I whisky da noi recensiti vengono valutati sostanzialmente su tre campi:
Naso: semplicemente i profumi che si possono avvertire nel distillato dopo che è stato versato. Fondamentale la retrolfazione, ovvero la sensazione che si avverte dopo la deglutizione. Ultimo ma non ultimo valutiamo l’odore del bicchiere ormai vuoto, che concorre a completare l’analisi di questo specchio sensoriale.
Gusto: la gamma dei sapori che offre un distillato. Possiamo parlare di un palato complesso o semplice, non è una cosa grave quest’ultimo, in entrambi i casi l’importante è che risulti piacevole in bocca. Se il tipo di whisky e la gradazione lo consentono, analizziamo l’evoluzione del distillato con l’ aggiunta di un poco di acqua. Anche la possibilità di abbinarlo a delle pietanze concorre al voto finale.
Finale: rappresenta i sapori che restano in bocca dopo la deglutizione. Può variare da lungo a corto a seconda della loro persistenza.
Il parametro seguente non appare esplicitamente nelle recensioni ma concorre al voto finale.
Prezzo: è un parametro che ahimè va analizzato soprattutto in questo periodo di collezionismo. Possiamo definirlo meglio come un rapporto di “qualità/prezzo”.
Il voto finale è dato da una media di questi aspetti e varia da 0 a 100 secondo un metro di giudizio, oseremmo dire, scolastico. Per spiegarci meglio, un esempio di vita vissuta: quando da ragazzi tornavamo a casa da scuola con un 8 in matematica era un BUON VOTO quindi ad un BUON whisky daremo un meritato 80.
Alla salute!