Kilkerran 11y “Cadenhead”

Scheda Iniziale :

Distilleria: Kilkerran

Imbottigliamento: Cadenhead, serie “Wood Range”, 2007-2018, ex-sherry

Gradazione: 58,1 %

Prezzo: circa 90 €

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Quando eravamo al festival di Castelfranco la nostra attenzione era caduta su una bottiglia a dir poco interessante: il primo single cask di Kilkerran, sherry, a gradazione piena e imbottigliato da Cadenhead! Ok, in realtà sapevamo già della sua esistenza qualche settimana prima, ma l’incipit era per creare un po’ di pathos! Certo è che, ritrovandocela davanti, non potevamo di certo lasciarcela sfuggire. Ma come ha fatto Cadenhead a mettere le mani su questa singola botte? Ricordiamoci che il suddetto imbottigliatore è di proprietà di Springbank, che a sua volta è sempre proprietaria di Kilkerran. Siamo di fronte quindi ad un tipico caso di “ti piace selezionare facile”, ma noi non ci formalizziamo e assaggiamo incuriositi, giusto?

Colore: ramato.

Naso: caspita caspita! Caldo e morbido con uvetta, ciliegia e arancia. Tende poi verso profumi più complessi come caramello salato, marsala e del miele di castagno in purezza. Ossigenandosi, diventa ancora più dirty: è tutta una girandola fra aceto balsamico, argilla, fumo polveroso e  pigna che brucia!  La moglie di chi scrive dice di sentirci anche dello scarpone sporco (niente facili battute, please!). Veramente particolare. Possiamo sparare anche la nostra castroneria settimanale? C’è un lato caldo che ci ricorda certe fragranze maschili a base di ambra grigia e muschio: un whisky virile! Tornando quasi seri, possiamo definire questo “naso” come pastoso? Assolutamente.

Gusto: non ce lo saremmo aspettati, sembra una torta “foresta nera”, con la sua amarena, il suo kirsch e quella bella senzazione di grasso in bocca. Poi il nostro Kilkerran ci ricorda di provenire da Campbeltown, diventando dapprima carnoso, poi addirittura sulfureo. E per non farci mancare nulla, tanta fuliggine e nafta appena deglutito. Giusto per la cronaca, i cinquantotto gradi quasi non sono pervenuti! Ehi, ci semba di sentire anche dell’eucalipto. Anche qua col passare del tempo va quasi in secondo piano il lato dolce per far posto ad uno più sporco.

Finale: medio lungo. Ritorna il balsamico, per poi lasciare in bocca un sapore salato e affumicato. C’è un leggero amaro, ma non è nulla di grave o fastidioso.

Abbinamento: ok, è probabile che qualcuno storcerà il naso, ma fidatevi! Questo Kilkerran con un bel rognone, come dicono a Roma, è la morte sua. Giuseppe Bertoni, se ci stai leggendo, sai cosa ci devi cucinare la prossima volta che veniamo all’Irish Pub Mulligans!

Commento finale: decisamente un whisky particolare. Se siete alla ricerca di un qualcosa di morbido e pulito, fuggite via di corsa! Volete qualcosa di intrigante, particolare, diciamo pure “freak”? Beh, siete al posto giusto! In ogni caso, non vi lascerà indifferenti. Già che siamo in argomento, il punteggio finale è  ancora più del solito risultato da una media dei nostri giudizi, fra chi l’ha apprezzato di meno e chi di gran lunga di più. Cercate di capire bene cosa state cercando quando avrete questa bottiglia davanti!

Voto: 8,8


 

Tasting notes:

Color: copper

Nose: warm and soft with raisins, cherry and orange. Then it tends towards more complex aromas such as salted caramel, marsala and pure chestnut honey. By oxygenating, it becomes even dirtier: balsamic vinegar, clay, dusty smoke and burning pinecone! Dirty boot (no easy jokes, please!). There is a warm side, which reminds us of certain masculine fragrances based on ambergris and musk: a manly whisky!

Mouth: fat, like a “black forest” cake, with sour cherries and kirsch. Then it becomes dirty, meaty, even sulfurous. So much soot and naphtha as soon as it’s swallowed. Still eucalyptus. Intriguing!

Finish: medium long. It returns the balsamic, then it leaves a salty and smoked taste in the mouth. There is a slight bitterness, but it is nothing serious or annoying.

Food Pairing: kidney!

Comment: if you love old-style dirty whisky, this is perfect for you!

Score: 8,8

 

 

 

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Hazelburn 10y Sauternes cask “Beija flor”

Scheda Iniziale :

Distilleria: Springbank

Imbottigliamento: Hazelburn, 2007- 2018, ex-sauternes cask n° 1008 for “Beija flor”

Gradazione: 55,4 %

Prezzo: circa € 100

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Dopo l’Ardbeg della scorsa settimana vediamo di rifarci un po’, quindi mettiamoci a frugare bene in dispensa e vediamo cosa salta fuori. Sì, diremmo che questo vada più che bene: un Hazelburn selezionato dall’importatore italiano Beija flor. Parliamo del whisky distillato 3 volte nientepocodimenoche da Springbank il quale, in questa versione esclusiva per il nostro mercato, ha maturato interamente per dieci lunghi anni in una botte ex-sauternes. Sembra interessante! Come inoltre saprete, questo vino francese è un nostro feticcio, quindi immaginate la serietà e la flemma con cui andremo a riempirci il bicchiere! Evviva!
P.S. Grazie a Veronica e Gaia per aver condiviso con noi la degustazione!

Colore: oro antico.

Naso: tanta pesca bella matura, acacia e zafferano: qualcuno ha detto sauternes? La botte ha decisamente donato la sua firma al distillato, con un’aggiunta forse di legno bagnato. La pasticceria afferma la sua presenza con marmellata di albicocche e crema al cioccolato bianco e vaniglia. Uvetta bianca? In ogni caso sotto questa dolcezza c’è il lato sporco con cera e piera focaia e una punta di lucido da scarpe. Il tutto è comunque generosamente mitigato dal sauterenes. L’alcool c’è, leggermente presente, ma non risulta fastidioso.

Gusto: pieno e avviluppante. Molto, molto miele, oseremmo dire di tiglio, con una bella sensazione di composta di frutta mista. Anzi, possiamo dire la nostra settimanale eresia? Stabilito che non abbiamo mai  mangiato una candela aromatizzata alla frutta, pensiamo che la sensazione in bocca sia la medesima. Sì, è decisamente ceroso, oleoso e grasso! Una punta di fumo gli da quel quid in più!

Finale: lungo e molto complesso, con albicocca, pesca acerba, liquirizia. Considerando che oltre a quest’ultima è presente anche un lato leggermente minerale, il dubbio che hanno i Facili che possa esserci della torba è più che giustificato. In ogni caso è decisamente tanninico.

Abbinamento: cheesecake con formaggio di capra e pesche di Monate. Concedeteci un pò di territorialità!

Commento finale: appena aperta la bottiglia eravamo rimasti un po’ spiazzati. “Botte troppo attiva” avevamo pensato, ci ricordava più un “distillato di sauternes” che un whisky. Errore, dategli tempo: ossigenandosi in bottiglia col tempo viene fuori alla stragrande il nostro Hazel. Ottimo marriage, due anime che si sono trovate alla perfezione. Ci piace assai!

Voto: 8,7



Tasting notes
:

Nose: peach, acacia and saffron. Then there is a marvelous apricot jam mixed with wax, flint and smoke!

Mouth: oily, sweet and waxy! Linden honey with a light smoke.

Finish: long with apricot and unripe peach. It’s mineral with liquorice root: is it perhaps peated? Drying and tannic.

Comments: excellent marriage between Sautenes and Hazelburn. Both present and splendidly mixed!

Score: 8,7

 

Glendronach 2004 for Beija Flor & Whiskyclub Italia

Scheda Iniziale :

Distilleria: Glendronach

Imbottigliamento:  2004-2016, ex-sherry cask PX  for Beija flor & WhiskyClub Italia

Gradazione:  51,1%

Prezzo: circa €95

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Che bello! Questo tempaccio è adatto per aprire un bel Glendronach, quindi approfittiamone e scaldiamo così nostri cuori e le nostre anime (quanta poesia per un blog!). Di questa distilleria vi abbiamo già parlato, quindi analizziamo direttamente la bottiglia.
Più di 51 gradi, 12 anni in PX e 432 bottiglie prodotte dalla botte n° 6343, e chi prima arriva meglio alloggia, ma chi sono i colpevoli di questa selezione? Abbiamo l’importatore diretto per il mercato italiano di Glendronach, alias Beija Flor di Maurizio Cagnolati, e il Whiskyclub Italia di Claudio Riva. Con queste referenze cosa potrà mai andare storto ? Stappiamo!

Colore: arancione scuro

Naso: la gradazione di botte si fa subito sentire, dando potenza e vigore al profilo. Inizialmente, parte con delle ciliegie sotto spirito, buccia di arance e marmellata di fragole. Ha un piacevole lato orientaleggiante, con pepe nero e cannella, quasi da pan di spezie. Ossigenandosi, ecco poi delle note calde, con pelliccia e crema al cioccolato a farla da padrone. Quest’ultima, e forse sarà il fanciullino che rugge dentro di noi, ci pare poi   evolvere in polvere di cioccolato, anzi, in Nesquik (?!).

Gusto: rotondo, caldo e avvolgente. Spesso gli imbottigliamenti ex-sherry peccano per la presenza di troppe spezie in bocca, che allappano in maniera fastidiosa. Qua è tutto il contrario, il whisky va giù che è una meraviglia. Ancora arancia e cacao, ma ricorda più la versione da pasticceria metà candito e metà cioccolato. Uvette a bagno nel rhum a braccetto con sensazioni di malto maltoso. Datteri e fichi secchi, una bontà!

Finale:  molto lungo, con  punte di pepe e cioccolato amaro.

Abbinamento:  abbiate fede, miscredenti! Una tartina di pane con del gorgonzola stagionato e un pezzo di cioccolato fondente 90% darà un risultato clamoroso !

Commento finale:  riprendendo l’incipit di cui sopra, non è andato storto nulla di nulla. Abbiamo un signor Dronach dotato di una facilità di bevuta imbarazzante, ai limiti dell’illegalità. Complimenti ai selezionatori. Col freddo, davanti al caminetto o a tavola con gli amici, è una bottiglia da non farsi mancare . Grazie a Claudio per averci dato l’occasione di provarlo!

Voto: 8,8