Clynelish 20y for GLUGLU 2000 Club

  • Scheda Iniziale :

Distilleria: Clynelish

Imbottigliamento: High Spirirts Collection for Gluglu 2000 Club, 20y, ex Bourbon Hogshead

Gradazione: 54,7 %

Prezzo: circa € 200

E’ un periodo che, fra noi bloggers, si aggirano MILLE (cit.) bottiglie di Clynelish da recensire: chi siamo noi per dire no ad una delle nostre distillerie preferite delle Highlands e oltre? Perfettamente a fagiolo il presidente dell’italianissimo Whisky Club Gluglu ha fatto imbottigliare da High Spirits proprio un Clynelish per festeggiare i 20 anni di fondazione. Considerando che il Gluglu è una creatura di Mauro Leoni, brand ambassador per l’Italia della SMWS, e che dietro al nome di High Spirits si nasconde Nadi Fiori, storico selezionatore di whisky, beh le nostre aspettative sono decisamente alte. Non indugiamo e versiamo!

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  • Note di degustazione

Colore: giallo chiaro.

Naso: limone verde, miele e un attimo di acacia. Siamo in casa Clynelish e ci troviamo davanti tutta una candela, dal fumo alla sua cera. Per restare in tema c’è anche della capocchia di fiammifero. Inchiostro di stilografica! Questo lato “dirty” mantiene comuque una certa eleganza e compostezza (?!). Ci sembra di sentire anche dell’alchegengio e del kumquat, che donano ulteriore freschezza al profilo. A chiudere l’olfatto, troviamo un ricordo di mandorle caramellate, pelle e cuoio. La bottiglia appena aperta spingeva molto sul lato dolce/fruttato, col tempo invece sono uscite le note più sporche del distillato.

Gusto: dotato di un corpo tendenzialmente secco, in bocca si rivela salato e vegetale. Ci ricorda un curioso mix di alga wakame, polpa di pera acerba e peperone verde. Restano poi le caratteristiche che adoriamo di Clynelish, quindi il limone, una sensazione di mare, anzi, di sabbia bagnata. A chiudere il tutto, la castroneria della settimana, inchiostro nero di seppia. Molto piacevole e intenso!

Finale: lungo, dotato di finezza ed eleganza, con il ritorno del fumo, dell’inchiostro e del limone. Resta una sensazione di cicoria, anzi di linfa.

Abbinamento: abbiamo chiesto a Mauro Leoni direttamente, anche lui un feticista come noi dell’arte dell’unire un distillato al cibo. E infatti ci ha tirato fuori dal cilindro un bel dessert, ovvero una mela al forno in gabbia di sfoglia servita con una gelatina agli agrumi. In effetti sembra interessante! Del resto le cene a base di whisky SMWS parlano da sè, no?

Commento finale: le aspettative sono state mantenute. Non è un “mostro di cera”, ma quella nota quasi prepotente di inchiostro gli ha donato una sua personalità che ci ha stregato. E’ una cosa che abbiamo apprezzato molto. Una bottiglia da aprire e da finire. Brava la distilleria e bravi i suoi selezionatori. Salute al Gluglu Club: Sláinte!

Voto: 9,0

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  • Tasting notes

Color: pale yellow.

Nose: unripe lemons, honey and a hint of acacia flowers. Wax, smoke, matchsticks and a note of ink. It closes with a hint of caramelised almonds and leathery notes.

Mouth: dry, salty and vegetal. Wakame seaweed, unripe pears and green bell peppers. Lemon and again a characteristic note of ink and wet sand.

Pairing: baked apples in puff pastry with orange marmalade

Finish: long and elegant. Notes of lemon peel, smoke and ink with a vegetal hint.

Final Comments: It lives up to expectations. It’s not a waxy monster, but the ink notes gives a very peculiar personality to it. Many thanks to the Gluglu Club: Sláinte! 

Score: 9.0

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Highland Park SMWS 4.249

  • Scheda Iniziale :

Distilleria: Highland Park

Imbottigliamento: Scotch Malt Whisky Society, 4.249, “The mermaid’s marmalade”, 13y, Refill Ex-Oloroso Sherry Butt

Gradazione: 64,6 %

Prezzo: circa € 100

Oggi siamo particolarmente di buon umore e ci pare giusto tirare fuori dal cilindro una bottiglia “adatta”. Frugando in cantina, luogo mitico dove vengono ritrovati Macallan sempre perfettamente conservati, ci imbattiamo in una selezione della Scotch Malt Whisky Society. Sì, direi che ci siamo! Vi risparmiamo per l’ennesima volta la spiegazione dei codici della SMWS (tanto la trovate qua) e concentriamoci su cosa abbiamo davanti: Highland Park IN SHERRY. Oh yeah!
Salta subito all’occhio la gradazione “monster”. Ok, ci sarà stato un angel share molto avaro, assolutamente, ma la spiegazione è un’altra. Alcune distillerie ogni tanto non diluiscono il loro whisky prima di imbottarlo e preferiscono metterlo a riposare paro paro appena uscito dall’alambicco, quindi senza l’aggiunta di acqua (grazie Davide). Ok, fine della lezioncina e…Stappiamo!

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  • Note di degustazione

Colore: giallo ambrato.

Naso: non molto fumoso, ma profuma estremamente di salsedine, a cui si accompagna un lato mediorientale con pan di spezie al miele, tanti chiodi di garofano e una bella grattatina di pepe bianco. La frutta rossa tipica dello sherry è presente, ma in lontananza, senza snaturare l’anima del distillato. Pietra focaia..e…Cavolo se è catramoso! Chiariamoci bene, non ai livelli di un Islay, ci mancherebbe, però si difende bene. E, giusto per restare in tema, ci sentiamo dentro anche dell’aringa affumicata!

Gusto: inutile nasconderlo, l’alcool si sente, è decisamente pungente. Aggiungiamoci un po’ d’acqua, giusto un due gocce per aiutarlo ad aprirsi e la magia è fatta! Fumo, sale marino, miele millefiori (un Highland Park da manuale), il tutto accompagnato delicatamente dalle sfumature date dalla botte, soprattutto cioccolato Alpaco 66%, uvette e marmellata di fragole. A chiudere, dalla Bretagna, del caramello salato e una piacevolissima sensazione di sottobosco. Anzi, proprio di humus. Il corpo è leggermente oleoso e si beve (ahimè) con estrema facilità!
Ecco, una nostra impressione da prendere con pinze lunghe un metro: ci è sembrato più torbato dei soliti HP. Maybe!

Finale: medio lungo con braci, tabacco e tanto legno bagnato. Veramente accattivante. Retrogusto in chiusura di sirenetta in marmellata (cit.)

Abbinamento: oggi ve ne diamo addirittura tre!
1° banale…provola affumicata.
2° curioso: da bere DOPO aver mangiato dei buoni datteri varietà “Black Diamond” o simili.
3° fatto bene: durante una cena della SMWS Italia, era stato accompagnato ad un petto d’anatra cotto a bassa temperatura e glassato al bergamotto con cardoncelli trifolati. Complimenti allo chef del Ristorante Teatro di Como, veramente.

Commento finale: ragazzi, cosa dire? HP, gradazione piena e pure sherry! Non gli diamo 9 solo perchè la gradazione si fa sentire anche per noi alcolizzati irrecuperabili. Ma siamo lì. Abbiamo poi apprezzato molto la scelta della botte, che non ha coperto l’eleganza e la finezza tipiche di questa distilleria. A tal proposito, settimana prossima anallizzeremo un whisky dove è stato usato un legno diametralmente opposto. Per concludere…Chapeau!

Voto: 8,9

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  • Tasting notes

Color: amber

Nose: not very smoky, but we can smell lots of maritime notes. Honey gingerbread, cloves and a dash of white pepper. Subtle red fruits from the sherry cask along with a hint of tar and flint stone. 

Mouth: strong alcohol. With water: smoke, seasalt, wildflower honey. Raisins, strawberry jam and a sweet note of chocolate. Fresh humus and salted caramel.

Finish: medium-long. Soot, tobacco and damp wood.

Pairing: 1° smoked scamorza cheese.
2° “Black Diamond” dates.
3° sous-vide duck breast with bergamot sauce and sautéed cardoncelli mushrooms.

Final Comments: a textbook ex-sherry HP. The high ABV it’s a bummer.

Score: 8.9

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Ledaig 10y “The Spirit of Art” Valinch & Mallet

  • Scheda Iniziale :

Distilleria: Ledaig (Tobermory)

Imbottigliamento: Valinch & Mallet, The Spirit of Art Limited Edition, 2010- 2020, 10y, , ex-Sherry Butt Bota Punta / Bota No

Gradazione: 53,7 %

Prezzo: circa € 100

Pochi giorni fa i ragazzi della Valinch & Mallet hanno lanciato sul mercato una nuova collezione di whisky chiamata “The Spirit of Art”. Balza subito all’occhio il cambio del packging, una bellissima bottiglia nera con le incisioni color oro, stilosissima, dove sono state riprodotte sul retro le opere di alcuni artisti che hanno esposto alla “Crag Gallery” di Torino. Non contenti, hanno unito l’utile al dilettevole: in questa serie troverete anche i loro imbottigliamenti n°100 e n°101. Non male per essere sul mercato da pochi anni, no?
Bottiglie quindi bellissime esteticamente, ma a noi interessa il contenuto. Ebbene, cosa abbiamo oggi nel bicchiere?
Abbiamo un Ledaig finalmente a gradazione piena e maturato in botte di sherry. Già qua saremmo più che soddisfatti, ma c’è di più: il colore del whisky è pazzesco, come mai? Ci spiega Davide Romano della Valinch: “Abbiamo utilizzato un nostro legno che avevamo comprato anni fa. La botte già nei primissimi anni del 1900 conteneva sherry stravecchio”. Sì, ragazzi, è una botte di fine 1800, non è un errore di battitura. Un’occasione per bere la storia, veramente! Se vi state chiedendo cosa voglia dire “Bota Punta / Bota No” QUA troverete una rigorosa spiegazione. Ok, bando alle ciance, assaggiamo!

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  • Note di degustazione

Colore: cola (seriamente).

Naso: come da tradizione Ledaig, abbiamo tanti richiami del mare, ma non un mare pulito stile Bowmore, piuttosto, ecco, un porto di mare sporco (e anche mal frequentato). Quindi, oltre al sale marino, alle aringhe, alle alghe, abbiamo anche tanto ferro, paraffina, ruggine e acqua ragia. Il tutto è accompagnato da aromi di fichi bruciati, frutti di bosco, soprattutto more e ribes, mandorle, pepe e miele di castagno. Ha dei tratti che ci ricorda un buon alchermes. Il profilo è in perfetto equilibrio, non ci si stanca mai di annusarlo. Condiamo con del pepe e il whisky è servito. Il bicchiere vuoto profuma di balsamico e di tonnellate di caramelle di liquirizia purissima.

Gusto: è salato e vegetale all’inizio, come certe alghe che vengono servite nei ristoranti orientali. Poi però c’è un’esplosione pazzesca, tanto da ricordarci un rhum tropicale. Sicuramente è la castroneria della settimana, ma a noi va bene così! Quintalate di pepe nero e un bouquet di piante medicinali (eucalipto, noci, soprattutto salvia). Polpa di pesca e miele di castagno. Non manca il lato cattivo del Ledaig come cenere, rete da pesca e…Chiglia di nave arrugginita (what?). Bello grasso!
Anche in bocca quindi convivono le anime della botte e del distillato, perfetto!

Finale: non si esaurisce mai, sapido e tanninico con note di pesca noce, lampone e mora leggermente acidula. Fernet!

Abbinamento: se vogliamo rimanere in Spagna, vi consigliamo di provarlo con un bel chorizo, meglio non piccante. Noi invece l’abbiamo degustato con un cotechino alle lenticchie ormai fuori stagione: meraviglioso!

Commento finale: qua abbiamo un esempio di un matrimonio supervincente fra una botte estremamente attiva e un whisky dotato di un “certo carattere”. Per chiarirci meglio, se ci fosse stato un Highland Park al posto del nostro Ledaig, probabilmente il distillato sarebbe stato schiacciato dal legno (a tal proposito, vedrete un esempio concreto nella prossima recensione). Qua invece il tutto funziona veramente alla grande. Veramente buono! Se siete in caccia di uno sherry monster “über allen”, è un must buy! A noi è piaciuto tantissimo, ergo via al votone!

Voto: 9.2

p.s. grazie a Davide e Fabio per il generoso campione.

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  • Tasting notes

Color: burnt caramel 

Nose: classic Ledaig. Dirty marine notes, more or less the kind of smell you can feel walking along old docks: kippers, seaweed, rusty iron and paraffin. After some time we can smell notes of burnt figs and wild berries (blackberries, currants). Chestnut honey, almonds and a bit of pepper.

Mouth: salty and vegetal at the beginning, it then develops into a bouquet of fruits and medicinal herbs: peaches, black pepper, eucalyptus, sage. In the aftertaste it’s Ledaig all again: ashy, marine and rusty notes. So fatty!

Finish:  longlasting. A sapid and tannic note followed by an acidic hint of raspberry and blackberry.

Pairing: Chorizo or cotechino with lentils.

Final Comments: a lovely marriage of a very powerful cask and a strong whisky. We liked it very much!

Score: 9.2

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The Chita – Suntory Whisky

  • Scheda Iniziale :

Distilleria: Chita

Imbottigliamento: The Chita, OB, ex- White Oak, Spanish Oak e Wine Casks

Gradazione: 43 %

Prezzo: circa € 45

Finito di recensire i blend principali della Douglas Laing (in realtà ne manca uno, ma siamo in attesa di avere una “ricetta”), cambiamo completamente strada e ci spostiamo in Oriente. Quindi oggi berremo whisky giappi, per la precisione un single grain della Suntory, il Chita. Costruita nel 1972 nella prefettura di Aichi, distilla sostanzialmente tre tipi di grain whisky, dal più “pesante” con un alambicco continuo a due colonne, uno “medio” con un passaggio in 3 colonne per arrivare al più “leggero” con addirittura 4 colonne. La bottiglia di oggi, un NAS, è il risultato della miscelazione dei 3 tipi suddetti, affinati poi in 3 legni diversi, come avrete letto nella scheda tecnica. Sempre a proposito di miscelazione, il Chita, assieme ad Hakushu e Yamazaki, costituisce uno degli ingredienti del famoso blend Hibiki.
Andiamo ad assaggiarlo!

P.s. Grazie alla nostra amica Taeko di Taeko Ramen per il sample!

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  • Note di degustazione

Colore: giallo pallido.

Naso: che buon profumo! Sì, ecco, sa di “profumo”! Aprendosi, parmigiano reggiano che si alterna alla rosa e alla vaniglia, per poi mutare in inchiostro di stilografica e ceralacca. Da bravi “candyman”, ci piace trovare anche della crème brulée aromatizzata alla nocciola e della buccia di limone grattuggiata.
Temevamo di sentire una gran botta di pop corn dovuta alla giovane età del distillato e invece siamo rimasti piacevolmente sorpresi.
Il bicchiere vuoto odora di polpa di banana, funny!

Gusto: molto morbido, con un mix di dolce e speziato. Alla crema pasticciera e al miele si alternano infatti del pop corn salato (eccolo qua) e un pizzico di brodo di maiale. Insomma, ci pare che sia presente una bella sensazione di umami. A chiudere pompelmo e peperone.

Finale: un po’ corto, dolce con note di pepe bianco e zenzero candito.

Abbinamento: siamo in Giappone e mangiamo giapponese! Lo abbiamo provato con i gyoza alla carne fatti a mano dalla cuoca di Taeko Ramen e… Ragazzi… Da svuotare la bottiglia! Da provare nella sua assurda semplicità. Fidatevi!

Gyoza alla carne | Meat Gyoza

Commento finale: non un mostro di complessità, che sia ben chiaro. Abbiamo però un prodotto di buona qualità, dotato anche di una certa eleganza. Il tutto rapportato al prezzo, of course! Certo, se siete amanti dello stile scozzese, fuggite via a gambe levate. Se invece cercate un gradevole prodotto nipponico senza dover far piangere il vostro portafoglio, ecco la bottiglia che fa per voi. E poi si abbina stupendamente con la cucina del Sol Levante.

Voto: 8,3

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  • Tasting notes

Color: pale yellow

Nose: Really a good perfume… yes… it taste like perfume! Starting opening, Parmesan and rose and vanilla but only to change again in fountain pen ink and sealing wax. Beeing good “candymen” we also find crème brulée with hazelnut and grated lemon peel. Considering the “young age” of our guest, we feared to scent a lot of popcorn but we have been caught redhanded… The empty glass scent of banana!

Mouth: really smooth, a mix of sweets and spices. You could find crème patissière and honey taking turns with salted popcorn and pork soup. In our opinion there is a marvelous umami sensation. Grapefruits and peppers in the end…

Finish: Maybe a little too much short, sweet but some marks of white pepper and candied ginger.

Pairing: while in Japan act like a japanese… so let’s eat something from Japan! We tried it with Taeko Ramen’s handmade meat gyoza and… pals… you have to hold yourself from finishing the whole bottle! You totally have to try it in this way… KISS [Keep It Slow and Simple]!

Final Comments: Just to be totally clear it’s not one of the most complex spirit we tasted. But it’s a good product also with a certain level of grace… also considerign the price! If you are in love with scottish-style spirits, DO NOT TRY THIS AT HOME. But if you are looking for something from Japan (without emptying your wallet) maybe this is the bottle you are looking for… and it really pair good with japanase cooking.

Score: 8.3

PS: We would like to say a huge “T H A N K Y O U” (of maybe better “domo arigatou) to our friend Taeko (owner of Taeko Ramen) for the sample!

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Timorous Beastie “Small Batch Release”

  • Scheda Iniziale :

Distilleria: Blended Malt

Imbottigliamento: Douglas Laing, Timorous Beastie, “Remarkable Regional Malts” serie, Small Batch Release

Gradazione: 46,8 %

Prezzo: circa € 45

Prosegue il nostro viaggio fra i blend rappresentanti i vari “terroir” scozzesi creati dalla Douglas Laing! Oggi ci spostiamo verso le austere Highlands. A rappresentare i duri uomini del nord della Scozia, abbiamo ovviamente in etichetta sulla bottiglia un vichingo topo grassoccio e felice. Perchè? Storicamente le distillerie hanno sempre avuto un loro gatto- mascotte. Ma perchè la luce brilli occorre che ci sia l’oscurità (!?) ed ecco qua il ruolo del nostro roditore. E’ giusto che anche lui abbia il suo momento di gloria, no?
Dell’esterno abbiamo parlato, ma cosa abbiamo dentro la bottiglia? L’etichetta ci parla di Blair Athol, Glen Garioch, Dalmore e Glengoyne e altri non dichiarati. Bene, bene…Assaggiamo!

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  • Note di degustazione

Colore: giallo pallido.

Naso: wow, com’è ceroso! Magari nel blend è presente anche del Clynelish, chi lo sa? A dare charme anche una sensazione di libri umidi e cuoio. Non manca la frutta, seppure in maniera “alternativa”, in quanto la parte del leone è tutta per la buccia di uva bianca e di pera. Solo in lontananza dell’ananas acerbo e della mela granny smith. A chiudere una punta di incenso.

Gusto: una dolcezza che ti ricorda subito uno strano mix di caramella d’orzo e biscotto integrale al burro, magari con un pizzico di sale. Una grattatina di pepe bianco, zenzero e noce moscata. Risulta leggermente astringente, oseremmo dire tanninico. Ci ricorda la buccia della pera sentita al naso. Secco in deglutizione.

Finale: di media lunghezza, tanninico e pepato. Dopo qualche secondo si avverte molto fumo di braci.

Abbinamento: vale la pena sbattersi. Andate in caccia di un arancino salato al pistacchio e mozzarella. Il grasso della preparazione crea un’autentica meraviglia in bocca col secco e leggermente dolce del nostro distillato. Attenzione alla linea! (Ringraziamo gli amici di Oltrecafè per il suddetto arancino!)

Commento finale: rustico, un poco tagliente, ma tanto buono. Un giovane (tale è la miscela) vecchio burbero dal cuore d’oro. A noi è piaciuto molto, ma la sua austerità potrebbe dar fastidio a qualcuno in cerca di un whisky più morbido. Non è il nostro caso e siccome si presta anche bene agli abbinamenti (provatelo anche con un Comtè di 48 mesi) gli diamo un bel…

Voto: 8,5

P.S. Ancora un enorme grazie a Chris e Gabriele di Rinaldi75 per il sample.

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  • Tasting notes

Color: pale yellow

Nose: what a lovely waxyness! Maybe there’s some Clynelish in this blend. A slight hint of old books and leather adds a charming accent to the distillate. Next comes a powerful fruity note of white grapes and pear’s skin, along with subtle notes of unripe pineapple and Granny Smith apple.

Mouth: a strange but interesting mix of barley candy, shortbreads and a pinch of salt with notes of white pepper, ginger and nutmeg. It’s a bit dry and tannic, reminescent of the aforementioned pear’s skin.

Finish: medium-long, tannic and peppery. A note of coal smoke emerges after a while.

Pairing: this whisky needs a proper pairing. A salted pistachios and mozzarella arancino should do the job. The greasy note perfectly matches the dry and slightly sweet notes of the whisky. Keep an eye on the calories intake! (We’d like to thank our friends at Oltrecafè for that fantastic arancino).

Final Comments: a bit sharp and rustic, but it’s a lovely spirit. A young crusty old whisky with a golden heart. We liked it a lot, but it tends toward an austere side that could bother the connoisseur looking for a rounder whisky. This is not our case and we also recommend to pair it with a Comtè cheese aged for 48 months.
All things considered, we rate this whisky…

Score: 8.5

P.S. We would really say again a huge “thank you” to Chris and Gabriele

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Big Peat “Small Batch Release”

  • Scheda Iniziale :

Distilleria: Blended Malt

Imbottigliamento: Douglas Laing, Big Peat, “Remarkable Regional Malts” serie, Small Batch Release

Gradazione: 46 %

Prezzo: circa € 50

peat

Le vacanze sono finite e, per compensare (really?), ricominciano da oggi le nostre recensioni! Continuiamo così con la mitica serie “Remarkable Regional Malts” by Douglas Laing e oggi tocca all’imbottigliamento probabilmente più famoso di tutti, il “Big Peat”, cui spetta di rappresentare lo stile di Islay. Mica pizze e fichi! Famoso anche per la grafica della scatola che balza decisamente all’occhio: ci troviamo infatti uno dei più simpatici bevitori di whisky della storia, il Captain Haddock della serie a fumetti TinTin. Corrono voci che, in realtà, ci sarebbero anche delle persone della famiglia Laing nei tratti del suddetto marinaio, ma nulla di ufficiale, sia ben chiaro eh!
A proposito di scatola, anche qua notiamo la “ricetta” del nostro blend scritta sulla confezione. Siamo di fronte ad un mix di Ardbeg, Caol Ila, Bowmore e di…Port Ellen (sì, la distilleria chiusa), il tutto a 40 p.p.m di torba.
Due considerazioni prima dell’assaggio:
1- la presenza di Port Ellen non deve stupire, Douglas Laing ne possiede fra le sue scorte numerose botti. Poi sicuramente ne verserà una dose irrisoria nel batch, ma noi ci accontentiamo. No?
2- guardando il livello di torbatura, l’unica distilleria fra le presenti che spinge così tanto è Ardbeg, quindi è probabile che sia il malto principale del nostro blend. Not so bad!
Ok, ora stop alle masturbazioni mentali e versiamoci da bere!

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  • Note di degustazione

Colore: giallo pallido.

Naso: decisamente Islay-style. Abbiamo i sentori tipici dell’isola e quindi alghe, sale marino, buccia di limone, pera acerba e un notevole profumo di pesce, soprattutto sarde e ostriche. Fra tutti però svetta la gomma vulcanizzata o copertone che dir si voglia. Una conferma dell’ abbondante presenza di Ardbeg? Chissà! Fra le note curiose che ci hanno colpito aggiungiamo dello shampoo al catrame e del pollo bruciacchiato. Take this!

Gusto: non sembra neanche così giovane. Sicuramente è merito del Port Ellen (si scherza ovviamente)! Una caramella al malto salato (eh?) si accompagna a tanto limone, pepe e tabacco. Ostriche, con la loro acqua, decisamente pervenute. Esatto, è molto sapido. Ce lo saremmo aspettato esageratamente fumoso, invece lo è in maniera elegante. Alla cieca siamo convinti che darebbe la birra a molti single malt isolani pari prezzo.

Finale: medio lungo con catrame, cenere, asfalto bagnato e un accenno di canfora. Ananas?

Abbinamento: eravamo di passaggio da Arona e abbiamo pensato subito di provarci assieme un formaggio di Luigi Guffanti. Detto fatto, entriamo in negozio dove il prode Andrea, dopo varie ed estenuanti prove, ci tira fuori un erborinato spagnolo fuori scala, il Cabrales che vedete sotto in foto. Il whisky ha tirato fuori dal formaggio una alga, sì esattamente, e una marinità assolutamente pazzesche. Amazing!

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Commento finale: è veramente molto buono e equilibrato. Voleva rappresentare lo stile di Islay e ci è riuscito perfettamente. Invecchiato e a gradazione più sostenuta siamo sicuri che potrebbe dare ottime soddisfazioni. A tal proposito, se da bevitori di whisky vivete per la torba alzate pure il punteggio finale!

Voto: 8,6

P.S. Ancora un enorme grazie a Chris e Gabriele di Rinaldi75 per il sample.

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  • Tasting notes

Color: white gold

Nose: an Islay-style with no doubt. We found the tipical smells of Islay: seaweed, salt, lemon peel, unriped pear and a remarkable fragrance of fish (especially sardines and oysters. Stand out against all of them the vulcanized rubber (of tire if you prefer). Could this be an implicit confirmation of the copiuos presence of Ardbeg? Maybe… Among all the other we would like to challenge you to find (as you have done) and find the smell of tar shampoo and burned chicken… Try this at home!

Mouth: it does not seem so “young”. Definitely credit have to be given the the presence of Port Ellen (we are just joking 🙂 )! A praline with salted malt (I really do not believe I’m writing this…) followed by lemons, pepper and tobacco. Oysters again soaked in “their water”. We expected this to be more smoky but it is in an elegant manner. We could bet that in a blind confrontation it could beat other single malt from a similar price range.

Finish: quite long lasting with tar, ash, wet asphalt and just a hint of camphor. Maybe also pineapple?

Match with: we were passing near Arona (in the north of Italy) and have a think of tasting it with one of Luigi Guffanti’s cheese. Said and done, we entered in the shop where Andrea the Valiant, after longs adventures and exausting attempts (but how much we love these kind of things…), take out of the hat an extraodrinary spanish blue-veined (the Cabrales show in the photo above). Whisky has exalted from the cheese a seaweed and marine arome totally amazing.

Final Comments: it’s really a good and balanced whisky. The intent was to represent the style of Islay and… and it entirely succeeded! More aged and with an higher alcohol contect and it will be really a pleasure to drink. Speaking of this, if you like the peat feel free to increase the “final score”!

Score: 8.6

P.S. We would really say again a huge “thank you” to Chris and Gabriele

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Scallywag “Small Batch Release”

  • Scheda Iniziale :

Distilleria: Blended Malt

Imbottigliamento: Douglas Laing, Scallywag, “Remarkable Regional Malts” serie, Small Batch Release

Gradazione: 46 %

Prezzo: circa € 50

scall

Periodo di blend su queste pagine! Dopo la mezza delusione del “Cosmo”, abbiamo deciso di rifarci, puntando tutta la “Remarkable Regional Malts” del selezionatore Douglas Laing. Della serie, importata in Italia da Rinaldi 1957, avevamo gà provato l’isolano “Rock Oyster“, e ci era piaciuto parecchio. Oggi tocca allo “Scallywag”, frutto dell’unione di malti, a predominanza ex-sherry, tipici della zona dello Speyside.
Balza subito all’occhio il peloso sull’etichetta ed è infatti un richiamo alla stirpe di Fox Terrier appartenenti da generazioni alla famiglia Douglas Laing. Molto carina come cosa!
Ora però accantoniamo il lato cinofilo del distillato e torniamo a  dedicarci al contenuto. Con cosa è stato fatto? Sull’etichetta vengono citati nientepopodimenoche Macallan, Glenrothes e Mortlach, più altri “generici speysider”. Ehi, caro Scally, hai catturato la nostra attenzione! Versiamo, versiamo.

  • Note di degustazione

Colore: oro scuro.

Naso: ha un attacco che ci riporta subito alla mente i vin brulé che si bevono nei rifugi in montagna. Dopo un minimo di ossigenazione, ci spostiamo sull’uva passa e il mosto d’uva per proseguire con pesca e prugna mirabella. Dalle spezie alla dolcezza. A dare più carattere al profilo, abbiamo una curiosa sensazione della crosticina di una bistecca ben caramellata, una spruzzata di acqua ragia e un non so che di solforoso. Da notare però che questo lato “dirty” è comunque solo leggermente accennato. Il bicchiere vuoto profuma di banana matura.

Gusto: coerente con il naso, quindi è dolce, speziato caldo e polposo.  Tanto cardamomo e peperoncino sull’attacco iniziale, poi ci si abitua e si avverte la polpa della pesca e della prugna. Legno di ciliegio e un poco di terroso! Ma la protagonista del palato è la marmellata di arance, a cui è stata aggiunta della polvere di peperoncino e di noce moscata. Per concludere, possiamo dire che la presenza di botti bourbon aumenta il lato dolce del distillato, smorzando la parte tanninica data dallo sherry.

Finale: medio corto con pepe, the nero e pesca. Ritornano il legno e le spezie con del fumo di tabacco. In lontananza sempre una puntina di solvente, ma molto leggera, non siamo di certo di fronte a un rum giamaicano per intenderci! Finale corto però complesso.

Abbinamento:  come i più attenti di voi avranno già notato sui nostri canali INSTAGRAM e FACEBOOK, abbiamo accompagnato il nostro Scally a delle ribs di maiale affumicate al legno di melo e glassate con una salsa barbecue all’albicocca. Risultato calorico, ma eccezionale. La preparazione, al contempo speziata e con il giusto equilibrio di dolcezza, si sposa alla perfezione con il profilo del distillato.

sdr

Commento finale: dopo la mezza delusione del “Cosmo”, oggi ci siamo risollevati. Un blend ben costruito che sicuramente non deluderà chi è alla ricerca di un buon rappresentante dello stile dei whisky dello Speyside. La giovane età dei malti utilizzati si sente, certo, soprattutto per quel che riguarda la complessità del palato, ma il risultato è comunque molto gradevole e si fa bere con spensieratezza. Esiste la versione 10y… Dovremo provarla! Per ora gli diamo…

Voto: 8,4

P.S. Un enorme grazie a Chris e Gabriele.


  • Tasting notes

Color: dark gold

Nose: at the beginning it remind us of vin brulé that you could drink in mountain lodges (and if you have never tasted it, your totally have to as soon as possible). After some airing you could smell raising and must at the start followed by peaches and mirabella plum. From spices to sweetness. More personality is given by a bizarre smell of a well caramelised steak, a spray of solvent and a glimmer of sulphurous. Please note that this “dirty side” is only a hint. The empty glass scents of ripe banana.

Mouth: follows the nose. It’s sweet spiced and meaty. A lot of cardamom and chili pepper at the start followed by peaches and plums. Cherry wood and a hint of earth. But the leading role in your mouth is orange marmalade with some chili pepper and nutmeg powders. For sure ex-bourbon casks intensify the sweet side of this whisky.

Finish: quite short with pepper, black tea and peach. Wood and spices are back with some tobacco smoke. In distance a trace of solvent, but really fainted, we really are not drinking a Jamaican rum if you know what I mean! Finish is short but really complex.

Match with: as the most focused of you could have already see on our INSTAGRAM and FACEBOOK, channels, we have combined our Scally to pork ribs smoked with apple wood and glazed with an apricot BBQ sauce. 150% of your daily caloric needs but really outstanding. The recipe, both spiced and sweet, entirely match with this spirit.

Final Comments: after the half failure of the “Cosmo”, today we are cheered up. A blend really well constructed that will not disappoint whoever is looking for a nice Speyside-styled whisky. Young malts could be surely tasted, especially for the mouth complexity, but the result is pleasant and you could drink it without too many worries. Just to say: there is also a 10y version… we would like to try it! But for now the grade is…

Score: 8.4

P.S. We would really say a huge “thank you” to Chris and Gabriele