Scheda Iniziale :
Distilleria: Highland Park
Imbottigliamento: Fumus Albus 12
Gradazione: 46%
Prezzo: circa 60 euro
Highland Park è una distilleria a cui non si può non volere bene. E’ situata sulle isole Orcadi , in un contesto dove sono evidenti i segni di civiltà antiche, anche antecedenti all’avvento del Cristianesimo. Un paesaggio brullo, selvaggio e con pochi alberi è il biglietto da visita di queste isole. Come se non bastasse, al largo troviamo relitti di pescherecci usati nella seconda guerra mondiale come barriera contro i sommergibili tedeschi, assieme a delle camminatoie in pietra volute da Churchill che uniscono le varie isole . E’ la più a nord fra tutte le distillerie scozzesi, se si escludono le microdistillerie. Molto piccola, ha un aspetto da cartolina, da luogo di altri tempi, con due pagode veramente caratteristiche. Un luogo che non viene scalfito dal tempo, ma solo dal mare, come il loro whisky del resto: è una delle poche distillerie rimaste che effettua ancora l’estenuante maltaggio a pavimento. La torba , che proviene dalle torbiere di loro proprietà situata sulle colline vicine di Hobbister Moor, contiene una grande quantità di radici di erica, da cui derivano le note di miele con un tocco terroso e vegetale tipiche di questa distilleria. Siccome il malto prodotto sul posto è fortemente torbato, si aggiunge un 80% di malto non torbato proveniente dalla malteria di Tamdhu situata nella regione dello Speyside. La bottiglia presa oggi in esame deve i suoi natali grazie alla ricerca di Claudio Riva e dei suoi ragazzi di “I Love Laphoraig”. Nel 2013 hanno imbottigliato un quarto di botte di Highland Park di 12 anni per, cito dal loro sito, aiutare i cardinali del conclave nella scelta del nuovo papa . Da qui il nome “Fumus Albus” , ovvero la famosa fumata bianca che accompagna ogni avvenuta elezione papale. Consci che da queste attività filantropiche dovremmo prendere sempre esempio, apriamo la nostra bottiglia.
Colore: giallo paglierino chiaro
Naso: subito una torba fumosa , ma non è oleosa o densa come un Ardbeg, ricorda quasi il fumo di una candela o meglio ancora una nebbia per la sua leggerezza. Aprendosi, ecco un’altra nota caratteristica dello Highland Park : il miele, un millefiori per la precisione. Appaiono poi delle note di frutta rossa, sopratutto una ciliegia quasi liquorosa. Una punta di lampone. C’è anche una parte più ” farmy” con erba tagliata umida e e peperoncino giallo! Minerale che ricorda la ghiaia calda. Non fatevi ingannare però: ha un profilo molto leggero.
Gusto: rispecchia pienamente il naso. Inizia con un sapore di affumicato con una punta di salato. Mele tantissimo, un frullato di golden e renetta. Uva bianca e una leggera punta di acidità che ricorda alla lontana un riesling dell’Alto Adige. Fresco nonostante il fumo (ossimoro!) e fin troppo facile da bere.
Finale: lungo, fumoso e resinoso. Lascia poi in bocca un sapore di (non ridete!) mele gratuggiata con biscotti oro Saiwa. Annusate sempre il bicchiere vuoto: odora in maniera clamorosa di braci spente.
Abbinamento: Claudio di Whisky Club Italia suggerisce di gustarlo con le sarde a beccafico: noi non abbiamo ancora provato, bisognerà provvedere! In aggiunta, passando dal mare alla terraferma, noi proponiamo di berlo con un bel carré di maiale caramellato al miele.
Commento finale: è un whisky leggero, quasi da aperitivo. Generalmente siamo per whisky più corposi, ma le regole sono fatte per essere infrante ! Una bottiglia di Fumus Albus messa a tavola durante una cena studiata ad hoc rischia di sparire in pochi secondi.
Voto: 81