ebbene sì, infatti a seguire ecco un mix di disinfettante e cerotti che zitto zitto salta fuori: ehi, Laphroaig! Assaggiandolo avremo ulteriori conferme…o smentite ovviamente! Il lato fruttato a chiudere è presente, ma molto tenue con della confettura di albicocche, buttiamola lì!

Gusto: ad un attacco dolce segue immediatamente una sensazione salata, definiamola pure, importante. Sale marino per la precisione. Fumo che se ne va a braccetto con tintura di iodio e, giusto per restare in tema “ospedaliero”, sembra di leccare una garza di tessuto non tessuto (neghiamo di averlo fatto, in assenza di testimoni). Anche queste sensazioni sono un marchio di fabbrica del nostro amico Laph. Balsamico appena dopo la deglutizione, tipo caramella per la tosse, e ci lascia con del piccante da pepe nero. Per non farsi mancare nulla, un bel sacco di carbonella. Olè!

Finale
: lungo con betadine a manetta, iodopovidone per gli amici, clenil aerosol e naftalina! C’è molto fumo “chimico”, non quindi di legna bruciata, quanto più di plastica.

Abbinamento:  caviale e via di insulti (meritati) alle nostre povere persone. Sicuramente non era il whisky perfetto, siamo d’accordo, ma il burro stemperava lo sporco del Laphroaig esaltandone le noti dolci, balsamiche e marine. Quindi, seppur litigarello, il matrimonio si poteva fare.

Commento finale: odi aut amo, parafrasando i latini. In questo distillato piuttosto che le note marine e di “ospedale pulito”, comunque presenti,  prevalgono le note chimiche e sporche. E uno di noi non è molto amante di queste ultime in verità. Non stupitevi del voto quindi, è una media fra due valutazioni. Segnatevi questo: se siete dei tossici che si intrippano a sniffare plastica bruciata, siete davanti ad un must buy!

Voto:8,6

A presto, Davide & Sebastiano

p.s. un ulteriore conferma che si tratta di un Laphroaig: il prezzo. Circa 10 euro ad anno per un Islay indipendente ristringe il cerchio a poche distillerie.

p.p.s. è divertentissimo fare gli assaggi quasi alla cieca!

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Glen Grant 25y “Murray McDavid”

Scheda Iniziale :

Distilleria: Glen Grant

Imbottigliamento: Murray McDavid, serie “Mission Gold – Limited Release”, 1992 – 2018, 25y, ex-Bourbon Barrel

Gradazione: 55,3 %

Prezzo: circa € 220

glen

Perdonate gli scarsi aggiornamenti alla pagina, ma, come molti di voi sapranno, chi scrive appartiene alla categoria degli operatori sanitari e quindi risulta un “po’ impegnato” ultimamente. Per fortuna la sera si ha ancora la possibilità di attaccarsi alla bottiglia staccare il cervello e guardate che bella chicchetta abbiamo pescato oggi. Un Glen Grant 25enne by McDavid maturato in bourbon. Whisky “tradizionale” invecchiato in un tipo di botte “tradizionale”: bisogna riscoprire i sapori di una volta, vero? Partiamo!

N.B. Un grazie a Fabio di Lost Dram per averci dato la possibilità di provarlo!

Colore: giallo chiaro.

Naso: non è un dolcione. Verrebbe da dire che sia stata utilizzata una botte di secondo passaggio anche a guardare il colore, ma non avendo trovato info certe a riguardo non fidatevi assolutamente! Ma quindi? Quindi molto vegetale con buccia di mela renetta e radici di zenzero a cui si aggiungono a condire una bella spolverata di sale, pepe e the nero. Solo dopo esce altra frutta (papaya e ananas acerbo) seppure in maniera delicata: non aspettatevi insomma delle sensazioni di polpa matura. Oggi siamo in vena e di “voli pindarici da manicomio” ne spariamo due in una volta. In primis, inclinando molto il bicchiere, ci pare di sentire il grasso di un gruyere. Infine, per restare in argomento, il bicchiere vuoto, oltre a tanto miele,  ci ricorda gli omogenizzati alla pera per i bambini!

Gusto: corpo secco in deglutizione, non zoccoleggia e risulta pungente per una leggera punta di alcool. Fa la difficile questa ragazza, ma quando entrate in sintonia…wow! Qua la frutta spinge parecchio ed è coerente col naso, quindi ananas e papaya, a cui si aggiungono pesca e una grattatina di cocco. Anche tanta pera! Sottigliezze da pasticceria: la frutta nella nostra immaginazione è anche stata caramellata (forse anche troppo per una punta di fumo) con dello zucchero demerara.

Finale: di lunghezza media, con un ritorno di fumo che resta leggero, eppure chiaramente avvertibile. Ancora pera con l’aggiunta di caramello salato. Fame!

Abbinamento: noi lo abbiamo usato…ehm ci vergogniamo a dirlo…per innaffiare un haggis durante una cena fra amici e bevendolo poi in accompagnamento #ciaoPoveri. Non mandateci troppo a quel paese, per favore, anche se meritato.

Commento finale: nel caso servisse ricordarlo, Glen Grant è una delle distillerie più sottovalutate da chi inizia ad approcciarsi al mondo dei whisky. E’ vero, sforna il classico 5 anni destinato alla grande distribuzione (pecunia non olet!), ma è tranquillamente capace, grazie agli imbottigliatori indipendenti, di offrirci degli autentici fuoriclasse. Qua infatti abbiamo eleganza, finezza e complessità su altissimi livelli. Un whisky oldstyle, forse non per tutti, ma di cui noi ci siamo innamorati! Tant’è che buchiamo la barriera del 9!

Voto: 9,1

Grande whisky, veramente. Può aiutare anche la quarantena: doppia dose e passa il nervoso!
A tal proposito di giorni a casa, ragazzi, tenete duro! Dateci retta: #stateAcasa #beveteBene! Parafrasando un proverbio scozzese, la quarantena di oggi sono le uscite di domani. Ci mancano le serate con voi, assolutamente  però ricordate che queste rinunce, come tantissime altre, sono un favore che possiamo fare agli altri e a noi stessi.

A presto Davide & Sebastiano

 

Ledaig 13y “SMoS”

Scheda Iniziale :

Distilleria: Tobermory

Imbottigliamento: Ledaig, Elixir Distillers, serie “The Single Malts of Scotland”, 2005 – 2019, 13y, ex-Sherry Butt.

Gradazione: 57,3 %

Prezzo: circa € 100

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In preda al coronavirus siamo costretti a rifugiarci onde evitare il contagio, ma niente panico! Come sapete, siamo persone responsabili e, siccome il coronavirus è sensibile all’alcool, abbiamo deciso di prendere due piccioni con una fava e di dedicare la nostra attenzione ad un simpatico Ledaig. Imbottigliato da Elixir distiller, creatura di proprietà di “The Whisky Exchange“, si presenta bello sherroso, fiero dei suoi 13 anni in botti sherry. Partiamo subito a disinfettarci a bere! Certo, dato il clima che si respira, sarebbe stato più adatto un Laphroaig con i suoi inquietanti sentori di ospedale, ma questo abbiamo e questo versiamo, quindi dobbiamo “accontentarci”. Che problemi, eh?

N.B. Magari del whisky non ve ne frega niente (cattivi!), ma date un occhio all’abbinamento, spaziale!

Colore: ambra scura.

Naso: sotto una coltre di fumo pazzesca, possiamo trovare per fortuna un animo gentile. Avremmo voluto scrivere questo, ma la realtà è ben diversa. Tutto ciò che di sporco, di chimico in un whisky vi possa venire in mente, beh qua probabilmente lo troverete.    Alga fermentata, solvente, sigaro, ceralacca, terra bagnata, incenso…ce n’è per tutti i gusti.  Ad avere comunque la parte del leone è una potentissima sensazione di carbonella da barbecue. Anche la crema all’arancia, tipica di molto sherry, qua sembra bruciata! Si salva per dell’uvetta, ma è la classica eccezione che conferma la regola. Il bacino della Ruhr è servito!

Gusto: in un corpo leggermente oleoso navigano sentori di arancia e di numerose spezie, in primis pepe e chiodi di garofano. Il fumo del naso ritorna potente e ricorda certe foglie umide di tabacco e cuoio bruciato. Costine con datteri appiccicosi e albicocche su una griglia a carbone. Cuoio e tè nero arrivano in extremis un attimo prima che del cherosene in deglutizione sigilli il tutto.

Finale: medio lungo, ripropone i sentori di arancia assieme alla miscela cinese  “cinque spezie” e ancora a del fumo. Quest’ultimo, come avrete notato, non manca mai!

Abbinamento: se siete pigri questo Ledaig si sposa alla perfezione con un buon speck. Se invece non sapete cosa fare la domenica, armatevi di barbecue e pazienza per preparare il piatto d’eccellenza del BBQ texano, il brisket!

brisk
C’è solo un piccolo problema, come si fa? Potevamo linkarvi una ricetta qualsiasi, ma oggi vogliamo viziarvi. Abbiamo chiesto un aiuto al team di grigliatori “I Porci Scomodi”, campioni italiani di barbecue in Italia e vincitori di vari premi all’estero.
Oggi abbiamo degli autentici VIP su queste pagine, ergo, siete in più che ottime mani!
QUA trovate anche la loro pagina Facebook così potrete anche vedere foto di loro creazioni.
Un’anticipazione: il Ledaig verrà utilizzato non solo come accompagnamento finale, ma anche come ingrediente. Detto questo, passo la parola ad Angelo, l’esperto di brisket dei P.S. Let’s go!



Ingredienti:
punta di petto di manzo, chiedete al vostro macellaio che ci siano entrambi i muscoli (il flat ed il point)

INJECTION
1l brodo di manzo
4 bustine di the earl gray 
1cup whisky torbato (usate pure il nostro Ledaig)
200g burro
sale
RUB
1/4 cup paprika affumicata
3 tbsp zucchero muscovado
2 tbsp sale
2 tbsp aglio in polvere
1 tbsp pepe nero macinato
1 tsp pepe aromatico (Tasmania, Sichuan o altro)
1 tbsp cipolla in polvere disidratata
1 tbsp caffè macinato per moka
1 tsp cannella in polvere
1 tsp cacao amaro in polvere
1 tsp cumino

 

Intro

Il brisket è un taglio americano composto da due muscoli posizionati con fibre perpendicolari tra loro e di conseguenza al termine della cottura può essere tagliato solo in due modi: separando i due muscoli e tagliandoli opportunamente contro-fibra oppure fare un taglio a 45° per avere la fetta intera.
La ricetta prevede di ricreare degli aromi in cottura che vadano poi a ricordare i sentori del whisky nel brisket a partire dal rub fino all’injection. 

1) Per prima cosa bisogna trimmare la carne ovvero ripulire dall’eccesso di grasso il brisket lasciandone una sottile parte. Non rimuovere completamente invece la parte che unisce i due muscoli. Importante usare un coltello affilato per non rovinare la carne.

2) Scaldare il brodo ed inserire tutti gli ingredienti fino allo scioglimento del burro. Non è importante che vada ad ebollizione, ma deve rimanere in infusione il te. Una volta sceso un po’ di temperatura, ma ancora caldo, iniettare il liquido all’interno del brisket. Tenere un pò di injection per la fase successiva di foil.

3) Oliare la carne e cospargerla del RUB precedentemente preparato come da ricetta e bilanciato con sale e pepe. Il RUB deve risultare molto salato.

4) Accendere il BBQ in modalità indiretta ad una temperatura di 110° inserire dei chunk di legno preferibilmente un blend di Hickory, Pecan e Mesquite. Se non riuscite a trovarli tutti va bene ugualmente, ma se possibile non sostituiteli con altri legni. 

5) Cuocere per 2 ore assicurandosi che il fumo sia abbondante e continuo e che si crei una superficie dura e asciutta, detta bark. 

6) Monitorare la temperatura per le successive 6h e quando vedrete che la temperatura smetterà di salire, rimuovere il brisket dal BBQ e avvolgetelo il più stretto possibile con della carta alluminio di buona resistenza, aggiungendo un pò della injection rimasta. rimettere sul BBQ. Fare questa operazione velocemente e se il vostro alluminio non è molto resistente fate anche un paio di giri di sicurezza.

7) Misurare con una sonda che la temperatura della carne torni a risalire e quando la carne raggiungerà la temperatura tra 94-97° toglierla dal BBQ. Per capire se è pronta pungere la carne sena aprire l’alluminio con la punta del termometro che deve scendere come nel burro. 

8) Aprire il brisket, togliere i succhi, farlo asciugare per qualche minuto a BBQ aperto e richiuderlo. 

9) Passare i succhi in un pentolino ed aggiungerli ad una salsa BBQ a vostra scelta (magari meglio se già a base Whisky) con un ulteriore mezzo bicchiere di whisky e farlo addensare. 

10) Mettere a riposare il Brisket per 1h e al temine tagliarlo a fette di 1 cm (circa lo spessore di una matita) e servirlo caldo. Il Brisket è preferibile consumarlo appena fatto perchè la sua consistenza deve essere umida. Servirlo con la salsa al whisky dei suoi succhi calda. 

Commento finale: avete a casa una ragazza votata alla filosofia “Green” e volete stupirla? E’ la vostra occasione. Prendete un vecchio Bowmore, glielo fate bere, la guardate negli occhi mentre lo beve e le dite: “questo era il nostro mondo anni fa”. Dopo di che, versatele questo Ledaig sussurandole con le lacrime agli occhi: ” ma noi esseri umani lo abbiamo ridotto così”. Se non si commuove pensando che siete l’uomo giusto per lei, cambiate ragazza (soprattutto se non beve!).
Seriamente, è veramente sporchissimo e questa cosa dividerà la platea. Noi cercheremo di restare equilibrati nel giudizio, ma tenete conto: se siete degli inguaribili zozzoni alzate di parecchi punti l’asticella, se cercate classe ed eleganza fuggite a gambe levate! Claro, no?

Voto: 8,7

Ok noi per oggi abbiamo dato. Un aggiornamento: siamo rimpolpando la selezione di whisky nei nuovi locali della Dolce Mente s.r.l per offrirvi qualcosa al di fuori dei soliti noti e ci stiamo preparando per una nuova degustazione, coronavirus permettendo. Stay tuned!
Prima di andare, un grosso saluti a tutti gli amici dei “Porci Scomodi”, in particolar modo a Meso e Angelo che ci hanno aiutato nella stesura dell’articolo!

A presto, Davide & Sebastiano

 

Springbank Local Barley 2019

Scheda Iniziale :

Distilleria: Springbank

Imbottigliamento: OB, Local Barley, 2009 – 2019, 10 y, casks 77% Bourbon, 20% Sherry, 3% Port

Gradazione: 56,2 %

Prezzo: circa € 130

spring

Ci sono distillerie che ogni anno ci propinano millemila edizioni “limitate” e, diciamolo chiaramente, dalla dubbiosa bontà. Ce ne sono altre invece che sono per il  “poche ma buone” e fra queste è impossibile non citare Springbank con il loro mitico Local barley!
Ma guarda che caso, è proprio la bottiglia di oggi. Ah, il Karma!
Prima di addentrarci nel bicchiere, scopriamo cosa ha di particolare. Springbank è un po’ una mosca bianca nel panorama scozzese, dal metodo di distillazione, al maltaggio a pavimento e così via. Non contenti, si sono comprati un bell’orticello dove, oltre a poter dar sfogo al proprio pollice verde, si sono messi a coltivare una vecchia varietà d’orzo, la Bere.
Un nome un destino. E’ caratterizzato da una bassa resa produttiva, ma da una alta resa aromatica e questa è una dote fondamentale quando si parla di vini, calvados ecc ecc.
Bien, ma il signor Bere saprà dare un input in più al nostro whisky? Scopriamolo insieme!

Aggiornamento: quest’anno hanno usato la varietà “Optic”. Grazie a Simone per la segnalazione!

Colore: giallo oro.

Naso: l’alcool non si sente, e già qua partiamo bene! Caramella all’orzo, pietra focaia, fumo…uva sultanina in lontananza come se fosse un bisbiglio, alcool non pervenuto, gambo di sedano…Dopo che ha respirato, appare della frutta rossa, coerentemente col tipo di botti utilizzate, con una curiosa marmellata di fragole salata. No, mai provata, ma l’idea è quella eh! Chiude con un bel porto di mare sporco con tutta la sua marinità e ferrosità (what?).

Gusto: attirati dal naso, stiamo già drizzando le antenne e non veniamo assolutamente delusi. Dal corpo oleoso, si viene subito colpiti da una dolcezza avvolgente, maltosa con polpa di carambola che però dura pochi attimi. Si è poi travolti da un lato speziatissimo, dove a farla da padrona sono macinate di sale affumicato e pepe nero. Ritorna la frutta con una bella pesca bianca seguita da un lato dirty, praticamente inchiostroso.

Finale: lungo, non intenso, piuttosto delicato, ma di una persistenza che non ti lascia mai (semi cit.). Fruttoso e fumoso, con punte di inchiostro e mallo della noce. Resta un leggero salato in bocca di campbeltownia memoria.

Abbinamento: un sigaro sarebbe perfetto,  ma non fumando non sapremmo quale tipo  consigliarvi di preciso! Se qualche vizioso lettore potesse aiutarci, correggeremo questo post all’istante. Col cibo non è facile, fra dolce, salato, fumo, c’è un bell’intreccio…pensa e ripensa…ce l’abbiamo: lumache di mare!

Aggiornamento parte 2: Le Pipe del Teo (cliccami tutto) è venuto in nostro aiuto per la scelta del sigaro. Vi postiamo pari pari il suo parere! 
“Per descrizione ti consiglierei un Toscano XXL Blend 3, ahimè oramai quasi introvabile.
L’abbinamento è per similitudine, si basa sulla sapidità, la note di mallo di noce e inchiostro.
Per gli amanti della pipa suggerisco un abbinamento per contrasto con un bel Virginia Perique, l’ideale sarebbe il compianto Deluxe Navy rolls di Dunhill, si può provare la sua nuova versione di Peterson.”

Grazie mille, Pipe!

Commento finale: stabilito che tutto ciò che sentiamo in un whisky appartiene ad una sfera assolutamente soggettiva, giusto per darvi un’idea in confronto col classico Springbank 10y base, qua abbiamo meno “fumo e pere”, ma “più pandoro e malto”. Molto didattico, aiuta a capire cosa può fare l’utilizzo di un orzo diverso. Un ringraziamento a Davide C. che in un mix di follia, alcolismo e generosità ha aperto questa bottiglia donandocene un sample!

Voto: 9 strameritato

 

 

“Come nasce un blended whisky?” by Chivas

La storia dell’umanità è sempre stata costellata di conflitti fra fazioni. Ognuna di esse era sempre asserragliata fino alla morte nella propria posizione: Inter VS Juventus, PC VS Console, Apple VS Android…cose terribili, insomma. Uno degli ultimi scontri nati, terribilmente cruento, lo abbiamo avuto nel mondo del whisky: Single Cask VS Blended, dove spesso quest’ultimo ha la peggio in termini per lo meno di appeal. D’altro canto, non posso non citare il Terziotti Nazionale con una sua frase :” negli ultimi anni ho trovato più porcherie fra i single cask”. E aggiungo, per quel che ci riguarda, esistono dei blended di fantastica fattura, sia fra le creazioni moderne, sia fra quelli dei decenni passati. Cosa ne possiamo concludere? Che sia sempre la nostra bocca a giudicare per noi, non il mercato.

Ma tutto questo bellissimo racconto a che scopo? Semplicemente per introdurre uno evento errante per l’Italia, che avrà come protagonista il famoso Chivas e, come tema, la creazione dei blended whisky. L’arte della miscelazione, fatta di precisi e mirati ingredienti, ci ha sempre affascianto e questa è un’occasione coi fiocchi! Buona lettura


Chivas 18 anni 

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Generoso, complesso, equilibrato. In ogni goccia di Chivas Regal 18 esplodono 85 aromi diversi.La pluralità può essere un valore. Lo è sicuramente per Chivas Regal 18. Un’armoniaperfettamente calibrata di single malt e single grain scozzesi tra i migliori al mondo, un blended dalla delicatezza esaltante, creato da Colin Scott, il master blender probabilmente con più esperienza al mondo. Ogni singolo elemento dialoga con l’altro, non entrando mai in conflitto, ma creando un romanzo accattivante ricco di spunti. Un processo complesso e laborioso, che richiede tempo, abilità, intuito e una profonda, articolata esperienza.

“Ci vuole una vita per conoscere e comprendere
la complessità e l’immensa gamma dei sapori naturali nel whisky scozzese”
Colin Scott

Ogni goccia rivela 85 aromi e profumi capaci di far vibrare le corde delle emozioni, evocare ricordi, stati d’animo e sensazioni.
Ricco e strutturato, morbido e generoso, matura per un minimo di 18 anni in botti di ex bourbon e di ex sherry altamente selezionate. Tutto ciò regala note inconfondibili di toffee, vaniglia, arancia, frutta secca, lavanda, mandorla e cannella, che ne connotano lo stile. L’aroma al naso è generoso e sfaccettato con cenni di frutta disidratata, cremoso caramello e cioccolato fondente.
Il sapore vellutato di cioccolato fondente avvolge il palato, mentre fragranze floreali e un lieve tocco affumicato seducono la bocca. Il finish è caldo e persistente.

 

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CHIVAS REGAL
La storia di Chivas inizia nel 1801 ad Aberdeen, dove i fratelli John e James Chivas aprirono il loro negozio di prodotti alimentari di lusso per rifornire la clientela benestante della zona. Imprenditori visionari, attenti alle esigenze del cliente e del mercato, divennero presto pionieri nell’arte di creare pregiati blend utilizzando malt e grain whisky e guadagnandosi il Royal Warrant della regina Victoria per l’alto livello qualitativo della loro produzione. Da qui nacque l’appellativo Regal. Il 1909 segna la svolta definitiva: nasce Chivas Regal 25, il successo è enorme e Chivas Regal diventa una vera e propria icona.
Chivas Regal è il primo luxury Scotch whisky al mondo. Un “timeless classic” rinomato per gli alti standard qualitativi di gusto, stile ed esclusività. Un vero e proprio brand globale e un ingrediente importante per la crescita dello Scotch whisky a livello mondiale. Ogni anno 4.5 milioni di casse da 9L raggiungono 150 Paesi in tutti i 6 continenti. Generosità, imprenditorialità e integrità sono valori fondanti di Chivas Regal. Dal 2018, il brand ha lanciato la campagna “Success is a blend” con l’obiettivo di evidenziare come il blend possa essere un valore sia per il whisky sia per la nostra vita. La gamma di Chivas Regal include Chivas 12, Chivas 18, Chivas 25 e gli esclusivi Global Travel Retail e Chivas Brothers Blend. Nell’ottobre 2014, Chivas Regal ha lanciato Chivas Regal Extra, un’espressione sublime della famiglia Chivas, un nuovo blend di squisita ricchezza che nasce dall’invecchiamento in botti di cherry pregiato. Nel 2015, il brand icona ha raggiunto un nuovo traguardo con la nascita del blend ultra-prestige Chivas Regal – The Icon.

 

THE BLEND
Chivas Regal invita a creare il proprio
Blended Scotch Whisky

blend

 

Come nasce un blended whisky? Come gustare al meglio la sua complessità, cultura e tradizione? Chivas Regal presenta THE BLEND, il programma di masterclass in collaborazione con Whiskyclub.it che sfida i partecipanti a creare il proprio blended whisky miscelando single malt selezionati per raccontare l’arte sopraffina del Master
Blender, il ‘maestro’ che compone sofisticati equilibri di sapori. Un’esperienza
multisensoriale unica, perché Blended is Better.

Gli appuntamenti in programma in tutta Italia fino a marzo in speakeasy e cocktail bar selezionati sono un’occasione per conoscere la storia e approfondire come ‘nasce e matura’ il Blended Scotch Whisky per eccellenza e degustare Chivas Regal invecchiato 12, XV o 18 anni, tre vere e proprie icone della storia del Blended Scotch Whisky. Un’esperienza ma anche un viaggio nel tempo che parte dalla nascita di Chivas Regal nel 1801 quando i fratelli John & James Chivas hanno intrapreso un viaggio verso Aberdeen, nella regione scozzese dello Speyside, ai virtuosismi contemporanei della mixology per imparare a creare il Whisky Sour per eccellenza, naturalmente a base Chivas 12.
A guidarli e accompagnarli, Farah Jafferji, Brand Ambassador di Chivas Regal, e un Whisky Expert.
Che la sfida abbia inizio. Ad ogni partecipante viene dato un ‘whisky blending kit’ che contiene una mini-bottle di blended grain con note floreali e 4 mini bottle di single malt, ognuna con un particolare sentore: fruttato, cremoso, agrumato, affumicato. Muniti di pipetta e contenitore graduato, i partecipanti possono quindi creare il proprio blend
seguendo le indicazioni della Brand Ambassador per trovare il giusto equilibrio di sapori a partire dal proprio gusto. Tutti gli ingredienti sono rigorosamente Made in Scotland, il kit contiene anche una mini bottle vuota per conservare la propria creazione e
una mignon di Chivas Regal 12. La masterclass si propone di introdurre al mondo complesso e sublime del Blended Scotch Whisky. Secondo il Master Blender di
Chivas Regal, “ci vuole una vita per conoscere e comprendere la complessità e l’immensa gamma dei sapori naturali nel whisky scozzese.” Con oltre 50 anni di esperienza, Scott è in grado di distinguere e miscelare oltre 85 note per la creazione di un whisky.

IL CALENDARIO
Chivas Regal dà appuntamento:
· il 27 gennaio al Bar Tiffany di Bolzano,
· il 12 febbraio allo speakeasy Sottovoce di Bergamo,
· il 17 febbraio at Taylor’s di Cagliari,
· l’ 11 marzo allo speakeasy Room 21 di Soverato e
· il 12 marzo all’Eurodrink di Lamezia Terme.
Altre date in programma sono costantemente aggiornate al link: whiskyclub.it/chivas-crea-il-tuoblend

Per finire un piccolo regalo da parte di Chivas: la ricetta di un loro cocktail!

Chivas 18 HIGHBALL 01

Ingredienti:
• 40 ml Chivas Regal 18
• 50 ml tè all’arancia e cannella
• 50 ml acqua tonica
• Zest di arancia
Preparazione: built in glass. Mettere alcuni cubetti di ghiaccio in un tumbler, versare
40 ml di Chivas 18, 50 ml di te all’arancia e cannella e 50 ml di tonica. Mescolare e
guarnire con una zest di arancia.


E per oggi è tutto, possiamo decisamente dire che siamo di fronte a eventi molto interessanti, ma soprattutto didattici!Vi aspettiamo per il prossimo articolo.

A presto, D&S

Milano Whisky Festival 2019

Una delle cose belle dell’autunno è sicuramente l’immancabile Milano Whisky Festival, appuntamento fisso di novembre per ogni bevitore che si rispetti!
Come leggerete fra poco nel comunicato stampa ufficiale riportato di seguito, sono state introdotte delle novità, fra cui la più gradita è sicuramente un ulteriore ampliamento degli spazi presso il Marriott: 2000 mq di esposizione, giusto lo spazio per qualche bottiglietta…
Al solito troverete chi scrive al megabanchetto dell’importatore Beija Flor, dove ci saranno tanti nuovi imbottigliamenti da provare. Venite a trovarmi anche solo per il gusto di due chiacchiere così ci facciamo una bella bevuta insieme, perchè chi non beve in compagnia è un ladro o una spia.
Dopo questo originalissimo proverbio, vi salutiamo e vi auguriamo una buona lettura.

P.S. Purtroppo quest’anno non saremo presenti con i panettoni al whisky per motivi che vi verranno rivelati nei prossimi giorni. Nulla di grave, anzi, saranno cose decisamente positive, ma che non ci lasceranno tempo per organizzarci/ produrre per il mese di novembre. Tranquilli, cercheremo di rifarci l’anno prossimo.

MILANO WHISKY FESTIVAL 2019_2

MILANO WHISKY FESTIVAL and FINE SPIRITS:

tante novità e collaudate tradizioni per questa 14° edizione.

(Hotel Marriott – Via Washington 66 – Milano, 9-10 Novembre 2019)

14 anni: tante sono le candeline che spegne quest’anno il Milano Whisky Festival che si terrà nel weekend del 9 e 10 novembre 2019.

Per festeggiare, Andrea Giannone e Giuseppe Gervasio Dolci hanno fatto le cose in grande: tante novità per offrire ai sempre più numerosi visitatori – privati e professionisti del settore – un’esperienza d’eccellenza sia in termini di prodotti che di divertimento.

Innanzitutto, spazi più grandi: per la prima volta le due storiche sedi del festival – la sala Le Baron e la sala Washington – saranno entrambe utilizzate per la manifestazione, per un totale di oltre 2.000 mq di spazio.

Alle oltre 100 distillerie scozzesi si affiancano anche in questa edizione whisky americani, giapponesi, indiani, inglesi, irlandesi, islandesi, italiani, svizzeri e taiwanesi. Ospiti d’onore il Cognac e l’Armagnac, per soddisfare i palati di ogni visitatore che varcherà la soglia dell’ormai collaudatissimo Hotel Marriott, da sempre sede dell’evento.

Se le tradizioni non si abbandonano – come i consueti angoli food per assaggi sfiziosi e l’area Mixology con cocktail a tema preparati al volo dai nostri bartender -, le novità sono sempre ben accette, a partire dalla modalità d’ingresso.

In questa edizione 2019, oltre all’ingresso GRATUITO, gli organizzatori hanno ideato diverse formule per incontrare le esigenze più disparate. Sono infatti previsti 4 diversi pacchetti:

  • STANDARD: al costo di 5,00 euro si ha diritto al bicchiere e porta bicchiere MWF

  • SILVER: 15,00 euro per bicchiere e porta bicchiere MWF, guida al whisky 2020 e 7,00 euro in gettoni per degustazioni e acquisti

  • GOLD: 30,00 euro per accesso prioritario, bicchiere e porta bicchiere MWF, guida al whisky 2020, shopping bag MWF per acquisti e 20,00 euro in gettoni per degustazioni e acquisti

  • DIAMOND: 60.00 euro per accesso prioritario, bicchiere e porta bicchiere MWF, guida al whisky 2020, shopping bag MWF per acquisti, 30,00 euro in gettoni per degustazioni e acquisti, 2 free cocktail al whisky bar, accesso alla VIP LOUNGE con inclusi 3 Free-Soft Drinks.

Anche l’edizione 2019 sarà caratterizzata da Masterclass e seminari: percorsi guidati per approfondire o iniziare ad assaporare la storia e i gusti di questi distillati.

Insomma: non resta che iniziare il conto alla rovescia e aspettare che la 14° edizione del Milano Whisky Festival abbia inizio!

PROGRAMMA COMPLETO DEL MILANO WHISKY FESTIVAL & FINE SPIRITS:

Hotel Marriott – Via Washington 66 – MILANO

09-10 NOVEMBRE 2019

Apertura al pubblico: Sabato 09 novembre dalle 14.00 alle 22.30

Domenica 10 novembre dalle 14.00 alle 21.00

PROGRAMMA MASTERCLASS E SEMINARI:

(in continuo aggiornamento) su http://www.whiskyfestival.it

Per informazioni:
Roberta Riva
Ufficio Stampa Milano Whisky Festival
Tel. 02-91082945
Cell. 346-8548236
ufficiostampa@whiskyfestival.it

Tomatin 18y OB

Scheda Iniziale :

Distilleria: Tomatin

Imbottigliamento: OB, 18y, ex Oak Casks + Oloroso Sherry Butt Finish

Gradazione: 46 %

Prezzo: circa € 75

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L’estate sta finendo e cogliamo l’occasione per raccontarvi di un whisky che ci ha tenuto compagnia mentre eravamo dispersi fra le montagne del Trentino! Cosa intendiamo? Lo scoprirete nella sezione “abbinamenti”. Per ora, limitiamoci a presentarvi il nostro protagonista di oggi, ovvero il Tomatin 18 anni ufficialissimo di distilleria.
Come ci spiegava Scott Fraser, brand ambassador del marchio, l’invecchiamento del 18y è decisamente curioso. Una parte del nostro whisky matura circa 15 anni e mezzo in botti Refill Hogsheads e altrettanti in botti di Oloroso Sherry. Una volta trascorso questo tempo, le due parti vengono miscelate e lasciate a riposare per 2 anni e mezzo ancora in Oloroso Sherry. Spesso l’invecchiamento di questo whisky viene identificato solo come un finish in sherry, ma come avete visto è abbastanza limitativo, per cui ci tenevamo a precisarlo!
Bien, vi abbiamo annoiato abbastanza, andiamo ad assaggiarlo.

Colore: oro antico.

Naso: note di sherry e di pelliccia accopagnate da una bella macedonia di frutta gialla, prugna e pesca in primis. Dopo di che, via di dolcezze con miele mille fiori, uva rossa, uvetta sultanina e cioccolato fondente. C’è una parte minerale che ci riporta alla mente…la capocchia dei fiammiferi (un modo aulico per dire indicare una punta di zolfo, insomma!).

Gusto: rotondo e avvolgente, ma senza essere pesante o peggio “mappazzone” (rischio riscontrabile con alcuni first fill sherry), risultando infatti al contempo fresco ed elegante. Si avverte una nota leggermente speziata, pepe e tabacco, e una nota  amaricante, da mandorle tostate. Buccia di arancia e tanta marmellata di rabarbaro!

Finale
: medio, con uva cardinale e ancora buccia di arancia. Chiudiamo il tutto con sentori di plum cake bruciacchiato che ci piacciono tanto.

Abbinamento: eccoci qua. Avevamo chiesto tempo fa al nostro voluminoso Scott con che cosa consigliasse di bere questo Tomatin. La sua risposta è arrivata istantaneamente: bistecca di cervo! Mentre eravamo in Trentino abbiamo avuto più di una occasione per abbinarlo…e ragazzi…che bontà! Provare per credere. Il motivo d’altro canto è semplice: non essendo un 18y “only sherry” ha un corpo più beverino, che lo rende assolutamente perfetto ad ogni assaggio per pulire la bocca e valorizzare un piatto saporito, ma al contempo semplice come una bistecca di cervo.

Commento finale: a noi è piaciuto molto. Un whisky con un tipo di invecchiamento evidentemente studiato a tavolino che ha dato degli ottimi risultati. Considerando il prezzo veramente basso nel mercato attuale per un 18 anni e gli abbinamenti fantastici cui può dare origine, lo premiamo con un…

Voto: 8,6